Inchiesta Prisma si... allunga ma la Juve non rischia: tutti i dettagli

La Procura di Roma ha avviato un’indagine sul bilancio 2022 con i capi d’accusa degli anni precedenti. L’inchiesta torinese, ora nella Capitale, dovrebbe arrivare dal Gup a marzo
Inchiesta Prisma si... allunga ma la Juve non rischia: tutti i dettagli© Juventus FC via Getty Images

La Procura di Roma nelle ultime ore ha pigiato il piede sull’acceleratore. E così, all’indomani dell’avviso di conclusione delle indagini in merito all’inchiesta Prisma trasferita nella capitale da Torino, i pm hanno notificato ieri l’avvio di un’indagine sul bilancio della Juventus al 30 giugno 2022. Una sorta di appendice al lavoro svolto negli ultimi due mesi e mezzo. Il foro romano, infatti, era stato chiamato in causa sui conti bianconeri soltanto lo scorso 6 settembre, quando i giudici della Corte di Cassazione sul tema avevano dichiarato incompetente Torino. L’accusa della Procura torinese, sulla base di quella decisione, aveva trasmesso l’ingente documentazione prodotta – ventimila pagine, una più o una meno – agli omologhi capitolini, che hanno digerito tutti gli incartamenti. Chiedendo inoltre di acquisire, a inizio dicembre, altri documenti in relazione all’ultimo bilancio.

Juve, la nuova indagine

Documenti da cui, appunto, è germogliata la nuova indagine, che non a caso si fonda su ipotesi accusatorie del tutto analoghe a quelle dell’inchiesta Prisma: questioni contabili che riguardano operazioni incrociate, manovre stipendi e accordi di recompra. Procedimento che lo stesso club due settimane fa aveva annunciato: «Presso la Procura di Roma pendono indagini in relazione a esponenti aziendali in ordine al bilancio al 30 giugno 2022». Fattispecie che riconduce a false comunicazioni sociali. Già, ma che cosa comportano questi aggiornamenti? Si tratta sempre di un’indagine iniziata a Torino, dopo che i pm avevano chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio (probabilmente per sventare il cambio di sede, poi comunque avvenuto). La Procura di Torino, dunque, aveva chiuso le indagini per poi continuarle aprendo un nuovo fascicolo, trasmesso anch’esso a Roma. Il secondo fascicolo aperto a Roma, dunque, è frutto di quel secondo fascicolo torinese.

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Juve, nessun rischio a livello sportivo

Nulla di nuovo, quindi. Anzi, nel nuovo fascicolo la società Juventus non risulta indagata, a differenza degli apicali del club prima dell’azzeramento di oltre un anno fa, in seguito alle dimissioni dell’intero Consiglio d’Amministrazione. Scenario che fa sì che il club non corra alcun rischio a livello sportivo, a maggior ragione avendo già pagato con dieci punti di penalizzazione nel passato campionato per le questioni sollevate da Prisma e che, per altro, ancora attendono il vaglio della giustizia ordinaria. Ecco, a tal proposito: l’altro punto che si può desumere dalle novità degli ultimi giorni è che, a questo punto, la Procura di Roma non archivierà le posizioni di chi risulta coinvolto in Prisma e che le porti davanti a un Gup, presmibilmente a marzo, cioè esattamente un anno dopo le udienze davanti al Gup di Torino.

La nota ufficiale del club

«In linea con le ipotesi accusatorie già prospettate dalla Procura della Repubblica di Torino, l’avviso fa riferimento a presunti reati di falso nelle comunicazioni sociali, manipolazione del mercato, ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti - ha specificato una nota della Juventus -. Sulla base delle sommarie informazioni a disposizione allo stato, i fatti oggetto del provvedimento attengono ai bilanci al 30 giugno 2019, 2020 e 2021 e sono relativi alle c.d. “operazioni incrociate” e agli accordi di riduzione e ai successivi accordi di integrazione dei compensi del personale tesserato, nonché ai c.d. “accordi di recompra”».

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La Procura di Roma nelle ultime ore ha pigiato il piede sull’acceleratore. E così, all’indomani dell’avviso di conclusione delle indagini in merito all’inchiesta Prisma trasferita nella capitale da Torino, i pm hanno notificato ieri l’avvio di un’indagine sul bilancio della Juventus al 30 giugno 2022. Una sorta di appendice al lavoro svolto negli ultimi due mesi e mezzo. Il foro romano, infatti, era stato chiamato in causa sui conti bianconeri soltanto lo scorso 6 settembre, quando i giudici della Corte di Cassazione sul tema avevano dichiarato incompetente Torino. L’accusa della Procura torinese, sulla base di quella decisione, aveva trasmesso l’ingente documentazione prodotta – ventimila pagine, una più o una meno – agli omologhi capitolini, che hanno digerito tutti gli incartamenti. Chiedendo inoltre di acquisire, a inizio dicembre, altri documenti in relazione all’ultimo bilancio.

Juve, la nuova indagine

Documenti da cui, appunto, è germogliata la nuova indagine, che non a caso si fonda su ipotesi accusatorie del tutto analoghe a quelle dell’inchiesta Prisma: questioni contabili che riguardano operazioni incrociate, manovre stipendi e accordi di recompra. Procedimento che lo stesso club due settimane fa aveva annunciato: «Presso la Procura di Roma pendono indagini in relazione a esponenti aziendali in ordine al bilancio al 30 giugno 2022». Fattispecie che riconduce a false comunicazioni sociali. Già, ma che cosa comportano questi aggiornamenti? Si tratta sempre di un’indagine iniziata a Torino, dopo che i pm avevano chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio (probabilmente per sventare il cambio di sede, poi comunque avvenuto). La Procura di Torino, dunque, aveva chiuso le indagini per poi continuarle aprendo un nuovo fascicolo, trasmesso anch’esso a Roma. Il secondo fascicolo aperto a Roma, dunque, è frutto di quel secondo fascicolo torinese.

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