FIRENZE - I segreti del successo e l’importanza della leadership. Andrea Barzagli indica la strada e racconta a un gruppo di ragazzi fra i 14 e i 18 anni quale sia il cammino giusto per raggiungere i propri obiettivi: «Nella mia Juventus io ero un leader silenzioso, semmai più un uomo spogliatoio. I veri leader erano altri, Buffon su tutti». L’ex difensore sottolinea anche le vittorie più belle: «Quando ho smesso di giocare è come se avessi chiuso un cerchio perfetto, iniziato in una squadra di periferia con un sacerdote e terminato in un top club come la Juventus in cui ho vinto tutto. E poi l’ho fatto salutando i miei tifosi ed è stato bellissimo, con la partita d’addio nel giorno della vittoria dell’ottavo scudetto. Nel momento in cui ho chiuso con il campo da calcio sapevo di aver dato tutto, ero tranquillo perché era il momento giusto. La vittoria più bella? Il mio primo scudetto con la Juventus che rimane indimenticabile, impresso nel cuore».
Felicità che monta
Juventus, ma non solo. Nella carriera di Barzagli c’è l’immensa gioia in azzurro: «Per un calciatore vincere la Coppa del Mondo è il successo più grande. È stato un sogno realizzato, super eccitante. La felicità nel tempo aumenta sempre più, mentre appena è accaduto non mi ero neanche reso conto fino in fondo, nonostante i festeggiamenti in tutto il Paese: per un mese non ho pagato nulla da nessuna parte (ride, ndr). Il massimo nello sport è sentire l’inno della propria Nazione perché in quel momento tutti tifano per te. È stata una cosa speciale e lo rimarrà per sempre, ogni anno che passa mi sembra sempre più bello».
