Peeters, la forza di rialzarsi
Poi, la luce in fondo al tunnel: “Una mattina mi sono svegliato e per la prima volta ho sentito di nuovo qualche movimento sui piedi. I dottori sono corsi, mi hanno sottoposto e test mi hanno detto che tra il cervello e i piedi c’era di nuovo un po’ di connessione. Per quattro o cinque mesi, ogni giorno, davvero come se fossi un bambino, ho iniziato di nuovo a camminare. Faceva anche molto male perché i muscoli non erano più abituati a camminare ogni giorno. Dopo due, tre mesi mi sono accorto che stavo di nuovo bene che non mi sentivo troppo stanco, che i miei muscoli funzionavano meglio e che la connessione tra cervello e muscoli iniziava a esserci di nuovo" ha aggiunto Peeters.
Il preludio al trasferimento in un centro di riabilitazione ad Anversa. La madre di Peeters ha raccontato: "La prima volta che è tornato davvero a camminare lo ricordo molto bene perché stavamo festeggiando il Natale. Daouda è entrato nella stanza camminando. Avevo visto per mesi mio figlio seduto in una carrozzina, è entrato camminando e si è messo a sedere. È stato incredibile. In quel momento ho pensato che sarebbe andato tutto bene. Penso che sia stato il regalo di Natale più bello che potessi desiderare".
"Per quanto riguarda la carriera calcistica ci avevamo messo una pietra sopra. Non ci saremmo aspettati che avrebbe recuperato così bene ed è stato fortunato a trovare le persone giuste, che l’hanno aiutato a recuperare. La Juve gli ha poi detto di tornare per poter lavorare insieme ed eravamo fidiuciosi. Era un calciatore della Juve e la Juve ci ha sempre dato l’impressione di essere responsabile nei confronti di tutti i suoi calciatori, di fare il massimo per loro. Ora spero che un giorno sia lui a spingere me in carrozzina, accade quando la guardo".
Andrea Marchini ha, inoltre, sottolineato: "Non sapevo se sarebbe tornato a giocare a livello professionistico, non potevo esserne sicuro. La medicina non ha una risposta a tutto. Circa il 70, 80 per cento dei pazienti torna ad avere una vita normale e un pieno recupero ma all’interno di quell’80 per cento che migliora gli atleti professionisti non sono molti".
Piena di gioia, tanto da usare il plurale maiestatis, la narrazione di Lieven Maesschalck, fondatore del "Move to Cure" di Anversa che si è occupato della riabilitazione di Peeters: “Gli ho detto che sarebbe stato difficile. Ci sarebbe stato da lavorare molto. Con molti alti e bassi, ma che con la sua mentalità ce l’avremmo fatta. Sapevamo quali muscoli doveva rafforzare: non solo le gambe, ma tutto il corpo. All’inizio abbiamo lavorato anche sull’aspetto neuro-cognitivo. Con le luci, i suoni, il ritmo. Abbiamo iniziato ad allenarci attivamente. Usavamo la realtà virtuale e nel frattempo abbiamo iniziato a ritrovare la condizione. Controllavamo il peso, l’alimentazione. Abbiamo ripreso a correre, lo abbiamo fatto anche sulla spiaggia e poi, piano piano, siamo tornati in campo. Quando vedeva che faceva progressi riconquistava sempre di più la speranza".
Matthias Steenwerckx, fisioterapista del centro "Move to Cure" ha aggiunto: “Non riusciva a saltare, non aveva muscoli. Non aveva i quadricipiti. Aveva paura di non poter tornare a giocare a calcio. Non credo ci siano moti calciatori che riuscirebbero a fare quello che ha fatto lui".
Luca Margaglia, fiosterapista della Juventus Next Gen ha portato la sua testimonanza: "Al rientro in Italia, Peeters ha avuto dei momenti in cui momenti in cui migliorava drasticamente ed altri in cui si stabilizzava. Non dico che c’era una regressione ma si stabilizzava molto. Quello che spingeva a non mollare era la grande volontà del ragazzo nell’allenamento, la sua abnegazione e voglia di fare. A novembre, fine dicembre 2022 abbiamo cambiato allenamento apportando delle modifiche. abbinato a tutto ciò che già stava facendo lo ha fatto definitivamente migliorare. Tra gennaio e febbraio Peeters è tornato in campo ed è migliorato repentinamente".
Chiusura da brividi: "Sono sano. Nella vita tutto è possibile" il messaggio, che va ben oltre lo sport, di Peeters all'alba di una nuova vita dentro e fuori dal campo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA