Adesso, per lui, si sono spalancate le porte della Juventus. Che rapporto avevano Magnanelli e Allegri al Sassuolo?
«Sicuramente è pronto per affacciarsi ad un mondo come quello della Juventus. Allegri, che è bravissimo nella gestione dello spogliatoio, aveva bisogno di una persona che lo aiutasse e di cui potersi fidare. Una sorta di angelo custode in più: sempre meglio averli che non averli. Già ai tempi avevano un ottimo rapporto: fra loro si è creata una grande intesa, che sono riusciti a coltivare nel tempo. Sono caratteri tutto sommato simili, è un matrimonio che sicuramente funzionerà anche in bianconero»
Si sarebbe immaginato Magnanelli come uomo di campo, anche dopo aver smesso di giocare?
«Con Francesco sono stato chiaro da subito quando ha smesso: gli dissi che nel calcio avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, anche dietro la scrivania. Poi a lui piace il campo, per cui è partito da qui. Sono certo che possa diventare un allenatore: le persone intelligenti sono sempre pronte a fare qualsiasi cosa. Col suo carattere malleabile non deve porsi limiti»
Lei ha osservato anche i primi passi nel grande calcio di Domenico Berardi. Magnanelli lo ha aiutato a sbocciare?
«Magnanelli è stato essenziale nella crescita di Berardi: era il capitano del Sassuolo, lo ha guidato nei comportamenti e fra loro si è creato un bellissimo rapporto. Non entro in dinamiche di mercato, ma sarebbe bello rivederli insieme: Domenico, per l’età che ha, paga una valutazione importante del suo cartellino. In Italia è difficile poterselo permettere, ma per la Juventus o per qualsiasi altra big del nostro calcio sarebbe un vero e proprio lusso».