Juve, tutti i numeri di Bremer: dai duelli difensivi al dominio di testa

Passaggi da affinare, ma il difensore brasiliano cresce: dall’83,9 all’88% di precisione
Juve, tutti i numeri di Bremer: dai duelli difensivi al dominio di testa

TORINO - Gianluca Petrachi, che da ds del Torino pescò Bremer in Brasile nel 2018, ricorda come, per descriverlo al presidente Urbano Cairo, lo paragonò a Giorgio Chiellini. Quattro anni e 110 partite in granata dopo, quel paragone ha trovato conferma nelle prestazioni del brasiliano, certificata anche dalle statistiche di Wyscout. Conferma nel bene e anche nel male: proprio come il giovane Chiellini, Bremer è un marcatore implacabile, ma ha bisogno di affinarsi in fase di impostazione. Tra i punti in comune con l’ex capitano bianconero, però, assicura chi lo conosce, ci sono anche spirito di sacrificio e applicazione sul lavoro: quel che gli serve per ripetere proprio il percorso di Chiellini, che con gli anni non ha certo sviluppato l’eleganza di Bonucci, ma è diventato assolutamente affidabile anche con la palla tra i piedi. Un processo peraltro già iniziato, visto che i passaggi precisi di Bremer sono saliti dall’83,9% del campionato 2019-20, il suo primo da titolare, all’87,4% del 2020- 21 e all’88% dell’ultimo campionato.

Processo da portare avanti, perché anche l’ultima percentuale resta lontana dai migliori del ruolo: 24° difensore centrale per quanto riguarda i passaggi in generale, 39° per quanto riguarda quelli in avanti, precisi per il 70,4%. Lontano anche da Matthijs De Ligt, del quale di fatto prende il posto nella difesa bianconera: 91,4% i passaggi precisi dell’olandese, 81,1% restringendo il campo a quelli in avanti. Simile, invece, il dato sui lanci lunghi: 51,3% precisi per Bremer, 54,2% per De Ligt. Chi fosse stato preso da sconforto e nostalgia, può consolarsi con i dati relativi alla fase difensiva. Detto che come sempre il verdetto sul passaggio da De Ligt a Bremer lo darà il campo (e per valutare l’operazione nella sua interezza si dovrà tener conto anche dei rinforzi in altri settori permessi dalla cessione dell’olandese), le statistiche dell’ultimo campionato legate al primo compito di un difensore, difendere, mettono il neo bianconero davanti all’ex.

Non solo quelle relative ai numeri assoluti, che vedono Bremer miglior giocatore della Serie A con 15,2 azioni difensive riuscite ogni 90 minuti (e secondo solo a Kouyate del Metz, 16,4, tra i difensori centrali dei primi cinque campionati europei), che sono influenzate dal contesto: è chiaro che le azioni difensive di Ruben Dias nel Manchester City, per fare un esempio estremo (68,2% di possesso palla medio) sono limitate. Bremer ha brillato anche nei dati percentuali: con il 72,3% di duelli difensivi vinti è il migliore tra i 10 difensori di Serie A che ne hanno effettuati di più (lui il primo con 393) ed è il 9° tra quelli che hanno giocato almeno 20 partite da titolare (primo il romanista Smalling con il 77,2%, ma su 5,8 duelli ogni 90 minuti contro gli 11,4 di Bremer).

Dato in cui De Ligt è stato all’incirca sullo stesso piano: vincendo il 71,9% dei suoi duelli difensivi (5,4 ogni 90 minuti). Dove il brasiliano ha fatto nettamente meglio dell’olandese sono i palloni intercettati, 236 in totale, primo difensore e secondo solo a Brozovic (246) nell’ultima Serie A, con una media ogni 90 minuti di 6,9 contro i 3,9 di De Ligt, e i duelli aerei nella propria area. Bremer è infatti uscito vincitore nel 68,3% dei confronti sui palloni alti all’interno dei propri 16 metri, 7° in Serie A, De Ligt, nel 60% (16°). Un’efficacia che stranamente non trova riscontro nel resto del campo, visto che sul totale dei duelli aerei Bremer ne ha vinti il 52%. Dato che però pesa meno rispetto alla sua padronanza della propria area. Anche perché comunque di testa ha segnato sei degli 11 gol realizzati negli ultimi tre campionati.

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