Il dottor Chiellini: manager da 110 e lode

Il professor Biancone, relatore della tesi del bianconero nel 2017: "Mi colpivano la sua umiltà e la sua preparazione"
Il dottor Chiellini: manager da 110 e lode

Tra i titoli di Giorgio Chiellini oltre all’Europeo, agli Scudetti, alle coppe figura pure il titolo di... dottore. Già, il bianconero nel 2017 ha preso la laurea specialistica in Business Administration presso la Scuola di Management ed Economia dell’Università degli studi di Torino. La tesi, manco a dirlo, era su un argomento assai conosciuto, messo... nero su bianco: «Il modello di business della Juventus in un benchmark internazionale». Massimo dei voti: 110 e lode con menzione di merito. Relatore della tesi, il professor Paolo Biancone, docente di economia aziendale. «Ho laureato degli studenti che poi sono diventati dei ministri, conosciuti. Ma non mi era mai capitato di laureare una persona già famosa - ci ha raccontato Biacone -. Con me ha dato un esame nella triennale e uno nella magistrale. Mi hanno molto colpito la sua umiltà e la sua preparazione, che era forse persino eccessiva per le esigenze. Dava proprio l’impressione di voler di mostrare che non c’erano sconti».

Le basi

In vista di una più o meno vicina nuova avventura da dirigente, insomma, le basi non mancano: «La triennale che ha fatto Giorgio è più di ampio respiro, poi si è focalizzato su una parte più manageriale in senso stretto. Il vantaggio, l’elemento amplificatore per Chiellini è legato al fatto di non avere lavorato soltanto sulla formazione, ma di avere in parallelo agito da uomo di azienda. Anche dal campo si vedono tutti gli aspetti di gestione. Secondo me in un mondo in cui le competenze sono un aspetto importante, le competenze applicate diventano ancor più un elemento di vantaggio competitivo». E ancora: «Durante la magistrale, Giorgio ha seguito con me un corso sul bilancio consolidato: la dimensione dei conti aziendali rappresenta un punto di riferimento di qualunque manager. Questa è una cosa importate da sottolineare perché se uno non sa leggere e governare il bilancio non sa gestire una azienda».

Napoleone

Un consiglio da professore a studente che si (ri)affaccia nel mondo del lavoro. «Come diceva Napoleone, per imparare a comandare bisogna saper ubbidire. Bisogna partire con umiltà per comprendere poi le dinamiche aziendali e acquisire quelle capacità manageriali che si studiano a scuola ma poi si imparano soprattutto nella vita». Potrebbe essere utile, a livello di formazione, andare prima negli Stati Uniti? «Un’esperienza internazionale è di sicuro un elemento arricchente per qualunque persona. Già solo cambiare aria ti dà una visione nuova. E negli Usa hanno una visione di business molto ben definita e confezionata. Peraltro Giorgio è uno di quei rari casi attuali di calciatore che è stato sostanzialmente monomaglia in carriera. Dunque si è misurato con una visione unica, seppure la principale che c’è in Italia. Anche per questo può essere arricchente una esperienza in un ambiente diverso: permette di rendersi conto di una dimensione di show business nuovo. Può essere prezioso per qualunque manager e anche nel caso di Chiellini, ovviamente. Così come vivere una dimensione professionale all’estero è arricchente e può portare giovamento in generale».

Chiellini: “Lo studio una porta sul futuro”

Il piacere - «Lo studio per me è un hobby, i libri in ritiro mi aiutavano a non pensare alle pressioni» - e la capacità di anticipare che lo ha fatto grande anche in campo - «A 25 anni ti senti invincibile, ma devi già pensare al futuro perché a 35 la carriera finisce e c’è una vita davanti». Sono i motori che hanno spinto Giorgio Chiellini a continuare a studiare anche dopo essere diventato un calciatore professionista, come raccontò lui stesso nel 2018 in un’intervista a FifPro, la Federazione internazionale delle associazioni calciatori.

Continuare a studiare fino alla laurea triennale in Economia e commercio con 109/110 nel 2010, quando era già alla Juventus da cinque anni, e poi alla laurea magistrale in Business Administration con 110 e lode e menzione di merito il 6 aprile 2017: giusto cinque giorni prima di segnare il gol del 3-0 in Juventus-Barcellona, andata dei quarti di Champions. A legare i due eventi, il titolo della tesi: “Il modello di business della Juventus F.C. in un benchmark internazionale”. Titolo che lega anche il presente di Chiellini al suo futuro, come anticipava - al solito - in quell’intervista: «Mi piacerebbe restare nel calcio, magari con un ruolo da scrivania. Ma devo imparare e non pensare che siccome ho giocato 15 anni nella Juve e in Nazionale io sappia già fare tutto».

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