Inter, avanti con Inzaghi

Il club fa quadrato intorno all'allenatore finito ancora una volta nella bufera
Inter, avanti con Inzaghi© /Ag. Aldo Liverani Sas

I numeri, innanzitutto. Era dal 2011/2012 che l’Inter non perdeva tre partite nelle prime sette giornate. Prima ancora era accaduto - in epoca recente - nel 1998/99 e nel 2000/01 e in tutte e tre le occasioni si sono verificati due eventi: l’allenatore che ha iniziato la stagione non l’ha conclusa e la squadra non si è mai piazzata tra le prime quattro in classifica. Le statistiche non rappresentano una verità assoluta ma certificano la portata della crisi che sta attraversando l’Inter. Siccome però non è il momento di fare processi sommari, dalla società è filtrata una decisa conferma per Simone Inzaghi. La questione allenatore non esiste, viene sottolineato. Perché a Inzaghi è stato rinnovato il contratto fino al 2024 a fine stagione (sull’onda dei due trofei vinti nel primo anno a Milano, non va dimenticato); perché l’assenza di Lukaku è un bell’alibi da portare davanti a qualsiasi giudice e perché, dopo tutto, la squadra arrivava da due vittorie e affrontare un’Udinese riposata dopo il primo duplice tour de force tra campionato e Champions aveva tutto per essere un bel trappolone. In cui l’Inter è caduta dentro soprattutto per colpe sue, come sottolineato pure da Samir Handanovic che a fine gara ha parlato a nome di tutti: «Abbiamo sbagliato troppo, non abbiamo avuto ritmo e la loro intensità era più forte della nostra: l’Udinese ha vinto tutto quello che c’era da vincere in una partita, dai duelli alle seconde palle. Come sempre dopo le sconfitte ti devi mettere a lavorare sul campo perché è l’unica via d’uscita. E in campo andiamo noi giocatori e l’allenatore, quindi poche chiacchiere e al lavoro».

Sostituzioni indigeste

Il fatto che la Pinetina si svuoterà (quindici i giocatori precettati dai vari commissari tecnici: mercoledì alla ripresa, oltre a Cordaz e Handanovic saranno presenti soltanto Cordaz, Handanovic, D’Ambrosio, Darmian, Gagliardini, Mkhitaryan più gli infortunati Calhanoglu e Lukaku) non aiuterà certamente il lavoro di Inzaghi. L’allenatore e il suo staff avranno comunque modo di analizzare a freddo quanto accaduto a Udine dove, ancora una volta non ha convinto la gestione delle sostituzioni. Poteva essere un’idea “alla Mourinho” il doppio cambio alla mezz’ora del primo tempo, ma mentre Bastoni non ne aveva combinata una giusta (e il cambio - che l’interessato non ha per nulla gradito - è apparso comunque sacrosanto), più azzardata è sembrata l’idea di togliere Mkhitaryan essenzialmente per tre motivi: in primo luogo era lecito aspettarsi da parte di Inzaghi che l’armeno a 33 anni e con un curriculum di prim’ordine, sapesse gestire senza problemi l’ammonizione presa, inoltre mettere al suo posto Gagliardini è apparso un azzardo per le arcinote difficoltà del centrocampista - causa la sua mole da granatiere - nell’entrare a partita in corso. Infine, per disinnescare un avversario che traeva forza dalla fisicità, poteva essere una buona soluzione puntare sulla qualità. Più gravi comunque le scelte fatte nel finale: inconcepibile togliere Dzeko che era l’unico per caratteristiche in grado di far salire la squadra e giocare di sponda per l’altro attaccante; rischioso inoltre puntare su De Vrij, difensore in evidente crisi di fiducia, in un momento in cui la partita aveva perso equilibrio perché entrambe le squadre cercavano il colpo del ko. Infatti proprio De Vrij ha commesso i due decisivi errori sulla rete del raddoppio: prima ha regalato l’angolo all’Udinese, poi ha perso Bijol sul cross di Deulofeu. I friulani hanno poi dilagato sul gong con Arslan (pure lui innescato da Deulofeu) e quanto accaduto nel finale ha cancellato il ricordo del gioiello su punizione di Barella nel primo tempo e della sfortunatissima autorete di Skriniar che aveva riportato la gara in parità quando ancora i tantissimi interisti presenti alla Dacia Arena (compreso Amadeus, seduto di fianco a Piero Ausilio) pensavano di vivere comunque un pomeriggio di festa e non l’incubo in cui si sono ritrovati.

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