TORINO - Diceva, più di qualcuno, giusto un’estate fa: ma chi gliel’ha fatto fare a trasferirsi alla Juventus? E poi, proprio nella stagione in cui Wojciech Szczesny sarà indiscutibilmente il numero 1, con Gigi Buffon diretto a Parigi? Ecco, a Perin non serviva fornire ulteriori dimostrazioni di coraggio, di una forza d’animo che in carriera l’ha sostenuto anche nell’arco dei lunghi mesi trascorsi fuori dal campo, perché il crociato è una brutta bestia e sottoporsi a un intervento a entrambi i legamenti è una prospettiva altrettanto sconfortante. Mattia ha la scorza dura, l’hanno capito tutti, e domenica a Bologna s’è preso una piccola rivincita contro chi aveva già pronosticato per lui un futuro lontano dalla Nazionale, ma più in generale dalle luci della ribalta. Il ct Roberto Mancini l’ha osservato dal vivo, peraltro rischiando di annoiarsi fino al duplice guizzo “alla Buffon” contro i rossoblù Nicola Sansone e Riccardo Orsolini, che ha preservato l’1-0 con la complicità del palo. Archiviato il Dall’Ara, sorge spontaneo un interrogativo intrigante: chi l’ha detto che tra Gigio Donnarumma, Salvatore Sirigu e Alex Meret, il piccolo grande portiere di Latina non riesca a infilarsi?
Mattia Perin in azione con la maglia della Juventus