Il pacco di Natale di Zhang: Inter, zero euro per il mercato e altre cessioni!

Djalò miraggio a gennaio senza incassi, Cuadrado verso l’operazione. Inzaghi si arrangia, se il club resta ai cinesi servono altri sacrifici

MILANO - Il pacco di Natale è arrivato (pure in anticipo) e l’ha portato Steven Zhang. Non c’è un euro per il mercato a meno (ovviamente) che le risorse arrivino da qualche cessione. Anche per questo l’Inter non libererà Sensi (che va in scadenza a giugno) senza che arrivi un’offerta. In tempi di carestia, tutto fa cassa. Problema è che così l’Inter corre il serio rischio di perdere Tiago Djaló: il centrale - bloccato giocando in anticipo da Piero Ausilio - vuole lasciare il Lille ora e non a giugno a fine contratto, problema è che i francesi chiedono 5 milioni, un Everest per chi non ha un soldo dalla proprietà. E questo non può che avvantaggiare chi sul difensore centrale sta rimontando posizioni. Il mercato però è un gioco a incastri fatto di occasioni e oggi i dirigenti nerazzurri hanno le mani legate.

Seconda stella senza spendere

Chi vive la realtà di Appiano è ormai assuefatto alle diete imposte da Suning. Steven Zhang - su input della casa madre - è riuscito a rovinare la festa scudetto facendo scappare Antonio Conte con un piano da lacrime e sangue che avrebbe poi portato agli addii di Lukaku e Hakimi: l’allenatore aveva chiesto tre acquisti per aprire un ciclo e, se non avesse trovato di fronte un muro, probabilmente l’Inter avrebbe vinto da tempo la stella considerato il vantaggio in cui si trovava all’epoca dei fatti sulla concorrenza. La palla è poi passata a Simone Inzaghi che ha confezionato due anni e mezzo miracolosi, con quattro trofei vinti, una finale di Champions persa tra i rimpianti più un secondo e un terzo posto in campionato. Ora Zhang gli ha chiesto di vincere la seconda stella nonostante le cessioni estive e il massiccio rinnovamento della rosa, sempre condotto avendo come stella polare la riduzione del monte stipendi. Una decrescita... felice soltanto grazie al lavoro svolto da chi governa l’area tecnica e dall’allenatore.

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Il mercato Inter

Ausilio e Baccin ora però avranno mani e piedi legati sul mercato e Simone Inzaghi dovrà proseguire con il turnover per ridurre l’incidenza degli infortuni soprattutto in un reparto, l’attacco, dove la differenza di rendimento tra la coppia titolare (Lautaro Martinez e Marcus Thuram) con quello delle seconde linee (Marko Arnautovic e Alexis Sanchez) è marcata. Per il principio che vale per Djalò, pensare di poter dare l’assalto a Taremi a gennaio è utopia. Piuttosto il timore - sempre più fondato - è che Juan Cuadrado possa operarsi al tendine d’Achille che lo tormenta da mesi: sarebbe un problemone per Inzaghi che - non a caso - sta iniziando a provare Carlos Augusto pure come esterno destro.

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La cena tra i dirigenti

Ieri di questo e altro si è parlato a cena tra i dirigenti ad Appiano, nel consueto appuntamento pre-natalizio a cui hanno partecipato tutti coloro che lavorano intorno alla squadra. Visto l’andazzo, l’intenzione da parte di Inzaghi di provare ad arrivare in fondo a tutte le competizioni si presenta come un campo minato anche considerato il testa a testa che si sta materializzando in campionato con la Juventus (che, a differenza dell’Inter, a gennaio farà mercato). Preoccupazioni che arrivano come echi lontanissimi tra Nanchino e Shanghai, dove Zhang risiede dall’estate: il presidente - nonostante sia stato più volte annunciato il suo ritorno a Milano - non si è più visto a latitudini italiane e questo non ha fatto che germogliare le voci su questa lontananza dalla città dove era diventato un habitué. Di certo, ultimamente, avrà avuto un’agenda pienissima di impegni in Cina.

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Il prestito in scadenza

Per rifinanziare il prestito in scadenza a maggio, Oaktree ha chiesto il 25% di interessi all’Inter. Cifra difficilmente sostenibile, legata alla congiuntura economica totalmente sfavorevole per chi vuole fare operazioni di questo tipo. Anche per questo motivo Suning, tramite Goldman Sachs, ha iniziato da un po’ a parlare pure con altri soggetti sempre americani (Sixth Street e Ares Management) specializzati nel finanziare club calcistici in difficoltà: Sixth Street ha acquisito dal Barcellona il 25% dei diritti televisivi della Liga per i prossimi 25 anni per un totale di 519 milioni, Ares Management ha invece consentito al Chelsea di raccogliere 460 milioni per riqualificare Stamford Bridge.

Accordi entro fine gennaio

I tempi tecnici per trovare un nuovo partner sono ormai stretti: entro fine gennaio deve arrivare la fumata bianca per arrivare a maggio - quando andrà liquidata Oaktree - con tutti i documenti pronti (per perfezionare simili operazioni occorrono tempi tecnici quantificati in tre mesi). Certo è che l’Inter, se restasse cinese, avrebbe orizzonti limitati: non va dimenticato come nell’ultima stagione, soltanto lo straordinario cammino fatto in Champions abbia scongiurato il rischio di dover incassare dalle cessioni 60 milioni entro il 30 giugno, non per finanziare il mercato, ma per mettere in sicurezza il club, a queste si sarebbero aggiunte altre cessioni - dal primo luglio - quelle sì per dare linfa alla campagna acquisti. Per semplificare la situazione, l’Inter - non fosse arrivata a Istanbul - avrebbe dovuto vendere Onana prima del 30 giugno e un altro big dopo quella data.

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800 milioni di debiti

A rendere difficile la cessione del club una situazione debitoria preoccupante (Suning vorrebbe pure rientrare dall’investimento e questo porterebbe l’Inter a una valutazione fuori mercato): il bilancio al 30 giugno quantifica in 807 milioni i debiti complessivi (erano 881 al 30 giugno 2022). L’indebitamento finanziario netto è invece pari a -308,8 milioni, rispetto al -268 milioni del 30 giugno 2022, alla luce della liquidità a 100,5 milioni di euro (139,1 milioni al 30 giugno 2022). La prossima partecipazione al nuovo Mondiale per club, i proventi extra legati alla Champions che verrà e, soprattutto, il progetto stadio sono biglietti da visita per scommettere comunque nell’Inter. Anche se Suning non intende mollare la presa.

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MILANO - Il pacco di Natale è arrivato (pure in anticipo) e l’ha portato Steven Zhang. Non c’è un euro per il mercato a meno (ovviamente) che le risorse arrivino da qualche cessione. Anche per questo l’Inter non libererà Sensi (che va in scadenza a giugno) senza che arrivi un’offerta. In tempi di carestia, tutto fa cassa. Problema è che così l’Inter corre il serio rischio di perdere Tiago Djaló: il centrale - bloccato giocando in anticipo da Piero Ausilio - vuole lasciare il Lille ora e non a giugno a fine contratto, problema è che i francesi chiedono 5 milioni, un Everest per chi non ha un soldo dalla proprietà. E questo non può che avvantaggiare chi sul difensore centrale sta rimontando posizioni. Il mercato però è un gioco a incastri fatto di occasioni e oggi i dirigenti nerazzurri hanno le mani legate.

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