Juve, Figc, plusvalenze e stipendi: perché il 22 maggio è il giorno chiave

Tra patteggiamento e CFA, dove spunta un sottoposto della Sandulli. Tra ottimisti e pessimisti (o realisti se preferite)...

Ci sono gli ottimisti, che credono a una Juventus che l’anno prossimo disputerà le coppe, forse addirittura la Champions League. I pessimisti (o realisti se preferite), che non riescono a vedere come, fra sottrazioni di punti e minacce Uefa, la Juventus possa partecipare anche solo alla prossima Conference. E in mezzo c’è la Juventus, all’interno della quale si commenta con prudentissima parsimonia e che, in fondo, si divide allo stesso modo, fra chi crede e chi no, perché la verità è che nessuno è in grado dire come andrà a finire. Anche se si iniziano ad avere certezze sul fatto che esiste una strada per chiudere tutto entro questa stagione, mettere un tappo a questa vicenda e andare finalmente avanti (che di cose da fare la nuova Juventus ne ha parecchie).

Il passaggio cruciale

La chiave della vicenda sta nella diplomazia intercorsa fra la Juventus e la Figc negli ultimi mesi e che si intensificherà nelle prossime settimane. Il passaggio cruciale sarà il 22 con la Corte d’Appello Federale che dovrà quantificare i punti di penalizzazione: da zero a quindici ha libertà di calcolarli come vuole, perché i paletti del Collegio di Garanzia sono larghi e ci può passare di tutto. Tanto lo si è capito che questo non è diritto in senso stretto, che tutto si può interpretare e piegare all’esigenza, che la giustizia sportiva è un mondo parallelo e forse è inutile, anche per chi commenta, usare gli strumenti della giurisprudenza per il confronto o anche solo per la comprensione: può dare la stessa sensazione di mangiare la minestra con la forchetta. Se anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi auspica una riforma della giustizia sportiva significa che qualcosa sfugge anche a lui (e non intendiamo il brodo).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Tutto in tempi brevi

Perché parliamo sempre di un settore industriale (il calcio) che muove una decina di miliardi all’anno e viene regolato con l’articolo 4, un minestrone (per rimanere in metafora) nel quale ci può finire l’acqua fredda delle docce della squadra avversaria e il falso in bilancio. Va bene la norma di chiusura, ma questa pare la diga di Tarbela. Ma così è e, quindi, tanto vale attendere la decisione della Corte d’Appello Federale e capire che aria tira. Quella sentenza stabilirà il primo trancio sanzionatorio, sulla base del quale verrà patteggiato il secondo. Tutto in tempi brevi (il 27 maggio scadono i termini per il deferimento) e quindi con pene da scontare sul campionato in corso. Alla fine non stupirebbe che tra l’uno e l’altro procedimento, i punti da detrarre fossero una dozzina o giù di lì, con la Juventus fuori da qualsiasi coppa e la quasi certezza di trovare una quadra con l’Uefa per la stagione 2024-25.

La Juve e l'Europa League

E se la Juventus vincesse l’Europa League? Detto che dovrebbe giocare un filo meglio di giovedì per sperarlo, a quel punto si aprirebbe un nuovo scenario perché sarebbe imbarazzante per l’Uefa escludere una detentrice di trofeo. Ma, al momento, nessuno si pone il problema, ci sarà tempo, eventualmente, nella notte di Budapest. Prima, molto prima, c’è la Corte d’Appello Federale, la cui composizione è stata annunciata. La presiederà la napoletana Ida Raiola (Tar del Veneto), mentre il relatore sarà Marco Stigliano Messuti, avvocato di stato, quindi un sottoposto di Gabriella Palmieri Sandulli, che ha redatto la sentenza del Collegio di Garanzia. Ma non è diritto, quindi nessuno stupore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ci sono gli ottimisti, che credono a una Juventus che l’anno prossimo disputerà le coppe, forse addirittura la Champions League. I pessimisti (o realisti se preferite), che non riescono a vedere come, fra sottrazioni di punti e minacce Uefa, la Juventus possa partecipare anche solo alla prossima Conference. E in mezzo c’è la Juventus, all’interno della quale si commenta con prudentissima parsimonia e che, in fondo, si divide allo stesso modo, fra chi crede e chi no, perché la verità è che nessuno è in grado dire come andrà a finire. Anche se si iniziano ad avere certezze sul fatto che esiste una strada per chiudere tutto entro questa stagione, mettere un tappo a questa vicenda e andare finalmente avanti (che di cose da fare la nuova Juventus ne ha parecchie).

Il passaggio cruciale

La chiave della vicenda sta nella diplomazia intercorsa fra la Juventus e la Figc negli ultimi mesi e che si intensificherà nelle prossime settimane. Il passaggio cruciale sarà il 22 con la Corte d’Appello Federale che dovrà quantificare i punti di penalizzazione: da zero a quindici ha libertà di calcolarli come vuole, perché i paletti del Collegio di Garanzia sono larghi e ci può passare di tutto. Tanto lo si è capito che questo non è diritto in senso stretto, che tutto si può interpretare e piegare all’esigenza, che la giustizia sportiva è un mondo parallelo e forse è inutile, anche per chi commenta, usare gli strumenti della giurisprudenza per il confronto o anche solo per la comprensione: può dare la stessa sensazione di mangiare la minestra con la forchetta. Se anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi auspica una riforma della giustizia sportiva significa che qualcosa sfugge anche a lui (e non intendiamo il brodo).

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Juve, Figc, plusvalenze e stipendi: perché il 22 maggio è il giorno chiave
2