Milan-Juventus è Weah nel regno di papà George

Un rigore procurato e un assist confermano la condizione in crescita del figlio d’arte, già rilanciato dal primo minuto da Allegri nel derby

Quando lui è nato a New York, il 22 febbraio 2000, papà George aveva smesso di essere un giocatore del Milan da un mese e undici giorni, passando al Chelsea. Timothy non ha mai sentito San Siro urlare “Siam venuti fin qua per vedere segnare Weah”, se non nei video su youtube: eppure video e racconti non possono che rendere speciale per lui l’appuntamento di domenica sera. Quando entrerà non solo in uno degli stadi più affascinanti del mondo, ma anche in quello che per cinque stagioni è mezzo è stato la casa di suo padre. Anzi, la reggia, perché George Weah in rossonero è stato un re: due Scudetti, un Pallone d’oro, 58 gol e giocate da lasciare senza fiato. Come l’8 settembre 1996, quando un corner del Verona finì sui suoi piedi in area rossonera e lui volò fino all’altra parte del campo a battere Gregori in diagonale.

Weah super con gli Usa, ora testa a San Siro per Milan-Juve

Una cosa del genere è pressoché irripetibile e Timothy non pensa certo a un remake, così come da tempo è riuscito a scrollarsi di dosso i paragoni con il padre, grazie anche al cambio di ruolo che lo ha visto trasformarsi da centravanti in esterno capace di fare il terzino e l’ala. Però domenica sera a San Siro si presenterà anche lui con una collezione nuovissima di giocate belle e importanti, grazie alle quali ieri notte, schierato ala destra nel 4-2-3-1, è stato uno dei protagonisti del 4-0 degli Stati Uniti sul Ghana. Maturato grazie anche al rigore per il 2-0 di Pulisic che proprio Weah si è procurato e all’assist per il 3-0 che ha servito a Balogun dopo aver rubato palla a un avversario. Come bonus un sombrero celebrato su X (il vecchio Twitter) dalla Federazione statunitense. Insomma, al suggestivo appuntamento con San Siro e con il Milan Weah arriverà magari un po’ stanco, tra il fuso orario, i 90 minuti giocati ieri notte e i 65 contro la Germania, ma anche caricato dalla grande prova con il Ghana e dalle tre partite di fila da titolare, contando anche il derby prima della sosta. Derby in cui lo statunitense era stato uno dei bianconeri più incisivi con le sue accelerazioni, mostrando una crescita nello stato di forma confermata in Nazionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Milan-Juve, Weah titolare?

Crescita che alza le sue possibilità di scendere in campo dal primo minuto al Meazza, nonostante la possibile stanchezza di cui si diceva prima, e che lo candida comunque ad un ruolo importante nella sfida: se non da titolare come uno degli uomini deputati a incidere nella seconda parte del confronto, sempre importanti nelle strategie di Allegri. Il tecnico bianconero oggi pomeriggio oltre a Weah ritroverà anche tutti gli ultimi reduci dagli impegni con le Nazionali e anche in base alle loro condizioni farà le proprie scelte. Compresa quella sul modulo: l’emergenza in difesa, dove senza Danilo e Alex Sandro non c’è nessuno abituato a giocare sul centrosinistra della linea a tre, potrebbe spingerlo ad adottare il 4-4-2 utilizzato da metà primo tempo contro il Torino. In quel caso sarebbero due i posti a cui Weah potrebbe puntare: quello da terzino, in ballottaggio con Gatti per un assetto più difensivo, e quello da esterno di centrocampo, in ballottaggio invece con il connazionale McKennie. Stesso derby a stelle e strisce per il posto da esterno se Allegri confermasse il 3-5-2, ma in questo caso i due statunitensi potrebbero anche giocare entrambi come nel derby, con McKennie mezzala (e l’esclusione di Miretti) e Weah sulla fascia. Quel che è certo è che per la prima volta sentirà dal vivo San Siro urlare “Siam venuti fin qua per vedere segnare Weah”, anche se stavolta canteranno i tifosi della Juve.

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Quando lui è nato a New York, il 22 febbraio 2000, papà George aveva smesso di essere un giocatore del Milan da un mese e undici giorni, passando al Chelsea. Timothy non ha mai sentito San Siro urlare “Siam venuti fin qua per vedere segnare Weah”, se non nei video su youtube: eppure video e racconti non possono che rendere speciale per lui l’appuntamento di domenica sera. Quando entrerà non solo in uno degli stadi più affascinanti del mondo, ma anche in quello che per cinque stagioni è mezzo è stato la casa di suo padre. Anzi, la reggia, perché George Weah in rossonero è stato un re: due Scudetti, un Pallone d’oro, 58 gol e giocate da lasciare senza fiato. Come l’8 settembre 1996, quando un corner del Verona finì sui suoi piedi in area rossonera e lui volò fino all’altra parte del campo a battere Gregori in diagonale.

Weah super con gli Usa, ora testa a San Siro per Milan-Juve

Una cosa del genere è pressoché irripetibile e Timothy non pensa certo a un remake, così come da tempo è riuscito a scrollarsi di dosso i paragoni con il padre, grazie anche al cambio di ruolo che lo ha visto trasformarsi da centravanti in esterno capace di fare il terzino e l’ala. Però domenica sera a San Siro si presenterà anche lui con una collezione nuovissima di giocate belle e importanti, grazie alle quali ieri notte, schierato ala destra nel 4-2-3-1, è stato uno dei protagonisti del 4-0 degli Stati Uniti sul Ghana. Maturato grazie anche al rigore per il 2-0 di Pulisic che proprio Weah si è procurato e all’assist per il 3-0 che ha servito a Balogun dopo aver rubato palla a un avversario. Come bonus un sombrero celebrato su X (il vecchio Twitter) dalla Federazione statunitense. Insomma, al suggestivo appuntamento con San Siro e con il Milan Weah arriverà magari un po’ stanco, tra il fuso orario, i 90 minuti giocati ieri notte e i 65 contro la Germania, ma anche caricato dalla grande prova con il Ghana e dalle tre partite di fila da titolare, contando anche il derby prima della sosta. Derby in cui lo statunitense era stato uno dei bianconeri più incisivi con le sue accelerazioni, mostrando una crescita nello stato di forma confermata in Nazionale.

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