La luce di Di Maria
Ai quarti adesso la Juventus deve tornarci. Allegri proverà a progettare un altro capolavoro, chiedendo ai giocatori di realizzarlo, ma oggi come allora c’è un campione (non dello stesso livello, ma assieme a pochi altri quanto di più vicino a CR7 e Messi il calcio mondiale abbia prodotto nell’ultimo decennio) a cui allenatore e compagni guardano perché con la sua classe sublimi il lavoro di tutti. A prescindere dal numero dei gol: Di Maria è prima di tutto un creatore di calcio, non un finalizzatore implacabile come il fuoriclasse portoghese ed è difficile aspettarsi da lui la seconda tripletta consecutiva, anche se certo non è impossibile. Quello che la Juventus tutta, fino all’ultimo tifoso, si attende, è un’altra prova della sua classe, che poi segni tre gol oppure serva tre assist, come nell’unica vittoria bianconera nel girone di Champions, proprio allo Stadium contro il Maccabi, importa relativamente. Anzi, se come fece con il terzo degli assist di quella sera mandasse in gol Dusan Vlahovic, magari anche più di una volta, il peso della sua giocata sarebbe probabilmente ancora superiore che se segnasse in prima persona: perché oltre a regalare comunque un gol alla Juve, le regalerebbe forse anche un centravanti ritrovato e quanto mai prezioso. Prezioso come andare avanti in Europa League e come Di Maria.