Probabilmente anche al posto giusto, ma di certo nel momento sbagliato. La figura di Federico Cherubini è una di quelle che esce con meno macchie dal frammentario affresco disegnato dai magistrati della Procura di Torino nelle 544 pagine con cui sono state richieste, senza successo, misure cautelari per i vertici della Juventus in occasione dell’inchiesta sui conti bianconeri. Anzi. La posizione del dirigente umbro, per certi versi, emerge come rafforzata dalla bufera che si è abbattuta sul club negli ultimi giorni. Da un punto di vista morale e da un punto di vista gerarchico. L’affiorato spirito critico dell’attuale direttore sportivo scava un solco profondo rispetto alla gestione precedente e, da questo quadro, germogliano le intenzioni delle nuove figure apicali alla Continassa. Il disegno abbozzato in questi primi giorni di lavoro dietro le quinte dal futuro presidente Gianluca Ferrero e del già arruolato, in qualità di direttore generale, Maurizio Scanavino prevede infatti che Cherubini affianchi il sempre più centrale Massimiliano Allegri a capo dell’area sportiva. Secondo uno scenario, però, destinato a durare il breve volgere di qualche mese. Il tempo di portare a termine – nel miglior modo possibile, va da sé – questa travagliata stagione.