L’appuntamento con Svizzera-Italia Under 21 di ieri sera era segnato sull’agenda di qualsiasi dirigente, normale amministrazione. Gli occhi juventini però erano puntati sulla Cluj Arena con particolare attenzione, perché gioventù e italianità, per definizione tratti distintivi della Nazionale di Paolo Nicolato, sono anche due delle principali linee guida delle nuove strategie di mercato bianconere. Tanto che in campo tra gli azzurri ieri c’erano un giocatore di proprietà della Juve pronto a rientrare alla Continassa dopo una stagione in prestito come Rovella, un obiettivo di mercato caldo come Parisi e due giocatori seguiti con grande attenzione come Carnesecchi e Gnonto. Questo per quanto riguarda i titolari, perché in panchina c’era invece chi juventino lo è già come Fabio Miretti, uno tre soli classe 2003 della spedizione, con Scalvini e Gnonto.
Fagioli e il fattore Juve Next Gen
Proprio Miretti, assieme a Nicolò Fagioli, che all’Europeo Under 21 ha dovuto rinunciare per la frattura alla clavicola riportata in Siviglia-Juventus, rappresenta anche un’altra delle linee guida su cui si baserà - o meglio, su cui si baserà sempre di più, perché non si tratta certo di una novità - la progettazione della nuova Juventus: lo sviluppo dei giocatori del settore giovanile. Un lavoro cominciato già anni fa, che ha vissuto una svolta quando nell’estate 2018 Federico Cherubini e l’allora suo braccio destro Claudio Chiellini misero in piedi la seconda squadra, di cui Chiellini è pronto a tornare ad occuparsi dopo l’esperienza da ds del Pisa. Un progetto, dalla scorsa stagione denominato Next Gen, che proprio l’anno scorso ha fatto registrare un salto di qualità in termini di risultati: intesi non come quelli sul campo (dove la squadra di Brambilla ha comunque raggiunto la finale di Coppa Italia), ma come apporto di giocatori alla prima squadra.