Calciopoli: Meani, Milan, favori a Paparesta e ordini a De Santis

"Solo la Juve telefonava", questo è il ritornello noto a tutti. Invece sono comprovate le chiamate tra l'addetto degli arbitri del Milan e i due direttori di gara: i dettagli
Calciopoli: Meani, Milan, favori a Paparesta e ordini a De Santis

Solo la Juventus telefonava. Il grande ritornello di Calciopoli è stato questo, preceduto da quel «piaccia o non piaccia», risuonato quasi esilarante quando emersero le altre telefonate e si scoprì che molti altri club telefonavano. Eccome se telefonavano! Qui, per esempio, c'è una chiamata fra l'addetto agli arbitri del Milan, Leonardo Meani e l'arbitro, allora in attività, Gianluca Paparesta. Meani fa sapere a Paparesta che "il dossier è nelle mani del sottosegretario Gianni Letta […] questa mattina mi ha chiamato, mi ha detto che conosce la vicenda, che interverrà". Cos'era questo dossier? E perché Paparesta l'aveva affidato al Milan? Si trattava di un dossier che contiene informazioni riguardo attività connesse al Consorzio Asso Bio Diesel del quale Paparesta era revisore contabile. Galliani aveva fatto da tramite affinché il documento arrivasse al sottosegretario della presidenza del Consiglio, Gianni Letta. In sostanza una raccomandazione per un affare (perfettamente legale) che avrebbe accelerato l'iter burocratico. Un favore, insomma, che Meani riesce a fare a Paparesta, invitandolo poi a ringraziare Galliani.

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Meani, Moggi e le ammonizioni mirate (degli altri)

Si diceva che Moggi avesse organizzato un sistema di ammonizioni mirate per fare in modo che gli avversari della Juventus avessero più squalificati possibili. Ora, in aula a Napoli, questa teoria venne smontata con le statistiche alla mano, che dimostravano l'inesistenza di questo meccanismo e del fatto che il numero di squalificati nelle squadre che giocavano contro la Juventus era esattamente nella media delle altre squadre. In compenso emerse una telefonata che i Carabinieri di via Inselci avevano segnalato come "molto pertinente", ma i pm avevano scartato. Si tratta di una chiamata fatta dallo stesso addetto agli arbitri del Milan, Leonardo Meani, a Massimo De Santis, che arbitrerà la successiva partita dei rossoneri contro la Fiorentina. I due parlano del caso Ibrahimovic (allora juventino) squalificato con la prova tv, poi Meani chiede esplicitamente di non ammonire Nesta, che era diffidato, altrimenti avrebbe saltato la partita con la Juventus. De Santis gli fa presente che Nesta deve stare attento e che lui alla Juve «ne ha fatti fuori due» con le ammonizioni. Meani insiste e cerca in tutti i modi di condizionare De Santis, facendogli capire che avrebbe avuto la stampa contro qualora avesse dato il giallo a Nesta. Per la cronaca, Nesta non fu ammonito in quella partita.

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Solo la Juventus telefonava. Il grande ritornello di Calciopoli è stato questo, preceduto da quel «piaccia o non piaccia», risuonato quasi esilarante quando emersero le altre telefonate e si scoprì che molti altri club telefonavano. Eccome se telefonavano! Qui, per esempio, c'è una chiamata fra l'addetto agli arbitri del Milan, Leonardo Meani e l'arbitro, allora in attività, Gianluca Paparesta. Meani fa sapere a Paparesta che "il dossier è nelle mani del sottosegretario Gianni Letta […] questa mattina mi ha chiamato, mi ha detto che conosce la vicenda, che interverrà". Cos'era questo dossier? E perché Paparesta l'aveva affidato al Milan? Si trattava di un dossier che contiene informazioni riguardo attività connesse al Consorzio Asso Bio Diesel del quale Paparesta era revisore contabile. Galliani aveva fatto da tramite affinché il documento arrivasse al sottosegretario della presidenza del Consiglio, Gianni Letta. In sostanza una raccomandazione per un affare (perfettamente legale) che avrebbe accelerato l'iter burocratico. Un favore, insomma, che Meani riesce a fare a Paparesta, invitandolo poi a ringraziare Galliani.

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