La trasferta di Udine non è soltanto una passerella per la Juventus, l’ultima giornata di una stagione complicatissima, iniziata con una dirigenza e con grandi obiettivi e chiusa con una rivoluzione ai vertici e con zero titoli conquistati. Alla Dacia Arena, ovviamente Uefa permettendo, i bianconeri si giocano anche la partecipazione alle prossime Coppe: con il settimo posto, l’accesso è sicuro, c’è però ancora da stabilire in quale competizione andranno a gareggiare tra Conference ed Europa League.
Juve non padrona del proprio destino
Sicuramente le ultime due sconfitte a Empoli e in casa contro il Milan hanno rallentato la marcia bianconera e la penalizzazione ha retrocesso la squadra al settimo posto con 59 punti, che equivale ad accedere ai preliminari di Conference League, cioè scendere in campo a fine agosto (il 24 e il 31) per qualificarsi alla fase a gironi. Battere domani sera l’Udinese diventa un obbligo, ma potrebbe non bastare per risalire la china e affacciarsi all’Europa League: i bianconeri non sono padroni del proprio destino, servono infatti una serie di incastri.