GEDDA (ARABIA SAUDITA) - Gli oltre mille partecipanti al “World Football Summit Asia”, conclusosi ieri sera, sono rimasti come folgorati quando un uomo vestito completamente di bianco con occhiali dorati dalle lenti arancio fluo, ha fatto il suo ingresso nella Hilton Hall prospiciente le acque del Mar Rosso. Dinoccolato, incedere da rock star, s’è concesso come un divo a selfie e autografi nonostante le corpulente guardie del corpo tentassero di evitargli il bagno di folla.
Uno dei primi a raggiungerlo, vestito con la tunica araba, in testa il tradizionale “kefiah” biancorosso trattenuto dall’agal, il cordone nero, ha scambiato due parole con lui in inglese e poi gli ha detto in italiano: “Forza Juve, storia di un grande amore, bianco che abbraccia il nero, fino alla fine”. Al che il franco-senegalese Patrice Evra, 42 anni, ex difensore della Juventus dal 2014 al 2017, s’è quasi commosso e lo ha abbracciato. Non poteva sapere chi fosse, ma lo ha scoperto subito dopo perché anche il suo interlocutore aveva pure lui guardie del corpo: si trattava di Abdulrahman Alsayari, rappresentante del Ministro dello Sport saudita nonché accanito bianconero. Dopodiché, prima di salire sul palco, “Pat” s’è concesso in esclusiva a Tuttosport.
Juve Legends in campo: la serata
Come vede quest’anno la “sua” Juve seconda in classifica a due punti dall’Inter nonostante una campagna di mercato estiva fatta praticamente di sole vendite e un unico acquisto?
"La prima parola che mi viene in mente è miracolo. Ma non è così, sarebbe riduttivo. Il lavoro svolto da Max Allegri è stato strepitoso. S’è rimboccato le maniche e ha tirato fuori dal suo cilindro una squadra compatta, solida, aggressiva, combattiva, irriducibile".
Si parlava di quarta posizione a fine agosto, ma ora anche la parola scudetto è stata sdoganata.
"E meno male! Perché la Juve è la Juve, ha il tricolore nel suo dna".