Inter, il settebello di Chivu: in Champions numeri da favola, va meglio solo il Psg

I nerazzurri soffrono in avvio e poi dilagano contro il Saint-Gilloise. Per il nuovo allenatore terza vittoria in Champions, 7ª stagionale
MILANO - Sotto il diluvio di Bruxelles e dopo un avvio shock con l’Union Saint-Gilloise vicino al gol quattro volte nei primi tre minuti, l’Inter è riuscita comunque a espugnare per 4-0 il campo dei campioni del Belgio - non il loro stadio, visto che si è giocato nell’impianto dell’Anderlecht -, continuando così il filotto di vittorie cominciato dopo il ko del 13 settembre a Torino con la Juventus. Da quel momento la squadra di Cristian Chivu ha infilato sette successi di fila, è tornata in zona scudetto in Serie A e ieri sera ha raggiunto quota 9 in classifica in Champions, al secondo posto complessivo per la differenza reti (9 gol fatti e 0 subiti; meglio solo il Psg), ampiamente fra le prime otto che eviterebbero i playoff. In virtù di un calendario che poi metterà di fronte nelle ultime quattro giornate Atletico Madrid, Liverpool, Arsenal e Borussia Dortmund, per i nerazzurri era fondamentale vincere ieri sera, così come lo sarà il 5 novembre a San Siro contro il Kairat Almaty: 12 punti su 12 per poter affrontare con maggiore serenità il filotto di match più proibiti. Sabato, invece, Chivu sarà al Maradona contro un Napoli frastornato dai 6 gol del Psv, dopo aver già perso col Torino. Per l'Inter, che sta invece molto bene, l'occasione per dare una spinta a Conte, è di quelle assai ghiotte.

Il poker dell'Inter

Come scritto, non è stato però semplice venire a capo della partita di ieri sera. L’Union SG, col nuovo allenatore, il 37 David Hubert arrivato il 13 ottobre al posto di Pocognoli, fuggito al Monaco, ha aggredito fin da subito un’Inter entrata in campo probabilmente non con la giusta concentrazione - Chivu ha cambiato sei giocatori rispetto a Roma -, ma sicuramente sorpresa dalla veemenza dei belgi. Fra i più in difficoltà De Vrij, non a caso tolto poi all’intervallo (anche perché ammonito), sovrastato fisicamente da David, possente, ma tecnicamente carente e impreciso al tiro. Fatto sta che al 3’ Sommer ha detto no al centravanti canadese - solo omonimo dello juventino Jonathan -, poi Lautaro sull’angolo successivo ha salvato sulla linea la conclusione di Burgess e ancora Sommer ha respinto un’altra conclusione dal limite. Dopo altri dieci minuti in apnea, l’Inter è riuscita a rallentare i ritmi, prendere possesso del gioco e gestire la partita, alzando il baricentro e arrivando con le proprie geometrie nell’area dell’Union.

La carica di Calha e Lautaro

A dare la carica i due titolarissimi a cui Chivu non ha voluto rinunciare, Calhanoglu e Lautaro. Il turco per primo ha fatto paura al gigantesco portiere Scherpen al 23' e al 41’ ha calciato l’angolo da cui è arrivato l’1-0 di Dumfries (bravo Bisseck a fare la torre, con sospetto tocco sul braccio non considerato però dal Var). Lautaro come suo solito non si è risparmiato, ha corso e pressato come sempre. Ha cercato l’assist per Pio Esposito (16’), non ha sfruttato tre occasioni (in particolare al 40', bravo Scherpen, e 42’, quando si incespicato a tu per tu col portiere) e ha poi chiuso la gara fra fine primo tempo e inizio ripresa. Prima il gol del 2-0 con un bellissimo destro all’incrocio a conclusione di una letale ripartenza disegnata da Bastoni e rifinita da Dumfries e Pio; quindi al 6’ di testa ha cercato la porta su cross di Calhanoglu, salvo trovare una deviazione di mano di Van de Perre segnalata dal Var. Dal dischetto il 3-0 firmato se non da chi se non lo specialista Calhanoglu? Col terzo gol, Chivu ha tolto tre big - l'argentino, il turco e Bastoni -, ma l’Inter, dopo qualche minuto di assestamento, ha ripreso ad attaccare, col 4-0 arrivato al 31’ grazie al primo gol in Champions di Esposito - che al 24’ ne aveva fallito uno clamoroso -, servito da Bonny, bravissimo nel creare l’occasione.

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