Uefa, boomerang Juve: come il caso Superlega può ritorcersi contro Ceferin

Il giudizio della Corte di Giustizia Europea è atteso per settembre: perché le pressioni sul club bianconero per abbandonare il progetto potrebbero pesare

E se l’uscita della Juventus dalla Superlega, non ancora ufficiale ma comunicata dalla Juventus a Real Madrid e Barcellona con una lettera, non fosse un buon affare per l’Uefa? Sì, è vero: la nuova dirigenza bianconera ha compiuto l’abiura che Aleksander Ceferin pretendeva da tempo e reclamava in modo piuttosto diretto, anche attraverso le dichiarazioni dei membri del suo board.

Ma quello che, a prima vista, appare come un successo politico che rinforza il boss del calcio europeo, potrebbe avere un effetto boomerang poco piacevole per l’Uefa in sede di Corte di Giustizia Europea che potrebbe considerare la cosiddetta “Juvexit” come il frutto di forti pressioni, se non proprio ricatti morali, da parte dell’istituzione europea.

Uefa-Superlega e il parere del prof. Houben

E questo sarebbe la conferma dell’abuso di posizione dominante della quale viene accusata l’Uefa e sul quale la Corte dovrà esprimersi, probabilmente a settembre. Lo spiega nel dettaglio in un suo documento anche Robby Houben, professore all’Università di Anversa (dove tiene un corso sulla “professionalizzazione del calcio” e uno sulla “buona governance delle imprese”) ed è consulente del Parlamento Europeo sul trattamento fiscale del calcio professionistico. Il testo pubblicato nei giorni scorsi, infatti, sintetizza lo stato dell’arte della questione Uefa-Superlega in attesa della sentenza della Corte e analizza lo scenario di fronte al quale si trovano i giudici.

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Superlega, la Corte di Giustizia UE e due avvocati generali

La situazione è, infatti, complessa perché sull’argomento si sono espressi, di fatto, due avvocati generali dopo che, poco meno di un anno fa, il caso è stato esposto. L’iter della Corte di Giustizia Europea, che emette pareri vincolanti per tutti i Paesi dell’Unione, prevede tre passaggi: il caso viene presentato da tutte le parti interessate che esprimono la loro posizione in aula e attraverso memorie documentali; l’avvocato generale riassume questo dibattimento, esprimendo il suo parere che può servire come indirizzo ai giudici, che tuttavia non hanno nessun vincolo o obbligo a seguirlo (solitamente viene ascoltato con percentuali variabili tra il 60 e il 75%); nel terzo e ultimo passaggio, i giudici si esprimono e la loro decisione è definitiva.

Rantos e il parere sulla Superlega

Ed ecco cosa è successo nel caso della Superlega: il 15 dicembre 2022, l’avvocato generale Athanasios Rantos non ha trovato alcun motivo per sanzionare l’Uefa a causa del suo presunto monopolio o dell’abuso di posizione dominante (in violazione agli articoli 101 e 102 del trattato dell’Unione che garantiscono la libera concorrenza). Anzi, al contrario, Rantos ha visto in questa entità privata con sede in Svizzera dei "guardiani" che proteggono un teorico modello europeo di sport, un principio costituzionale dell’Ue, secondo l’avvocato generale. In quel momento, l’Uefa (e la Fifa che è ugualmente coinvolta) hanno cantato giustamente vittoria perché, secondo Rantos, una Superlega si può anche mettere in piedi, ma l’Uefa può avere diritto di sanzionare i club che vi partecipano ed escluderli da tutte le competizioni (compresi i campionati nazionali, visto che le federazioni sono affiliate all’Uefa). Il parere di Rantos, ricordiamolo, non è vincolante per i giudici, tuttavia resta molto sbilanciato a favore dell’Uefa.

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L'Uefa e il caso Anversa

Eppure i giudici non hanno ancora sentenziato e il loro parere era atteso per marzo. Questo perché, nel frattempo, un altro quesito è stato depositato presso la Corte e sicuramente influirà sulla sentenza Superlega. Si tratta del caso Anversa, il club belga che ha posto una serie di questioni sulla libera concorrenza nel calcio e sulla libera circolazione dei lavoratori (in questo caso calciatori), liofilizzando il concetto: le regole dell’Uefa e della Federcalcio belga limitano la crescita dei club, e dell’Anversa in particolare, non mettendoli nelle stesse condizioni di club europei che competono in altri Paesi dell’Unione.

