Quarto un altro centrocampista di spessore: Musiala.
«Gran bel torello, uno che percorre tanti chilometri a partita. Ma come Bellingham, sta un gradino sotto Gavi».
E Ansu Fati?
«Lui sì avrebbe potuto battere tutti. Per le sue giocate straordinarie, colpi di genio. Tuttavia è stato frenato dalle quattro operazioni al menisco in un anno. Chiaro che ora Xavi lo centellina...».
Qual è stato il Golden Boy di Luciano Moggi?
«Facile: uno che ha conquistato il Mondiale con l’Italia, il titolo di capocannoniere della competizione e alla fine di quell’anno magico, il 1982, ha alzato il Pallone d’Oro: Paolo Rossi, naturalmente».
Ma nell’82 “Pablito” aveva 26 anni…
«Sì, però io lo portai alla Juventus quando ancora non era sedicenne. Un Golden Kid, per la precisione. Giocava nella Cattolica Virtus di Firenze. Una squadra dilettantistica da cui la Juve aveva già preso suo fratello maggiore Rossano, quasi tre anni più vecchio. A segnalarmi Paolo fu l’ex difensore viola Italo Acconcia. Andai a vederlo e dissi subito a Locatelli, capo del settore giovanile bianconero: dobbiamo assolutamente acquistarlo. È un fenomeno».