TORINO - Brucia eccome il pareggio con il Nantes, che lascia la qualificazione agli ottavi di Europa League con un punto di domanda più grande di quello che c’era prima dei 90 minuti disputati all’Allianz Stadium. Il pareggio non solo non era “atteso”, ma per come si è concretizzato riapre un dilemma che con frequenza si è riaffacciato nel corso di questa stagione arrivata oltre il giro di boa. Perchè se è vero che la Juventus può essere arrabbiata con l’arbitro portoghese Pinehiro che non ha fischiato il fallo di mano da rigore all’ultimissimo minuto, e ritenersi sfortunata per aver colpito tre pali - di cui due con un tiro solo (!) -, è altrettanto incontestabile il fatto che la vittoria è mancata anche perché la Juve ha costruito troppo poco. Soprattutto se si tiene conto del reale valore oggettivo dell’avversario, tredicesimo in Ligue 1. La Juventus di Allegri (da ieri nonno del piccolo Filippo) ha deluso sotto il profilo del gioco e quindi, inevitabilmente, nella godibilità dello spettacolo.