Il passaggio in Germania
Sempre in relazione alla sua infanzia, il centrocampista ha proseguito: "Sono cresciuto facendo tanti sport, ricordo che ero sempre molto attivo. Io, mio fratello e mia sorella eravamo sempre fuori, non c'era davvero un momento in cui stavamo in casa. La cultura tedesca era differente rispetto a quella americana, in Germania i miei genitori si sentivano più sicuri a lasciarci fuori. In America ripetevano sempre: 'Devi essere a casa a quest'ora, mi raccomando'. Mentre in Germania dovevo farmi vedere a metà giornata e poi potevo stare fuori fino alle 8-9 di sera. Per un bambino di 6-7 anni era: 'Oh mio Dio! Posso rimanere fuori fino a tardi!'. Prendevo la bicicletta per andare a casa dei miei amici e andavamo al campo di calcio o alla piscina comunale. Potevamo davvero fare tutto, è stata una bella esperienza. Quando lasciammo la Germania, inizia a considerarla la mia vera casa: era fantastico".