Juventus, Alesi esclusivo: dal lavoro di Agnelli a Chiesa “cane feroce”

Intervista all’ex asso della Ferrari tifosissimo bianconero: “Bel futuro con Miretti e Fagioli. L’Inter? Si sorpassa così”
Juventus, Alesi esclusivo: dal lavoro di Agnelli a Chiesa “cane feroce”© LaPresse

TORINO - Ambassador della Formula 1, appassionato di calcio, francese di solide radici italiane, ferrarista doc, già pilota generoso e indomito. E il ritratto di Jean Alesi che ha vestito i colori della Ferrari per 5 anni, ha corso 202 GP, ne ha vinto 1 e 32 podi. Non ha intercettato la Rossa in uno dei momenti migliori, ma s’è tolto comunque grandi soddisfazioni. Sotto la tuta rossa, ha “indossato” la maglia bianconera.

Jean, possiamo dire che lei è sempre un grande tifoso della Juventus?

«La mia storia personale e sportiva è strettamente intrecciata con quella bianconera, sono sempre e da sempre un grande tifoso. Il fatto che al J-Museum ci sia una mia tuta, che risale al tempo in cui correvo in Formula 1, mi riempie di orgoglio. Cerco di non perdermi mai le partite della Juve».

Parliamo della partita di domani sera contro l’Inter? Sarà un momento ad altissima tensione emotiva e anche un’occasione ghiotta dal punto di vista della classifica...

«Io ne posso parlare, ma solo da tifoso. E come tifoso non posso che augurarmi una vittoria. Poi la rivalità con l’Inter, sappiamo tutti quanto è forte!».

Per restare in tema motoristico, e ricordare i suoi trascorsi, sarebbe un sorpasso alla Alesi...

«No, sarebbe molto meglio e molto di più. La partita non me la perderò per nessuna ragione al mondo. Ma, ripeto, non posso dare un giudizio imparziale. Sono e resto tifoso. E mi auguro davvero che si vinca. E, parlando di questa sfide e di Juve, voglio dire anche un’altra cosa».

Sì, che cosa?

«Conosco Andrea Agnelli da molti anni, quando io ero in Formula 1 anche lui lavorava nell’ambiente delle corse. Ci frequentiamo da tanto tempo. E nonostante le difficoltà che la Juventus sta attraversando un questo periodo, penso che stia facendo un lavoro eccezionale, che alla fine porterà i frutti che deve portare».

Cosa c’è che non ha funzionato in questi mesi, secondo lei?

«Rispondo solo con tre nomi: Pogba, Chiesa, Di Maria. Non c’è nessuna squadra che possa rinunciare a tre giocatori di questa caratura senza che ne risentano i risultati. E’ praticamente impossibile. Credo che, dal punto di vista degli infortuni, sia stato soprattutto una grande sfortuna».

Dalla Ferrari di Chiesa alla Lamborghini di Lautaro: Juve-Inter supercar

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiesa s’è rivisto in campo contro il Paris Saint Germain nell’ultimo match di Champions League.

«Avete visto con quale grinta? Sembrava un cane feroce finalmente libero dopo essere stato in gabbia per mesi. Per un giocatore come lui stare fuori così tanto per infortunio è molto dura, non è soltanto una questione fisica. Il suo recupero sarà molto importante per la Juve, anche se è presto per dire che sia già pronto».

E Pogba?

«Stesso discorso, la sua assenza ha pesato nella Juve e peserà tanto anche nella Francia ai Mondiali in Qatar. Non sono un esperto in materia, ma riesco a capire che riprendersi da guai fisici di quel tipo sia un processo faticoso e lungo. E’ chiaro che lui è un giocatore che fa la differenza sempre. Doverlo tenere fuori è un grosso problema».

La Francia può consolarsi, tra gli altri, con un grande Mbappè.

«Sì, è un giocatore straordinario. Le sua accelerazioni sono pazzesche, per chi ama il calcio è un piacere vederlo giocare. Magari non da avversario... Comunque prevedo che sia un futuro Pallone d’Oro. Lo merita».

Torniamo alla Juve e alle assenze: i giovani hanno fatto la loro parte quando sono stato chiamati in campo.

«Nel contesto di un periodo poco fortunato, sono la nota migliore. Li guardi in faccia e pensi che abbiano 14 anni. Ma in campo, tutti quanti, hanno saputo pesare e in qualche caso fare la differenza. E abbiamo visto tutti quale prova autorevole abbiano fornito contro una squadra della caratura del Psg. Mi sono piaciuti tutti. Un nome? Fagioli, anche per quel gol fantastico che ha segnato a Lecce. Ma, ribadisco, sono tutti bravi e saranno una grande risorsa per la nostra Juve».

E quindi con l’Inter...

