© © Roberto Garavaglia/ag. Aldo LiveraniMILANO - La sconfitta contro l’Udinese e le parole post partita di Cristian Chivu sulla necessità di non specchiarsi troppo, evitare un certo tipo di palleggio, essere più pragmatici, cercando invece in determinate partite più rapidità e verticalità, hanno riacceso il dibattito attorno ad Hakan Calhanoglu (non l'unico bersaglio dell'allenatore, va detto con onestà). Il centrocampista turco non era mai stato un problema tecnico con Simone Inzaghi - a parte l’aver fallito molte finali -, semmai era finito in copertina per i rumors sul Bayern (estate 2024) e Galatasaray (estate 2025), arrivando poi a rompere mediatamente con Lautaro Martinez a fine giugno, salvo poi ricomporre i cocci il 25 luglio con la pace immortalata in una foto pubblicata sui social. La prestazione negativa contro l’Udinese - ritmo basso (colpa di una preparazione condizionata dall’infortunio rimediato nella finale di Champions e la ricaduta al Mondiale per club), 5 palloni toccati nella prima mezz’ora, 40 totali nei 68 minuti in cui è rimasto in campo -, però, ha fatto scattare un piccolo allarme.
Ederson, Koné e alla fine...
Anche perché Calhanoglu, 32 anni il prossimo 8 febbraio, nella scorsa stagione si è fermato cinque volte per problemi muscolari e secondo molti quello appena concluso era il mercato giusto per separarsi. Non tanto per una bocciatura del giocatore, quanto perché Calhanoglu è stato uno dei simboli del gioco espresso dall’Inter di Inzaghi nelle ultime stagioni. Se si voleva rompere con un certo tipo di passato, separarsi da Calhanoglu poteva rappresentare una soluzione. Tant’è vero che se si fosse concretizzata l’uscita verso il Galatasaray - a conti fatti, però, tanto rumore per nulla... -, l’Inter aveva pensato prima a Ederson dell’Atalanta, quindi a Koné della Roma, ovvero due centrocampisti dinamici, ideali per dare un equilibrio diverso alla squadra.Nonostante, dati e gioco alla mano, Calhanoglu sia il più difensivo fra i centrocampisti nerazzurri e fra quelli dotati di maggiore visione e lancio verticale.
Rebus Calhanoglu
Chivu, quando ha parlato di Calhanoglu, ha sempre espresso stima per il giocatore, ribadendo di ritenerlo centrale nel suo progetto. Il turco aveva saltato la prima gara col Torino per squalifica, poi è stato subito schierato con l'Udinese. Se l'Inter ha perso con i friulani non è stato per colpa di Calhanoglu, però sono sorti diversi dubbi sulla possibilità che la squadra possa cambiare modo di giocare finché avrà in una posizione centrale un regista come il turco, il cui modo di interpretare il ruolo ha caratterizzato le ultime annate dell'Inter. Calhanoglu è dunque uno dei rebus che Chivu dovrà risolvere quando il ragazzo rientrerà dalla nazionale. Come ha spiegato il tecnico, «non si possono togliere tanti anni di abitudine in poche settimane», però fra le sue missioni ci sarà in particolare quella da svolgere sul modo di vivere la partita del numero 20. Da questo passaggio, come Chivu e Calhanoglu troveranno una chiave per "trovarsi", passerà gran parte della trasformazione dell'Inter.
