MILANO - Ci siamo, oggi entro le 18.30, se non ci saranno clamorose sorprese, l’Inter passerà da Suning a Oaktree Capital Management. Entro l’orario dell’aperitivo, ovvero quando chiuderanno gli uffici in Lussemburgo, sede delle holding con cui Suning controlla le quote dell’Inter, se Steven Zhang non avrà trovato un modo per rimborsare il fondo americano dei 385 milioni dovuti, perderà il club nerazzurro. Senza soldi, infatti, Oaktree farà immediatamente partire la procedura di escussione del pegno, stabilita nei documenti firmati dalle due parti il 20 maggio 2021 (domani la comunicazione ufficiale). In quei documenti, chiari da tre anni e mai ridiscussi da Zhang nonostante le evidenti e palesate difficoltà nel trovare un modo per restituire il finanziamento, era scritto che il prestito non era "garantito da Inter o da alcun patrimonio del club nerazzurro e delle sue controllate", ma "in parte da pegno di azioni su Great Horizon sarl, Grand Sunshine sarl, Grand Tower e International Sports Capital spa". Le prime tre società, di diritto lussemburghese, fanno parte della catena di controllo del 68,55% del club nerazzurro creata Suning; mentre International Sports Capital spa è la holding che ha in mano il 31,05% delle quote dell’Inter e che fa riferimento a LionRock.
Zhang disperati, Oaktree non si commuove: ecco cosa succede ora all'Inter
Inter a Oaktree
Dunque, Oaktree prenderà in mano il 99,6% delle azioni, il restante è dei piccoli azionisti. Solo con l’arrivo dei soldi, questa procedura non si attiverà. Non sono previste proroghe: Zhang non l’ha chiesta perché per la sua condizione di “accumulatore di debiti” non ha evidentemente i requisiti per farlo, ma anche perché non l’avrebbe probabilmente ottenuta da Oaktree dopo la lettera accusatoria di sabato. Considerando che la strada per avere un nuovo prestito da Pimco è sfumata nei giorni scorsi - sempre se esistita realmente (ieri Bloomberg ha posto dei dubbi) -, l’unica chance che Zhang ha per salvarsi è che nelle ultime ore, in particolare suo papà Jindong, abbia ottenuto un aiuto dal governo cinese. Ipotesi però remota, considerando pure il debito da 320 milioni dello stesso Steven Zhang in patria nei confronti di China Construction Bank, istituto di credito controllato dallo stato.