Inter-Milan, Inzaghi: "Il rigorista è Lautaro. Gosens ancora out. Sullo Scudetto..."

Le parole dell'allenatore nerazzurro in conferenza stampa alla vigilia della partita con i rossoneri: "In partite così non ci sono favoriti"
Inter-Milan, Inzaghi: "Il rigorista è Lautaro. Gosens ancora out. Sullo Scudetto..."

MILANO - Vigilia del derby, il secondo di Simone Inzaghi alla guida dell'Inter. Il tecnico dei nerazzurri si prepara per affrontare domani alle 18 la sfida con il Milan di Stefano Pioli e lo fa da primo della classe. Queste le sue parole nella conferenza stampa: "Non penso sia decisiva, mancano 15 partite e abbiamo visto cosa è successo nel girone d'andata, abbiamo giocato un derby che, a differenza del Milan che è a 4 punti, ci vedeva a 7 lunghezze di distanza. Lo abbiamo pareggiato e siamo stati bravi nel mese seguente a recuperare il gap di svantaggio. Una partita importante, sappiamo cosa rappresenta per le due tifoserie, ma con 45 punti disponibili c'è ancora moltissimo da giocare. Sappiamo come sia iniziato il percorso in estate, con grandi incognite. Siamo stati bravi insieme a questo gruppo a far sì che le cose andassero nel migliore dei modi. Questo deve essere uno stimolo a non farci abbassare la guardia e essere ancora più responsabili per i mesi che mancano da qui alla fine".

Inter-Milan, le parole di Inzaghi

Questo il commento sugli acquisti di Gosens e Caicedo: "Abbiamo ottimi dirigenti e un grande presidente sempre qui con noi, in questo momento anche fisicamente. La società si è fatta trovare pronta, abbiamo inserito due calciatori che secondo me ci possono aiutare da qui alla fine. Per uno (Gosens, ndr) ci vorrà ancora un po' di tempo dopo una problematica importante che sta cercando di superare, l'altro (Caicedo, ndr) è un giocatore che ho allenato negli ultimi 3 anni, c'era questa possibilità dopo la volontà di Sensi di giocare con più continuità e ci siamo fatti trovare pronti. Sono contento di quello che abbiamo fatto, così come lo ero della squadra prima del mercato di riparazione". Sui rigoristi: "Abbiamo una lista che tutti conoscete, Lautaro e il rigorista principe, poi Calhanoglu, Sanchez, Perisic e molti altri che li sanno calciare". Inzaghi non vuole sentire parlare di favoriti: "Ne ho vissuti tanti da calciatore e allenatore. Di favoriti nel derby non ci sono mai con classifiche diverse, ancora di più in questo derby, con squadre forti e organizzate. Gli episodi saranno decisivi e dovremo farli indirizzare verso di noi. Sono le motivazioni del gruppo che faranno la differenza".

"Dalla Juve in poi tutte in lotta"

Per quanto riguarda la lotta scudetto, questo il suo pensiero: "La classifica è molto veritiera, penso che tutto sia ancora aperto. Oltre a Milan e Napoli considero Atalanta e Juve molto forti. I bianconeri in estate erano i miei favoriti, negli ultimi 2 mesi stanno avendo un ottimo percorso e hanno fatto un grandissimo mercato. Fino a loro per me tutti hanno delle possibilità". Riguardo il momento del Milan: "All'andata erano in un ottimo momento, hanno avuto una leggera flessione e tante problematiche a livello di infortuni. Alla guida c'è un allenatore molto preparato e che dà una grandissima organizzazione alle proprie squadre. Da Empoli in poi hanno fatto secondo me ottime partite, hanno avuto qualche difficoltà come noi a giocare sul campo di San Siro, diventato molto problematico. Ci hanno detto che è stato rizollatto e sarà bellissimo giocare questo derby".

Le condizioni della squadra

All'allenatore dell'Inter è stato chiesto quali siano i suoi ricordi del derby da bambino: "Ce ne sono tanti, difficile individuarne uno specifico. Con mio papà andavamo a vedere il Piacenza, la squadra che abbiamo sempre tifato. Mi ricordo i derby con la Cremonese, ma per quanto riguarda la stracittadina di Milano ricordo gente come Rummenigge, Altobelli, Beccalossi. Sono giocatori che guardavamo sempre con grande ammirazione". Poi ha fatto il punto sulla condizione generale della squadra: "Lautaro l'ho visto ieri, ha fatto un lavoro parziale insieme a Caicedo ma l'ho trovato abbastanza bene. Sanchez mi ha rassicurato che sta nel migliore dei modi, non l'ho ancora visto e lo vedrò oggi. All'appello mancano solo Correa e Gosens, per il Tucu sono passate più di due settimane dall'infortunio, è sereno e spera di accelerare il ritorno in campo. Questa sosta è stata diversa rispetto alle altre, è stato importante per noi, siamo riusciti a lavorare abbastanza bene. Certo, mi sarebbe piaciuto lavorare dal primo giorno con Lautaro, Sanchez e Vecino, che è rientrato un po' prima perché la seconda partita era squalificato. Dei nazionali sudamericani è rimasto solo Vidal perché era squalificato".

L'atmosfera a San Siro

Sulla possibilità di fare turnover visto il prossimo tour de force, Inzaghi ha spiegato di non aver fatto programmi sul medio-lungo termine: "Nello scorso blocco venivano da una partita molto intensa con la Lazio giocata ad altissimi ritmi, poi 120 minuti con la Juve in Supercoppa, la sfida bellissima e intensa di Bergamo. In quel momento avevo bisogno di cambiare più del solito. Adesso viviamo partita dopo partita". Infine ha concluso sull'atmosfera di San Siro: "Noi ci dobbiamo attenere a quello che ci viene detto, anche se da allenatore mi sarebbe piaciuto vedere un derby non con 35mila persone ma con 70mila. Se lo sarebbero meritate queste due squadre. Già all'andata quel 75% era un'atmosfera diversa, così come la Supercoppa giocata al 50%. Sicuramente cambia giocare con 35mila o con 70mila persone. Aspettiamo fiduciosi, sperando che si possa sistemare tutto nel più breve tempo possibile".

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