«La Juve quest’anno ha avuto delle difficoltà, ma se mette in campo la grinta, la determinazione e il carattere che abbiamo visto in Champions... Beh, va bene che sono tifoso, ma penso proprio che giocando in questo modo si possa vincere. Mi auguro che vada così. In questo momento farebbe bene a tutti. Se ci pensiamo, era difficile giocare bene e convincere con il Psg ed esserci riusciti è un grande risultato. Ci vuole una Juve su quegli stessi livelli».

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E comunque la qualificazione in Europa League è stata ottenuta, consentirà comunque a febbraio di giocare una coppa internazionale.

«Non sarà un ripiego, ci sono delle squadre molto forti. E’ una competizione di prestigio. Certo, noi tifosi sogniamo la Champions, ma in Europa League ci si possono togliere delle grandi soddisfazioni. Sono ottimista, anche perché gli infortunati poco alla volta torneranno. Chiesa l’abbiamo visto, adesso tocca agli altri».

Guarderà la partita in televisione?

«Sono sempre davanti al televisore, anche perché mio figlio Giuliano sta vivendo un nuovo inizio di carriera in Giappone, si è trasferito nel momento giusto, corre in Superformula e nel GT500, scende in pista praticamente ogni fine settimana. Io, considerato la differenza di fuso orario, mi alzo alle tre del mattina per guardarlo e, complice il fatto di essere sempre un po’ assonnato, sono un po’ meno coinvolto dal punto di vista emotivo. Prima era davvero troppo per le mie coronarie...».

Chiudiamo con lo sport in cui è stato protagonista negli Anni 90. Come vede il finale di stagione in Formula 1, con i due Mondiali già assegnati a Verstappen e alla Red Bull.

«Penso che saranno gare divertenti e combattute, io andrò al finale di Abu Dhabi. Sarà una grande festa, la degna conclusione di un bellissimo campionato».

Peccato per la questione del budget cap, non trova?

«Non voglio entrare nel merito della questione, né partecipare ad alcun polemica. Ma quando ho sentito che in Formula 1 sarebbe stato inserito il budget cap ho subito pensato che qualcuno avrebbe potuto trovare degli escamotage per aggirare le norme. Se ci si mette nei panni di grandi squadre che per restare nei livelli di spesa ammessi hanno dovuti licenziare ingegneri e tecnici, tagliare il personale, ridurre gli sviluppi, capisco che ci sia molto malumore. Ma confido che quanto è stato imparato quest’anno serva per evitare i problemi in futuro». 

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TORINO - Ambassador della Formula 1, appassionato di calcio, francese di solide radici italiane, ferrarista doc, già pilota generoso e indomito. E il ritratto di Jean Alesi che ha vestito i colori della Ferrari per 5 anni, ha corso 202 GP, ne ha vinto 1 e 32 podi. Non ha intercettato la Rossa in uno dei momenti migliori, ma s’è tolto comunque grandi soddisfazioni. Sotto la tuta rossa, ha “indossato” la maglia bianconera.

Jean, possiamo dire che lei è sempre un grande tifoso della Juventus?

«La mia storia personale e sportiva è strettamente intrecciata con quella bianconera, sono sempre e da sempre un grande tifoso. Il fatto che al J-Museum ci sia una mia tuta, che risale al tempo in cui correvo in Formula 1, mi riempie di orgoglio. Cerco di non perdermi mai le partite della Juve».

Parliamo della partita di domani sera contro l’Inter? Sarà un momento ad altissima tensione emotiva e anche un’occasione ghiotta dal punto di vista della classifica...

«Io ne posso parlare, ma solo da tifoso. E come tifoso non posso che augurarmi una vittoria. Poi la rivalità con l’Inter, sappiamo tutti quanto è forte!».

Per restare in tema motoristico, e ricordare i suoi trascorsi, sarebbe un sorpasso alla Alesi...

«No, sarebbe molto meglio e molto di più. La partita non me la perderò per nessuna ragione al mondo. Ma, ripeto, non posso dare un giudizio imparziale. Sono e resto tifoso. E mi auguro davvero che si vinca. E, parlando di questa sfide e di Juve, voglio dire anche un’altra cosa».

Sì, che cosa?

«Conosco Andrea Agnelli da molti anni, quando io ero in Formula 1 anche lui lavorava nell’ambiente delle corse. Ci frequentiamo da tanto tempo. E nonostante le difficoltà che la Juventus sta attraversando un questo periodo, penso che stia facendo un lavoro eccezionale, che alla fine porterà i frutti che deve portare».

Cosa c’è che non ha funzionato in questi mesi, secondo lei?

«Rispondo solo con tre nomi: Pogba, Chiesa, Di Maria. Non c’è nessuna squadra che possa rinunciare a tre giocatori di questa caratura senza che ne risentano i risultati. E’ praticamente impossibile. Credo che, dal punto di vista degli infortuni, sia stato soprattutto una grande sfortuna».

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