Pjanic: “Allegri il più importante, Sarri un pazzo. Chiellini odiato e amato”

L'ex centrocampista della Juventus è tornato a ripercorrere alcune tappe della sua carriera tra cui l'esperienza con la Vecchia Signora
Pjanic: “Allegri il più importante, Sarri un pazzo. Chiellini odiato e amato”

Miralem Pjanic torna a parlare di Juventus. L'ex centrocampista bianconero, pedina fondamentale per la Vecchia Signora dal 2016 al 2020 (prima di trasferirsi al Barcellona nello scambio con Arthur), è stato ospite del podcast Aperibiza in cui ha toccato diversi temi. Inizialmente Miralem ha voluto parlare del confronto tra Ronaldo e Messi: "Con Cristiano ho giocato due anni, con Messi uno solo. Inutile dire chi sono, ho avuto forse la fortuna di sfruttare più Ronaldo con cui abbiamo fatto grandi cose insieme, anche se Leo potrà essere ricordato come il più forte della storia" per poi concentrarsi sugli allenatori avuti in carriera: "Ho avuto la fortuna di lavorare con tanti allenatori bravissimi. Luis Enrique, Allegri, Spalletti, Garcia, Xavi...".

Pjanic: Sarri, Allegri e la Champions League

Il bosniaco ha proseguito: "Ho avuto anche Sarri che è un professore, uno pazzo per il calcio e che vive per quello. È straordinario come allenatore, va molto nei dettagli e si sta vedendo il lavoro che sta facendo con la Lazio. Ho apprezzato molto Allegri, ho fatto tre anni di fila con lui e sono stati quelli più importanti. Di lui prenderei la gestione, mentre il mio stile di gioco preferito è quello del Barcellona, mi è piaciuto molto lavorare con Xavi in quei pochi mesi". Successivamente, Pjanic ha parlato dei suoi rimpianti in carriera: "Ovviamente la Champions League, ma purtroppo è così. I più forti vincono. A Cardiff all'intervallo eravamo 1-1, poi i dettagli fanno la differenza. L'anno dopo al ritorno abbiamo vinto 3-1 al Bernabeu con il rigore all'ultimo secondo di Benatia. Secondo me quel fallo poteva non fischiarlo in quel momento lì, non era un grandissimo contatto da rigore".

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Pjanic su Chiellini, Higuain e Dybala

Quando gli è chiesto il difensore più forte mai affrontato, Pjanic non ha avuto dubbi: "Chiellini. Odiavo giocare contro di lui, ti menava e poi faceva finta di non aver fatto niente, è furbo. Ma una volta alla Juve l'ho amato. È un ragazzo straordinario e un giocatore che sapete tutti, con lui mi sentivo sicuro". Infine, sull'attaccante più forte: "Oltre a Ronaldo ci sono Higuain, Benzema, Dybala, Messi... insomma, ce ne sono tanti".

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Miralem Pjanic torna a parlare di Juventus. L'ex centrocampista bianconero, pedina fondamentale per la Vecchia Signora dal 2016 al 2020 (prima di trasferirsi al Barcellona nello scambio con Arthur), è stato ospite del podcast Aperibiza in cui ha toccato diversi temi. Inizialmente Miralem ha voluto parlare del confronto tra Ronaldo e Messi: "Con Cristiano ho giocato due anni, con Messi uno solo. Inutile dire chi sono, ho avuto forse la fortuna di sfruttare più Ronaldo con cui abbiamo fatto grandi cose insieme, anche se Leo potrà essere ricordato come il più forte della storia" per poi concentrarsi sugli allenatori avuti in carriera: "Ho avuto la fortuna di lavorare con tanti allenatori bravissimi. Luis Enrique, Allegri, Spalletti, Garcia, Xavi...".

Pjanic: Sarri, Allegri e la Champions League

Il bosniaco ha proseguito: "Ho avuto anche Sarri che è un professore, uno pazzo per il calcio e che vive per quello. È straordinario come allenatore, va molto nei dettagli e si sta vedendo il lavoro che sta facendo con la Lazio. Ho apprezzato molto Allegri, ho fatto tre anni di fila con lui e sono stati quelli più importanti. Di lui prenderei la gestione, mentre il mio stile di gioco preferito è quello del Barcellona, mi è piaciuto molto lavorare con Xavi in quei pochi mesi". Successivamente, Pjanic ha parlato dei suoi rimpianti in carriera: "Ovviamente la Champions League, ma purtroppo è così. I più forti vincono. A Cardiff all'intervallo eravamo 1-1, poi i dettagli fanno la differenza. L'anno dopo al ritorno abbiamo vinto 3-1 al Bernabeu con il rigore all'ultimo secondo di Benatia. Secondo me quel fallo poteva non fischiarlo in quel momento lì, non era un grandissimo contatto da rigore".

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