Bilancio Juve in perdita, Exor utili miliardari: la situazione

Il Cda del club bianconero della prossima settimana approverà un risultato in perdita di oltre cento milioni. Nuovo corso: sostenibilità e taglio dei costi

TORINO - La conferma arriverà la prossima settimana, quando si riunirà il Consiglio di Amministrazione della Juventus per approvare il bilancio dell’esercizio 2022-23, ma già ieri con la pubblicazione della semestrale della Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann che controlla il 63,8% del club bianconero, si è potuto stimare un rosso di circa 115 milioni, ovvero meno della metà della perdita record - 239 milioni - fatta registrare nel 2021-22, quando il bilancio fu riscritto più volte a seguito dei rilievi mossi dalla Consob e della procura di Torino sui conti in relazione alle cosiddette manovre stipendi.

Il dimezzamento delle perdite è un segnale incoraggiante per il nuovo corso della società varato dal presidente Gianluca Ferrero e dall’ad Maurizio Scanavino all’insegna della sostenibilità e del taglio dei costi, ma resta pur sempre un disavanzo importante (sarebbe il sesto bilancio in rosso consecutivo dopo le perdite per 239,3 milioni nel 2021-22, per 209,9 nel 2020-21, per 89,7 nel 2019-20, per 39,8 nel 2018-19 e per 19,2 nel 2017-18), destinato a ricrescere nel bilancio 2023-24 dal momento che la Juventus non potrà contare, alla voce ricavi, sugli introiti dalle Coppe europee, quantificabili tra premi Uefa, botteghino e sponsor, in circa 80 milioni, secondo una media dell’ultimo decennio. Insomma, la dieta non è finita.

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Exor vola, Juve ancora "a dieta"

Dai documenti di Exor, in grande spolvero come dimostra l’utile di 2,2 miliardi nella prima metà del 2023, emerge che il club bianconero - la peggiore tra le controllate - ha chiuso il secondo semestre con perdite per 81 milioni di euro. Sommando questo dato con il primo semestre (-29,5 milioni nel periodo luglio-dicembre 2022), il rosso si attesta intorno ai 110 milioni a cui però bisogna aggiungere anche i 5,6 milioni di svalutazione derivanti dalla cessione a titolo gratuito di Leonardo Bonucci all’Union Berlino, con l’effetto negativo caricato interamente sul bilancio 2022-23.

Il dato va preso comunque con cautela perché i numeri della Juventus riportati nella semestrale di Exor potrebbero discostarsi leggermente da quelli che verranno poi approvati dal Cda, ma rappesenta un indicatore dell’andamento dei conti bianconeri. A livello di mercato, rientra nel conteggio soltanto la cessione di Kulusevski con effetto economico positivo di 12,8 milioni, mentre il trasferimento di Zakaria al Monaco per 20 milioni sarà inserito nel prossimo bilancio. Quando si vedranno gli effetti anche della politica di contenimento del monte ingaggi da parte del dt Cristiano Giuntoli con il taglio di stipendi pesanti grazie alle partenze di Di Maria, Paredes, Cuadrado e Bonucci. La Juventus 2022-23 è riuscita comunque a tagliare circa il 15 per cento dei costi totali e a incrementare i ricavi grazie al ritorno dello sfruttamento a pieno regime dello Stadium dopo gli anni di pandemia.

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TORINO - La conferma arriverà la prossima settimana, quando si riunirà il Consiglio di Amministrazione della Juventus per approvare il bilancio dell’esercizio 2022-23, ma già ieri con la pubblicazione della semestrale della Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann che controlla il 63,8% del club bianconero, si è potuto stimare un rosso di circa 115 milioni, ovvero meno della metà della perdita record - 239 milioni - fatta registrare nel 2021-22, quando il bilancio fu riscritto più volte a seguito dei rilievi mossi dalla Consob e della procura di Torino sui conti in relazione alle cosiddette manovre stipendi.

Il dimezzamento delle perdite è un segnale incoraggiante per il nuovo corso della società varato dal presidente Gianluca Ferrero e dall’ad Maurizio Scanavino all’insegna della sostenibilità e del taglio dei costi, ma resta pur sempre un disavanzo importante (sarebbe il sesto bilancio in rosso consecutivo dopo le perdite per 239,3 milioni nel 2021-22, per 209,9 nel 2020-21, per 89,7 nel 2019-20, per 39,8 nel 2018-19 e per 19,2 nel 2017-18), destinato a ricrescere nel bilancio 2023-24 dal momento che la Juventus non potrà contare, alla voce ricavi, sugli introiti dalle Coppe europee, quantificabili tra premi Uefa, botteghino e sponsor, in circa 80 milioni, secondo una media dell’ultimo decennio. Insomma, la dieta non è finita.

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