Szpunar contraddice Rantos

Del caso Anversa, discusso nel marzo 2023, si è occupato l’Avvocato generale Maciej Szpunar, non esattamente un collega qualsiasi di Rantos, ma tecnicamente il suo capo. Szpunar è, infatti, il “primo avvocato generale” della Corte di Giustizia Europea. E, pur partendo da uno spunto diverso (le regole troppo restrittive di Federazione belga e Uefa, secondo l’Anversa) è arrivato a trattare lo stesso argomento della questione Superlega: l’Uefa è un monopolista? Abusa di una posizione dominante? Incarna dei conflitti di interesse contrari alle leggi europee? La risposta di Szpunar è sostanzialmente sì. Il parere del primo avvocato generale, depositato il 9 marzo, contraddice in modo aperto e piuttosto clamoroso, per le abitudini della Corte, quello di Rantos e apre uno scenario più fosco per l’Uefa.

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Szpunar: l'Uefa, le federazioni e i poteri

Nel suo parere, l’avvocato Szpunar sottolinea che i Trattati europei non prevedono alcun privilegio alle federazioni calcistiche internazionali e nazionali. Inoltre, le istituzioni europee non possono “esternalizzare” ad alcuno, quindi nemmeno all’Uefa, che è un ente pricatisco, le loro funzioni relative allo sviluppo della dimensione europea dello sport. Pertanto, la Uefa non può essere considerata come un sorvegliante per qualsiasi “modello di sport” quanto anche quello europeo. Se, sulla base del Trattato, qualcuno deve sorvegliare, può farlo solo l’Unione Europea. Inoltre, Szpunar riconosce che le federazioni nazionali e internazionali sono entità private, soggette a inevitabili conflitti di interesse, poiché perseguono obiettivi economici e - allo stesso tempo - rivendicano il ruolo di regolatore: troppi poteri in un ente solo che sarebbe "irrazionale se cercasse di perseguire obiettivi pubblici che contrastano direttamente con i loro interessi commerciali". E con questa affermazione va al cuore del problema sollevato dalla Superlega. A questo punto è chiaro che il caso Superlega e quello Anversa vengano accorpati, che le due sentenze verranno emesse nello stesso giorno e, soprattutto, che saranno coerenti fra di loro. Chi, dei due avvocati generali, verrà tenuto in maggiore considerazione non si può sapere, ma attenzione al caso Juvexit, perché inciderà anche quello nella valutazione.

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La Juve, le pressioni e il conflitto di interessi Uefa

Perché, sottolinea il professore Houben nel suo pamphlet, da più parti la stampa europea racconta di "pressioni ricevute dalla Juventus da parte dell’Uefa perché lasciasse la Superlega". D’altra parte, in modo piuttosto esplicito, è stato detto da membri del board dell’Uefa che "se la Juventus avesse abbandonato il processo sarebbe stata trattata in modo meno severo nell’ambito dei procedimenti per le violazioni contestate dalla giustizia sportiva, perché tra la Juve e l’Uefa i rapporti non sono eccellenti per via del discorso Superlega". Questo tipo di pressioni, letti alla luce del parere di Szpunar, configurano il conflitto di interessi e la commistione fra potere giudiziario ed esecutivo, provando inoltre un uso disinvolto della posizione di monopolio dell’Uefa. Il fatto che la Juventus abbia ceduto, inoltre, rinforza la teoria del professor Houben, ovvero che l’Uefa è pronta a utilizzare qualsiasi mezzo pur di non far nascere una competizione alternativa alle sue, violando le leggi per la libera concorrenza. Dunque, se i giudici dovessero tenere conto di questo punto di vista, la Juvexit si rivelerebbe un Cavallo di Troia clamoroso per l’Uefa.

 

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E se l’uscita della Juventus dalla Superlega, non ancora ufficiale ma comunicata dalla Juventus a Real Madrid e Barcellona con una lettera, non fosse un buon affare per l’Uefa? Sì, è vero: la nuova dirigenza bianconera ha compiuto l’abiura che Aleksander Ceferin pretendeva da tempo e reclamava in modo piuttosto diretto, anche attraverso le dichiarazioni dei membri del suo board.

Ma quello che, a prima vista, appare come un successo politico che rinforza il boss del calcio europeo, potrebbe avere un effetto boomerang poco piacevole per l’Uefa in sede di Corte di Giustizia Europea che potrebbe considerare la cosiddetta “Juvexit” come il frutto di forti pressioni, se non proprio ricatti morali, da parte dell’istituzione europea.

Uefa-Superlega e il parere del prof. Houben

E questo sarebbe la conferma dell’abuso di posizione dominante della quale viene accusata l’Uefa e sul quale la Corte dovrà esprimersi, probabilmente a settembre. Lo spiega nel dettaglio in un suo documento anche Robby Houben, professore all’Università di Anversa (dove tiene un corso sulla “professionalizzazione del calcio” e uno sulla “buona governance delle imprese”) ed è consulente del Parlamento Europeo sul trattamento fiscale del calcio professionistico. Il testo pubblicato nei giorni scorsi, infatti, sintetizza lo stato dell’arte della questione Uefa-Superlega in attesa della sentenza della Corte e analizza lo scenario di fronte al quale si trovano i giudici.

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