Juve, ora il futuro si fabbrica in casa: il piano per la rosa 2023/24

Niente più Paredes o Arthur: il rientro alla base dei ragazzi mandati in prestito, insieme a nuove promozioni dalla Next Gen, costituiranno la base per il prossimo anno

L’appuntamento con Svizzera-Italia Under 21 di ieri sera era segnato sull’agenda di qualsiasi dirigente, normale amministrazione. Gli occhi juventini però erano puntati sulla Cluj Arena con particolare attenzione, perché gioventù e italianità, per definizione tratti distintivi della Nazionale di Paolo Nicolato, sono anche due delle principali linee guida delle nuove strategie di mercato bianconere. Tanto che in campo tra gli azzurri ieri c’erano un giocatore di proprietà della Juve pronto a rientrare alla Continassa dopo una stagione in prestito come Rovella, un obiettivo di mercato caldo come Parisi e due giocatori seguiti con grande attenzione come Carnesecchi e Gnonto. Questo per quanto riguarda i titolari, perché in panchina c’era invece chi juventino lo è già come Fabio Miretti, uno tre soli classe 2003 della spedizione, con Scalvini e Gnonto.

Fagioli e il fattore Juve Next Gen

Proprio Miretti, assieme a Nicolò Fagioli, che all’Europeo Under 21 ha dovuto rinunciare per la frattura alla clavicola riportata in Siviglia-Juventus, rappresenta anche un’altra delle linee guida su cui si baserà - o meglio, su cui si baserà sempre di più, perché non si tratta certo di una novità - la progettazione della nuova Juventus: lo sviluppo dei giocatori del settore giovanile. Un lavoro cominciato già anni fa, che ha vissuto una svolta quando nell’estate 2018 Federico Cherubini e l’allora suo braccio destro Claudio Chiellini misero in piedi la seconda squadra, di cui Chiellini è pronto a tornare ad occuparsi dopo l’esperienza da ds del Pisa. Un progetto, dalla scorsa stagione denominato Next Gen, che proprio l’anno scorso ha fatto registrare un salto di qualità in termini di risultati: intesi non come quelli sul campo (dove la squadra di Brambilla ha comunque raggiunto la finale di Coppa Italia), ma come apporto di giocatori alla prima squadra.

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Juve l'apporto concreto della Next Gen

Fagioli, cresciuto anche attraverso un prestito alla Cremonese nel 2021-22, è di fatto diventato il primo giocatore passato dalla Next Gen a conquistare un posto stabile da titolare in prima squadra. Ma non si è trattato certo di un exploit isolato: Miretti ha totalizzato addirittura più presenze (40 contro 37, anche se con meno minuti, 1831 contro 2188), Soulé e Iling Junior hanno sfiorato la doppia cifra di apparizioni (19 e 18 presenze) ed entrambi hanno segnato, Barrenechea e Barbieri hanno esordito. Un salto di qualità destinato a diventare tendenza. Magari non in tutte le stagioni ci sarà un ragazzo del settore giovanile capace di diventare un punto fermo come ha fatto Fagioli, magari non sempre ce ne saranno quattro così importanti come lo sono stati lui, Miretti, Soulé e Iling, ma quello è il progetto.

De Winter, Huijsen, Yildiz i prossimi

E ci sono già almeno tre talenti pronti a ripercorrere le loro orme, come i difensori centrali Koni De Winter, 2002 di rientro dal prestito all’Empoli, e Dean Huijsen, 2005 saltato l’anno scorso dalla Primavera alla Next Gen, e il trequartista Kenan Yildiz, anche lui 2005 salito già alla Next Gen. Come detto all’inizio, poi, a rafforzare la componente giovane, ed eventualmente anche italiana penserà anche il mercato: con l’obiettivo di ricreare nel tempo uno zoccolo duro che maturi in sé dna juventino e mentalità. Oltre al citato interesse per gli azzurri Under 21, come detto con Parisi vero e proprio obiettivo caldo (e sulla fascia tornerà anche Cambiaso dal prestito al Bologna), lo stesso acquisto di Timothy Weah si inquadra in questa linea: l’esterno del Lille non è italiano, ma è giovane, 22 anni, e ha fortemente voluto la Juventus di cui ha sentito parlare nei racconti di papà George. Politica già intrapresa in passato (Bremer, Vlahovic, Chiesa, per citare alcuni dei colpi giovani piazzati negli ultimi anni) che sarà ancora rafforzata, abbandonando parametri zero di età avanzata (Di Maria), prestiti dall’ingaggio alto (Paredes) e operazioni non inquadrate in una strategia a lungo termine (Zakaria). Strategia precisa, ma nessun dogma, sia chiaro: Milinkovic Savic ha 28 anni ed è serbo, ma resta lui il primo obiettivo qualora Adrien Rabiot lasciasse Torino.

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L’appuntamento con Svizzera-Italia Under 21 di ieri sera era segnato sull’agenda di qualsiasi dirigente, normale amministrazione. Gli occhi juventini però erano puntati sulla Cluj Arena con particolare attenzione, perché gioventù e italianità, per definizione tratti distintivi della Nazionale di Paolo Nicolato, sono anche due delle principali linee guida delle nuove strategie di mercato bianconere. Tanto che in campo tra gli azzurri ieri c’erano un giocatore di proprietà della Juve pronto a rientrare alla Continassa dopo una stagione in prestito come Rovella, un obiettivo di mercato caldo come Parisi e due giocatori seguiti con grande attenzione come Carnesecchi e Gnonto. Questo per quanto riguarda i titolari, perché in panchina c’era invece chi juventino lo è già come Fabio Miretti, uno tre soli classe 2003 della spedizione, con Scalvini e Gnonto.

Fagioli e il fattore Juve Next Gen

Proprio Miretti, assieme a Nicolò Fagioli, che all’Europeo Under 21 ha dovuto rinunciare per la frattura alla clavicola riportata in Siviglia-Juventus, rappresenta anche un’altra delle linee guida su cui si baserà - o meglio, su cui si baserà sempre di più, perché non si tratta certo di una novità - la progettazione della nuova Juventus: lo sviluppo dei giocatori del settore giovanile. Un lavoro cominciato già anni fa, che ha vissuto una svolta quando nell’estate 2018 Federico Cherubini e l’allora suo braccio destro Claudio Chiellini misero in piedi la seconda squadra, di cui Chiellini è pronto a tornare ad occuparsi dopo l’esperienza da ds del Pisa. Un progetto, dalla scorsa stagione denominato Next Gen, che proprio l’anno scorso ha fatto registrare un salto di qualità in termini di risultati: intesi non come quelli sul campo (dove la squadra di Brambilla ha comunque raggiunto la finale di Coppa Italia), ma come apporto di giocatori alla prima squadra.

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