Bonucci e Bremer, difesa a cinque stelle per la Juve

La nuova coppia di centrali ha già trovato il feeling: i due si completano e hanno ampi margini di crescita
Bonucci e Bremer, difesa a cinque stelle per la Juve

INVIATO A LOS ANGELES - E intanto, pronti via, Robert Lewandowski l'hanno fermato... Ok che Dembélé ne ha fatti due, di gol, alla Juventus, epperò nulla da dire: in questi casi, oltre che nella sfera dell'enorme talento del francese in questione, si entra nelle dinamiche di difesa di squadra, di collaborazione tra reparti, di movimenti di mezzali e laterali. Finora il B&B bianconero (Bonucci&Bremer) merita almeno 4 pallini di gradimento, quasi il massimo. Quasi perché il potenziale è enorme e i margini di crescita restano ancora ampi, tuttavia si può parlare di categoria lusso. E, nello specifico, di assortimento perfetto. Leonardo Bonucci è sempre lui. Pure meglio. Perché il fisico magari è da gestire in un certo modo visto che gli anni passano per tutti, giocatori della Juventus compresi, ma con il trascorrere delle stagioni sono migliorati la testa, l'esperienza, il carisma, il senso di responsabilità: oltre ovviamente alla bravura di uno che eccome se è del mestiere. Uno che peraltro, quest'anno, ha già dimostrato di saper entrare alla grandissima (entusiasmo e misura: un binomio assai raro) nel ruolo che finalmente gli è stato riconosciuto ufficialmente, oltre che nella natura delle cose...

Bonucci mentore

Capitan Bonucci è quanto di meglio potesse capitare - quale mentore, tutor, compagno d'avventure - a Gleison Bremer. Il brasiliano di anni ne ha 25 e sta entrando in quella fase in cui alla potenza si aggiunge il controllo. Sì, insomma, la consapevolezza. L'ex granata - brasiliano assai schivo, poco incline all'essere esuberante e farsi notare fuori dal campo - quando entra nel rettangolo verde sa diventare protagonista assoluto. "Fisicamente è un animale", ha detto con ammirazione (e rassicurato dall'averlo dalla sua parte) il portiere bianconero Wojciech Szczesny. Ma anche tecnicamente è tra i top del campionato italiano. Bravo a giocare d'anticipo, oltre che a fare i corpo a corpo; bravo a smistare i palloni, ha una percentuale di passaggi riusciti degna d'un centrocampista. Ama, del resto, quando terminano gli allenamenti "standard" continuare ad esercitarsi sui fondamentali. Peraltro proprio in quel suo nome, Bremer (all'anagrafe, volendo fare i precisini, sarebbe Gleison Bremer Silva Nascimento) già indirizzava un destino, il papà del bianconero, il quale si è ispirato all'Andreas Brehme che ha lasciato il segno con la Germania e con l'Inter.

Juve, le frecciate di De Ligt

Gleison l'Inter l'ha più che sfiorata, ma alla fine la Juventus ha deciso che non poteva esserci opzione migliore per sostituire Matthijs de Ligt. Di Bremer piace anche che... parla poco. Ieri l'olandese ha invece di nuovo punzecchiato: "Scelsi di andare alla Juve con l'idea di giocare un calcio più offensivo, all'epoca l'allenatore era Maurizio Sarri. Pensavo che con lui, dopo quanto visto al Napoli e al Chelsea, avremmo avuto uno stile di gioco simile a quello dell'Ajax. Purtroppo però dopo appena un anno Sarri è andato via". A giudicare dai primi falli di mano in serie, sembrava che avesse scelto la Juventus pensando fosse allenata da Fefè De Giorgi o Julio Velasco, ma tant'è. Ora i bianconeri hanno voltato pagina. C'è la B&B, c'è un Daniele Rugani che "è stato responsabilizzato e ha dimostrato tutto il suo valore", Bonucci dixit; "c'è un Federico Gatti che ha le potenzialità per starci, eccome, alla Juventus", ha detto ancora il capitano. Al netto di vari ed eventuali sviluppi di mercato, naturalmente.

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