Causio: "Che orgoglio vedere Vlahovic con il mio numero 7 dopo Ronaldo"

L'intervista esclusiva all'uomo bianconero delle stracittadine anni 70. "Il derby? Non c'è più il Toro di una volta, ma Juric sta lavorando bene. Dybala? È troppo innamorato della Juve"
Causio: "Che orgoglio vedere Vlahovic con il mio numero 7 dopo Ronaldo"

Buongiorno Causio, la “sua” numero 7 passa da un’eccellenza a un’altra. Dopo Ronaldo, Vlahovic.

«Continua la saga! (ride) Potrebbe diventare il numero magico della storia Juventina (ride). Comunque mi fa piacere: quindi dopo FC7 e CR7 ora c’è DV7».

Come le pare il ragazzo?

«Vlahovic? Eccezionale. Mi ha stupito il carattere: se non ne hai uno molto forte non fai 19 gol a Firenze, sapendo che poi saresti andato alla Juventus. Gli dico solo di non arrabbiarsi così platealmente quando sbaglia e di giocare di più per la squadra, visto che rispetto alla Fiorentina, la Juventus ha attaccanti con cui poter collaborare di più. Ma ha tempo per migliorare, in fondo ha giocato solo tre partite e ha un maestro come Allegri che lo valorizzerà di sicuro».

Come sarà questo derby?

Sembra tornato il Toro di una volta: bello tosto. «Mmmm sì, c’è un po’ di grinta, ma il Toro di una volta era un’altra cosa! Dopodiché Juric sta lavorando molto bene, ma c’è ancora tanto da fare a livello di gioco e continuità. Mi sembra che stiano costruendo in prospettiva, con molti giocatori giovani: ha tutto una sua logica, ma va dato loro tempo».

Cosa farebbe al posto dei dirigenti della Juventus con il rinnovo di Dybala?

«Diciamo che non sarei arrivato a questo punto, perché uno come Dybala non si porta a scadenza. Dopodiché credo che la Juve abbia la situazione sotto controllo e non credo in un divorzio: Dybala è troppo innamorato di quella maglia».

E la dirigenza è abbastanza innamorata di Dybala?

«Deve prendere in mano la squadra. È abbastanza maturo per farlo: quando gira fa la differenza, ma è ancora un po’ discontinuo».

Morata?

«Finalmente è nel suo ruolo! Partendo da sinistra e accentrandosi dà il meglio di sé. Non è mai stato un centravanti, ora garantisce un rendimento importante».

Torniamo al derby: quale si ricorda di più?

«Forse il mio primo derby, finì 3-3, nel Toro c’erano Ferrini e Cereser».

Tutta l'intervista esclusiva sull’edizione di Tuttosport

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