Perché Federico Chiesa, a caldo, al termine della vittoria roboante della Juventus a Udine con suo gol dopo 108 secondi, si è preoccupato di parlare di «calcio moderno», citando pure Magnanelli, uno dei tanti assistenti di Massimiliano Allegri? È la domanda che si sono posti tanti tifosi della Juventus, mettendo anche del pepe su un successo rotondo per una partenza lanciata della Juventus per qualcuno inaspettata.
Ma non è stata una sorpresa per chi ha visto lavorare la Juventus negli Stati Uniti, quotidianamente: per chi ha avuto questa opportunità, la riflessione sulle parole di Chiesa sarà sembrata superflua, per non dire banale. Perché quei concetti di calcio si sono visti chiaramente al Sullivan Field di Los Angeles e sono stati anche in parte riproposti nelle due amichevoli estive, una in California e l’altra a Orlando, in Florida.
Juve, su cosa ha lavorato Magnanelli
E pure il lavoro di Magnanelli si è visto: è l’assistente che, in particolare, si è concentrato sulla fase di recupero del possesso e di impostazione della fase offensiva, fino alla finalizzazione. Ma attenzione: bando ai personalismi, perché si tratta di un lavoro di squadra. Inoltre, le capacità di un capo allenatore “alla americana” si vedono anche dalla scelta dei propri collaboratori. Magnanelli l’ha voluto Allegri proprio perché il tecnico livornese - che ha celebrato le 250 vittorie sulla panchina bianconera - vuole sempre alzare l’asticella, anche all’interno del suo staff con già tanti professionisti di alto profilo, da Landucci a Padoin e non solo: l’obiettivo era quello di migliorare nella fase dello sviluppo della manovra, con più aggressività, un pressing alto e maggiore incisività negli inserimenti sulle fasce, sfruttando gli esterni in maniera differente rispetto al passato.