Caso plusvalenze: cosa può cambiare la mail di Chiellini

Prosegue l'inchiesta legata agli stipendi della Juve nella stagione del Covid: i magistrati pensano di avere una prova decisiva
Caso plusvalenze: cosa può cambiare la mail di Chiellini© ANSA

Da quando l’inchiesta della Procura di Torino si è spostata dalle presunte plusvalenze fittizie alla questione degli stipendi nella stagione del Covid, davanti ai pm torinesi sono sfilati giocatori e procuratori, ma la prova chiave potrebbe essere la mail spedita da Chiellini nel marzo del 2020 per invitare i compagni a rinunciare a una parte dell’ingaggio, vista la terribile situazione finanziaria causata dallo stop del campionato per il Covid (quindi no incassi da stadio e rate dei diritti tv bloccate).

La vicenda è nota, come molti altri club, la Juventus si accordò con la rosa e Chiellini era stato il mediatore, tant’è che - come rivelato ieri dal Corriere della Sera - aveva scritto ai compagni: «Credo che anche noi dobbiamo fare un passo, come stanno facendo altri club in Europa e trovare un accordo che ci permetterebbe di evitare i rischi, oltre che di dare un’immagine di squadra fatta di uomini di valore. Seguono tre proposte nelle quali emerge il fatto che, a fronte di un mese di stipendio al quale devono rinunciare tutti, c’è la possibilità di recuperare tutte o in parte le altre mensilità alle quali i compagni dovevano rinunciare fino alla fine della stagione sportiva. L’operazione consentì alla Juventus di risparmiare 90 milioni di euro sul bilancio 2019-2020, ma secondo i magistrati non era un risparmio del tutto reale, visto che la Juventus si era impegnata con i giocatori a risarcire nel corso delle stagioni successive una parte di quello a cui avevano rinunciato, quindi era necessario iscrivere il debito contratto con loro. E questro potrebbe configurare un reato di falso in bilancio. Oltre alla mail di Chiellini, i magistrati hanno in mano delle scritture private che fungevano da garanzia di quei pagamenti.

La Juventus, all’epoca, aveva annunciato l’accordo con un comunicato in cui non si escludeva che i giocatori avrebbero ricevuto un risarcimento. «Qualora le competizioni sportive della stagione in corso riprendessero, la Società e i tesserati negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi sulla base della ripresa e dell’effettiva conclusione delle stesse. Juventus desidera ringraziare i calciatori e l’allenatore per il senso di responsabilità dimostrato in un frangente difficile. Per tutti». Ancora più espliciti erano stati i mass media di quei giorni (Tuttosport compreso) che avevano spiegato come i giocatori avrebbero molto probabilmente ricevuto buona parte degli stipendi a cui avevano rinunciato nella contigenza del Covid. Insomma non era un mistero o un’operazione segreta, ma un accordo alla luce del sole, anche se ora spetterà ai magistrati appurare se dietro all’intesa c’è stato un reato formale di bilancio. 

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