Juve, McKennie: "I miei soprannomi? Scelti da Ronaldo e Buffon"

Lo statunitense si racconta a Dazn e rivela come è stato ribattezzato dagli ex compagni di squadra. Poi sul ruolo: "Voglio giocare dove posso fare gol, è il bello del calcio"
Juve, McKennie: "I miei soprannomi? Scelti da Ronaldo e Buffon"

TORINO - Weston McKennie si è raccontato nella puntata di ‘1 vs 1’, il nuovo format firmato Dazn. Sulla piattaforma è stata pubblicata questa mattina (dopo le anticipazioni di ieri) l'intervista integrale allo statunitense della Juve, che ha continuato a raccontare l'attuale esperienza in bianconero e il suo passato: "Il mio primo ricordo legato al calcio mi riporta al momento in ui mi sono trasferito in Germania, quando mi sono ritrovato in uno stadio vuoto la mia reazione fu: 'Wow, ho sempre lavorato per questo'. Ero lì a visitarlo dopo aver firmato per il mio club di allora (lo Schalke 04, ndr) e pensai: 'Cavolo, qui sarà pieno di gente e di tifosi che verranno appositamente per vederci giocare!'. Negli Usa il calcio non è uno sport particolarmente seguito, credo che allo stadio ci vadano 5-10mila persone, magari un centinaio quando giocano le formazioni giovanili. In Germania avrei giocato di fronte a 60mila tifosi".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il passaggio in Germania

Sempre in relazione alla sua infanzia, il centrocampista ha proseguito: "Sono cresciuto facendo tanti sport, ricordo che ero sempre molto attivo. Io, mio fratello e mia sorella eravamo sempre fuori, non c'era davvero un momento in cui stavamo in casa. La cultura tedesca era differente rispetto a quella americana, in Germania i miei genitori si sentivano più sicuri a lasciarci fuori. In America ripetevano sempre: 'Devi essere a casa a quest'ora, mi raccomando'. Mentre in Germania dovevo farmi vedere a metà giornata e poi potevo stare fuori fino alle 8-9 di sera. Per un bambino di 6-7 anni era: 'Oh mio Dio! Posso rimanere fuori fino a tardi!'. Prendevo la bicicletta per andare a casa dei miei amici e andavamo al campo di calcio o alla piscina comunale. Potevamo davvero fare tutto, è stata una bella esperienza. Quando lasciammo la Germania, inizia a considerarla la mia vera casa: era fantastico".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Soprannomi ed Harry Potter

Quando gli viene domandato se abbia dei soprannomi, McKennie ne rivela anche gli ideatori: "Cristiano Ronaldo mi chiamava 'Texas Boy', Gigi Buffon 'Big Mac'. Diciamo che sì, avevo un paio di soprannomi. Anche Pirlo mi chiamava 'Texas Boy'. Erano dei momenti divertenti". Poi, tornando alla passione per Harry Potter nata grazie al regalo della nonna (che gli fece trovare tutti i libri della saga), ha raccontato ulteriori aneddoti: "Ricordo che un giorno mia mamma entrò in camera e mi disse che mia nonna era morta. Risposi che non era possibile e iniziai a piangere sotto le coperte. Allora mia mamma disse: 'Ma non la nonna a cui stai pensando, non quella che ti ha regalato i libri di Harry Potter'. Fu un momento strano. In ogni caso, fu allora che diventai un fan di Harry Potter. Ho visto tutti i film e letto tutti i libri, cioè quasi tutti. Se mi piacerebbe conoscere Daniel Radcliffe (l'attore di Harry Potter, ndr)? Oh sì, se potessi proverei un paio di incantesimi".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ruolo ideale

Weston McKennie ha concluso poi l'intervista rivelando quale sia la sua posizione preferita in campo, escludendo solo quella di portiere: "Non l'ho ancora fatto, magari un giorno! Mi considero un numero 8, un centrocampista 'box to box': come ho detto, ho molta energia e posso correre tantissimo. Il 'box to box' mi consente di fare entrambe le fasi. Se facessi un ruolo offensivo non sarei a mio agio, vedrei la mia squadra difendere e penserei: 'Voglio aiutare, voglio toccare palla". Se invece giocassi in difesa non riuscirei a rimanere nella mia posizione. Se me lo chiedessero lo farei, ma mi verrebbe di andare in avanti, perché voglio segnare. La parte più divertente del calcio è fare gol".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Weston McKennie si è raccontato nella puntata di ‘1 vs 1’, il nuovo format firmato Dazn. Sulla piattaforma è stata pubblicata questa mattina (dopo le anticipazioni di ieri) l'intervista integrale allo statunitense della Juve, che ha continuato a raccontare l'attuale esperienza in bianconero e il suo passato: "Il mio primo ricordo legato al calcio mi riporta al momento in ui mi sono trasferito in Germania, quando mi sono ritrovato in uno stadio vuoto la mia reazione fu: 'Wow, ho sempre lavorato per questo'. Ero lì a visitarlo dopo aver firmato per il mio club di allora (lo Schalke 04, ndr) e pensai: 'Cavolo, qui sarà pieno di gente e di tifosi che verranno appositamente per vederci giocare!'. Negli Usa il calcio non è uno sport particolarmente seguito, credo che allo stadio ci vadano 5-10mila persone, magari un centinaio quando giocano le formazioni giovanili. In Germania avrei giocato di fronte a 60mila tifosi".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Juve, McKennie: "I miei soprannomi? Scelti da Ronaldo e Buffon"
2
Il passaggio in Germania
3
Soprannomi ed Harry Potter
4
Il ruolo ideale

Juve, i migliori video