Ne è valsa la pena?
«Resto convinto di sì. Kaio è stato sfortunato, perché è incorso in un grave infortunio proprio mentre stava ultimando il periodo di ambientamento in Italia, ma ha doti fuori dal comune. E già nei prossimi sei mesi, a Frosinone, farà vedere quanto vale».
Qual è, invece, l’acquisto di cui va più orgoglioso?
«Per non far torto a nessuno dei giovani che ho portato alla Juventus, ai quali sono molto legato, rispondo Vlahovic. Giocare un ruolo in quella trattativa, per me, è stata un’esperienza straordinaria. Avevo lavorato a lungo, dietro le quinte, per costruire un rapporto con lui e con i suoi agenti: quanti viaggi per entrare in confidenza con persone che mai avevano interagito con il club prima di quel momento. Grazie alle relazioni intessute, però, quando è nata quasi all’improvviso la possibilità di acquistarlo in inverno, siamo stati pronti per farlo. Ma, in generale, ripenso con orgoglio a tutte le trattative con cui ho portato a Torino dei giovani di 15 o 16 anni che poi hanno debuttato in prima squadra».
In questo avvio di stagione, in Serie A, sta imperversando Soulé: com’era nata la sua operazione?
«Ho visto Matias dal vivo, per la prima volta, in un Velez-Boca del campionato argentino Under 12, lui aveva 11 anni perché giocava già sotto età. Ovviamente allora non poteva firmare per noi, solo che qualche tempo dopo si era messo in mostra con l’Argentina nel corso di un torneo in Algarve cui presenziavano gli osservatori di tutto il mondo: il vantaggio di conoscerlo da tempo sarebbe potuto andare in fumo, invece proprio grazie al rapporto costruito in quegli anni al momento del grande salto in Europa ha voluto soltanto la Juventus, nonostante fossero pronti a far carte false per lui almeno 10-12 grandi club».
Altro nome, altro aneddoto: cosa ci può raccontare della trattativa per Yildiz?
«Kenan l’abbiamo strappato a zero al Bayern Monaco nei giorni in cui il loro ds Salihamidzic era a Torino per chiudere De Ligt. In giro si diceva che il giovane turco stesso per firmare per il Barcellona e non l’abbiamo lasciato credere a tutti per un po’… temevamo che l’operazione potesse avere ripercussioni sulla cessione per oltre 80 milioni del difensore!»
E poi Huijsen, e poi ancora Iling-Junior: quanto c’è di Tognozzi nell’attuale Juventus?
«La mano si nota, ma non è soltanto la mia. È quella di tutte le anime di un gruppo scout ing strutturato, suddiviso tra mercato italiano, mercato internazionale e mercato prima squadra. E sono felice che sia Allegri a lavorare con tutti questi giovani: è il tecnico ideale per tirar fuori il loro meglio».