Juve, i segreti della svolta Usa: come sono intervenuti Allegri e Magnanelli

I concetti di calcio espressi dai bianconeri si sono visti chiaramente al Sullivan Field di Los Angeles e sono stati anche in parte riproposti nelle amichevoli estive
Juve, i segreti della svolta Usa: come sono intervenuti Allegri e Magnanelli© Juventus FC via Getty Images

Perché Federico Chiesa, a caldo, al termine della vittoria roboante della Juventus a Udine con suo gol dopo 108 secondi, si è preoccupato di parlare di «calcio moderno», citando pure Magnanelli, uno dei tanti assistenti di Massimiliano Allegri? È la domanda che si sono posti tanti tifosi della Juventus, mettendo anche del pepe su un successo rotondo per una partenza lanciata della Juventus per qualcuno inaspettata.

Ma non è stata una sorpresa per chi ha visto lavorare la Juventus negli Stati Uniti, quotidianamente: per chi ha avuto questa opportunità, la riflessione sulle parole di Chiesa sarà sembrata superflua, per non dire banale. Perché quei concetti di calcio si sono visti chiaramente al Sullivan Field di Los Angeles e sono stati anche in parte riproposti nelle due amichevoli estive, una in California e l’altra a Orlando, in Florida.

Juve, su cosa ha lavorato Magnanelli

E pure il lavoro di Magnanelli si è visto: è l’assistente che, in particolare, si è concentrato sulla fase di recupero del possesso e di impostazione della fase offensiva, fino alla finalizzazione. Ma attenzione: bando ai personalismi, perché si tratta di un lavoro di squadra. Inoltre, le capacità di un capo allenatore “alla americana” si vedono anche dalla scelta dei propri collaboratori. Magnanelli l’ha voluto Allegri proprio perché il tecnico livornese - che ha celebrato le 250 vittorie sulla panchina bianconera - vuole sempre alzare l’asticella, anche all’interno del suo staff con già tanti professionisti di alto profilo, da Landucci a Padoin e non solo: l’obiettivo era quello di migliorare nella fase dello sviluppo della manovra, con più aggressività, un pressing alto e maggiore incisività negli inserimenti sulle fasce, sfruttando gli esterni in maniera differente rispetto al passato.

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Juve e Usa, la differenza tra 2022 e 2023

Magnanelli a sua volta ha avuto Allegri tra i suoi tanti maestri, oltre a De Zerbi dal quale ha sicuramente preso ispirazione per certi dettagli che a Udine si sono visti. È un gruppo che lavora in maniera sinergica anche quello dello staff tecnico bianconero e i risultati si vedono: senza protagonismi, con ruoli ben precisi, in armonia. E questo si riflette sul campo.

C’è armonia anche nello spogliatoio e il fattore umano incide, nella testa: c’è più serenità nell’ambiente e la maggior leggerezza fa andare più veloce anche le gambe. Poi c’è il fattore tecnico-tattico, certo. Nel laboratorio Usa è nata questa nuova Juve che poi così nuova non è: i concetti c’erano già, così come la gran parte degli interpreti. Però se è effettivamente cambiata la mentalità, è altrettanto vero che si è visto qualcosa di diverso nel lavoro quotidiano: chi aveva assistito agli allenamenti americani del 2022 e poi si ha avuto la stessa opportunità nelle scorse settimane, ha riscontrato una netta differenza di intensità e di concentrazione da un anno all’altro.

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Juve, rosa svecchiata e Chiesa al centro

L’organico si è svecchiato, in linea con l’idea di base di avere una squadra con più gamba e più energia: via Di Maria, Paredes, Bonucci, Cuadrado e già alla prima di campionato l’età media era di 26,3 contro i 28,4 dell’undici iniziale di un anno fa alla prima. E l’operato di Allegri e del suo staff incide pure sui singoli. Prendiamo Chiesa: il 25 luglio, dunque un mesetto fa, Tuttosport titolava in prima pagina “Nuovo Chiesa, Juve in mano” e così è stato al debutto in campionato. Nuovo perché più brillante, senza i postumi del grave infortunio come un anno prima. E più pronto grazie a un precampionato svolto per intero in gruppo, da protagonista.

Non stupisce dunque ritrovarlo così decisivo e incisivo, anche più al centro del progetto tecnico da seconda punta e non più da esterno puro: l’intesa con Vlahovic può solo migliorare e, salvo clamorosi risvolti di mercato in uscita, l’impatto dell’azzurro è destinato a diventare enorme sulle possibilità della Juventus di puntare di nuovo allo scudetto. La grande partita piuttosto si gioca fuori dal campo: è il rinnovo di contratto, una delle situazioni prioritarie che Giuntoli dovrà affrontare, dal 2 settembre in avanti.

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Perché Federico Chiesa, a caldo, al termine della vittoria roboante della Juventus a Udine con suo gol dopo 108 secondi, si è preoccupato di parlare di «calcio moderno», citando pure Magnanelli, uno dei tanti assistenti di Massimiliano Allegri? È la domanda che si sono posti tanti tifosi della Juventus, mettendo anche del pepe su un successo rotondo per una partenza lanciata della Juventus per qualcuno inaspettata.

Ma non è stata una sorpresa per chi ha visto lavorare la Juventus negli Stati Uniti, quotidianamente: per chi ha avuto questa opportunità, la riflessione sulle parole di Chiesa sarà sembrata superflua, per non dire banale. Perché quei concetti di calcio si sono visti chiaramente al Sullivan Field di Los Angeles e sono stati anche in parte riproposti nelle due amichevoli estive, una in California e l’altra a Orlando, in Florida.

Juve, su cosa ha lavorato Magnanelli

E pure il lavoro di Magnanelli si è visto: è l’assistente che, in particolare, si è concentrato sulla fase di recupero del possesso e di impostazione della fase offensiva, fino alla finalizzazione. Ma attenzione: bando ai personalismi, perché si tratta di un lavoro di squadra. Inoltre, le capacità di un capo allenatore “alla americana” si vedono anche dalla scelta dei propri collaboratori. Magnanelli l’ha voluto Allegri proprio perché il tecnico livornese - che ha celebrato le 250 vittorie sulla panchina bianconera - vuole sempre alzare l’asticella, anche all’interno del suo staff con già tanti professionisti di alto profilo, da Landucci a Padoin e non solo: l’obiettivo era quello di migliorare nella fase dello sviluppo della manovra, con più aggressività, un pressing alto e maggiore incisività negli inserimenti sulle fasce, sfruttando gli esterni in maniera differente rispetto al passato.

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