Giuntoli e Allegri, primo contatto: cosa si sono detti a telefono

Il nuovo corso della Juve inizia da una telefonata tra il prossimo dirigente bianconero e l'allenatore toscano

TORINO - Raccontano che la prima telefonata di Cristiano Giuntoli, dopo la rescissione del contratto con il Napoli, sia partita in direzione Sardegna per stabilire il contatto personale con Massimiliano Allegri dopo quelli trasversali dei, convulsi, giorni passati. E riferiscono che il tecnico abbia apprezzato assai la “sensibilità istituzionale” del dirigente che ha voluto subito presentarsi e spiegare la volontà di condivisione e collaborazione del progetto tecnico.

Una mossa, quella di Giuntoli, intelligente non tanto perché sussistessero problemi personali tra i due, quanto per la dinamica interna alla stessa Juve che ha portato alla scelta del dt, meglio disinnescare subito i rischi di equivoci e incomprensioni: «Mister, sono qui per lavorare con te e per sostenerti». Oltre alle competenze trasversali, il nuovo dt libererà l’allenatore dalla gestione dei problemi esterni (Allegri, insomma, non sarà più l’unico front-line pubblico del club, una “esclusività” di cui si è lamentato e che lo ha logorato psicologicamente) e lo coadiuverà nei rapporti all’interno del gruppo di lavoro esteso, non solo quello della squadra.

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Giuntoli-Allegri e l'incontro fugace del 2015

I due, peraltro, non hanno pregresse frequentazione nonostante il comune legame con Agliana, comune nei dintorni di Prato dove Allegri ha concluso la carriera da giocatore e iniziato quella da allenatore e dove vive la famiglia di Giuntoli. E neppure si sono mai incrociati “da Benito”, il ristorante preferito dai due nei dintorni di Altopascio. Giusto un fugace incrocio, nel 2015 ad Agliana quando fu consegnata la cittadinanza onoraria ad Allegri e premiato Giuntoli per l’impresa con il Carpi. Poi le strade non si sono più intersecate (se non da avversari) e il dirigente ha nel frattempo affinato la propria attitudine nel mettere a proprio agio gli allenatori con cui si è trovato a lavorare: da Sarri ad Ancelotti, da Gattuso a Spalletti. Tutti, evidentemente, con caratteristiche personali e preferenze tecniche differenti.

Giuntoli e la confessione su Allegri

Ecco, della questione tecnica si è discusso poco, anche se le linee di lavoro sono già chiare: a prescindere dal modulo (si parte dal 3-5-2 che in corso d’opera può diventare un 4-3-1-2, in fondo il preferito dal tecnico alle sue origini) l’idea è quella di avere una squadra con il baricentro più alto, “di gamba” e aggressiva anche attraverso un ringiovanimento della rosa che, di conseguenza, permetterà di ridurre infortuni e tempi di recupero. Linee guida condivise che verranno approfondite di persona la settimana prossima, quando Allegri tornerà a Torino prima del raduno fissato al 10 luglio alla Continassa. Intanto il lavoro di mercato proseguirà con il resto dello staff con il focus sul mercato. Dopo quella con il tecnico, del resto, le chiamate si sono incrociate con Cherubini e Manna e i commenti sono stati univoci e non scontati da entrambe le parti: “sensazioni positive, cominciamo”.

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TORINO - Raccontano che la prima telefonata di Cristiano Giuntoli, dopo la rescissione del contratto con il Napoli, sia partita in direzione Sardegna per stabilire il contatto personale con Massimiliano Allegri dopo quelli trasversali dei, convulsi, giorni passati. E riferiscono che il tecnico abbia apprezzato assai la “sensibilità istituzionale” del dirigente che ha voluto subito presentarsi e spiegare la volontà di condivisione e collaborazione del progetto tecnico.

Una mossa, quella di Giuntoli, intelligente non tanto perché sussistessero problemi personali tra i due, quanto per la dinamica interna alla stessa Juve che ha portato alla scelta del dt, meglio disinnescare subito i rischi di equivoci e incomprensioni: «Mister, sono qui per lavorare con te e per sostenerti». Oltre alle competenze trasversali, il nuovo dt libererà l’allenatore dalla gestione dei problemi esterni (Allegri, insomma, non sarà più l’unico front-line pubblico del club, una “esclusività” di cui si è lamentato e che lo ha logorato psicologicamente) e lo coadiuverà nei rapporti all’interno del gruppo di lavoro esteso, non solo quello della squadra.

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