Quarantamila tifosi allo Stadium, una grande macchia bianca e nera che urla, si esalta, festeggia, canta, sprona e, alla fine, abbraccia virtualmente la squadra: dietro alla vittoria della Juventus contro la Lazio c’è pure l’apporto, straordinario, del popolo bianconero che, compatto, ha sostenuto per novanta minuti Danilo e compagni.
Se non sarà soltanto un fuoco di paglia, ma lo spirito e la compattezza squadra-tifosi verranno mantenuti per tutte le partite casalinghe, potrebbe rivelarsi un valore aggiunto fondamentale per l’intera stagione. Il distacco e i malumori dell’anno scorso appartengono appunto al passato, adesso c’è da parte dei tifosi e della società la voglia matta di voltare pagina, di ritrovare l’antico feeling, consapevoli entrambi di avere bisogno gli uni degli altri per poter tornare a essere grandi.
"La Juve siamo noi"
Il purgatorio di un anno senza competizioni europeo è un’espiazione dura da vivere, ma può forgiare gli animi e aumentare il desiderio di dimostrare quello che si vale, a dispetto delle condanne extra campo. Al primo big match di scena allo Stadium, contro la Lazio di Maurizio Sarri, il tecnico dell’ultimo scudetto ma mai troppo amato alla Continassa, club e tifosi si sono mossi alla grande per dare sfoggio della propria juventinità. La Curva Sud è sfilata in corteo con tanto di striscione “La Juve siamo noi”, un muro umano che ha assordato di decibal la passeggiata di avvicinamento allo Stadium, la Juventus ha distribuito a tutti i possessori del biglietto una maglia bianca o nera con la scritta Stronger, together (più forti, insieme): un’accoglienza per intimidire i bianconcelesti della Lazio, che infatti sono stati travolti dalla furia bianconera. E’ davvero un altro clima quello si respira allo Stadium.