Allegri-Juventus, pro e contro: dalla gestione fuori campo al gioco

In questi due anni hanno deluso anche i risultati, bene invece la politica dei giovani
Allegri-Juventus, pro e contro: dalla gestione fuori campo al gioco© Juventus FC via Getty Images

Allegri sì, come oggi è probabile, o Allegri no, come potrebbe accadere, prima di fare una delle scelte cruciali relative alla prossima stagione la Juventus dovrà ponderarne pro e contro e soprattutto prepararsi a sostenere i secondi, oltre che a sfruttare i primi. Due esempi, relativi a caratteristiche indiscutibili. Allegri è uno straordinario gestore di momenti difficili, capace di mantenere la serenità del gruppo anche nelle situazioni più tumultuose: se ne è avuta prova negli ultimi mesi, quando tra penalizzazione e una dirigenza quasi azzerata da un giorno all’altro è riuscito a compattare la squadra, portandola - almeno fino alla crisi delle ultime settimane - a inseguire un posto in Champions anche con -15 e a giocarsi semifinali di Europa League e Coppa Italia.

Allegri nella nuova società

Siccome purtroppo anche la prossima stagione rischia di essere condizionata da difficoltà extracalcistiche, sarebbero di nuovo preziose queste sue capacità (per quanto nelle ultime settimane pure lui sembri faticare, ma d’altra parte reggere al bombardamento di brutte notizie e brutte voci che piovono di continuo sulla Juventus è impresa improba). D’altra parte, se Allegri sarebbe un prezioso aiuto per una società nuova nel gestire le difficoltà legate al possibile tracimare delle vicende giudiziare nella prossima stagione, oltre che un interlocutore ragionevole e aziendalista («lo considero un complimento», ha detto più volte) nella programmazione del mercato, la società dovrà essere di sostegno al tecnico. Perché le critiche sul gioco, da tifosi e opinione pubblica, arriveranno. Perché anche se alcune sue Juventus sono state pure belle, ricercare il risultato attraverso un gioco che appaghi l’occhio degli spettatori non è l’obiettivo di Allegri.

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La bellezza può arrivare

Che ritiene la solidità difensiva il primo requisito per raggiungere il risultato e quella cerca. La bellezza può arrivare, ma non è detto, ed è comunque diversa dai canoni in voga. La società deve saperlo, come deve sapere che difficilmente un attaccante batterà il proprio record di gol e questo può incidere sul suo valore (ma potrebbe batterlo un centrocampista...), e deve essere pronta ad affrontare a fianco del tecnico mugugni, critiche ed eventuali cali di appeal verso spettatori, media e sponsor. Anche se su questo poi i risultati avranno la loro incidenza. Ecco, in questo senso qualche tarlo la stagione passata e quella in corso possono averlo generato: perché al netto delle tante e pesanti difficoltà, l’efficacia tipica delle squadre di Allegri non è stata costante.

I giovani di Allegri

Tarli che le prossime settimane potrebbero schiacciare o ingrassare. Tarli schiacciati, o quantomeno allontanati, quelli relativi alla ritrosia di Allegri nell’impiego dei giovani, che saranno un cardine del nuovo progetto. Da Miretti a Fagioli, da Soulé a Iling Junior, da Barbieri a Barrenechea, mai la Juventus ne aveva impiegati così tanti e così tanto. Certo, gli infortuni li hanno favoriti: ma un Pogba sano e in forma avrebbe giocato più di Fagioli e Miretti anche con altri allenatori.

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Allegri sì, come oggi è probabile, o Allegri no, come potrebbe accadere, prima di fare una delle scelte cruciali relative alla prossima stagione la Juventus dovrà ponderarne pro e contro e soprattutto prepararsi a sostenere i secondi, oltre che a sfruttare i primi. Due esempi, relativi a caratteristiche indiscutibili. Allegri è uno straordinario gestore di momenti difficili, capace di mantenere la serenità del gruppo anche nelle situazioni più tumultuose: se ne è avuta prova negli ultimi mesi, quando tra penalizzazione e una dirigenza quasi azzerata da un giorno all’altro è riuscito a compattare la squadra, portandola - almeno fino alla crisi delle ultime settimane - a inseguire un posto in Champions anche con -15 e a giocarsi semifinali di Europa League e Coppa Italia.

Allegri nella nuova società

Siccome purtroppo anche la prossima stagione rischia di essere condizionata da difficoltà extracalcistiche, sarebbero di nuovo preziose queste sue capacità (per quanto nelle ultime settimane pure lui sembri faticare, ma d’altra parte reggere al bombardamento di brutte notizie e brutte voci che piovono di continuo sulla Juventus è impresa improba). D’altra parte, se Allegri sarebbe un prezioso aiuto per una società nuova nel gestire le difficoltà legate al possibile tracimare delle vicende giudiziare nella prossima stagione, oltre che un interlocutore ragionevole e aziendalista («lo considero un complimento», ha detto più volte) nella programmazione del mercato, la società dovrà essere di sostegno al tecnico. Perché le critiche sul gioco, da tifosi e opinione pubblica, arriveranno. Perché anche se alcune sue Juventus sono state pure belle, ricercare il risultato attraverso un gioco che appaghi l’occhio degli spettatori non è l’obiettivo di Allegri.

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