Vaghezze bianconere
Ma anche ieri sera sono emerse lacune caratteriali, morali e tecniche che non possono essere imputate al solo allenatore. Che, peraltro, di suo l’aveva preparata persino bene: ma che gli vuoi dire se uno come Di Maria ti sbaglia quel gol (ah: tra l’altro quante volte lo stesso Di Maria ha evitato al Psg dei fenomeni le clamorose eliminazioni europee? Nessuna: tutto torna), se Kean (altra scelta giusta di chi la partita l’aveva preparata sulle carenze avversarie) colpisce il palo, se Rabiot sbaglia conclusioni. E se, soprattutto, Chiesa fallisce un gol elementare e, dannazione, perde in maniera sanguinosa in uscita la palla che porterà al pari di Suso. Sono mancati quelli che dovrebbero fare la differenza e qui si può aprire il dibattito se l’allenatore li abbia motivati il giusto, se vi sia sintonia reciproca, ma da gente che è campione d’Europa e del Mondo è lecito pretendere una lucidità e una applicazione maggiori, a prescindere. Poi, infine, di nuovo quella vaghezza che pervade questa Juve quando è oramai vicina all’obiettivo. Qualcosa che Allegri non aveva mai conosciuto nella sua prima Juve. Ecco: ma è diverso lui o quelli che ci giocavano allora? Riflessioni pesanti e fondamentali da compulsare, in casa Juventus.