Juve-Sassuolo, rivincita Allegri: la missione di Max, la chiave della gara

Al Mapei i bianconeri consentirono agli emiliani di tenere alto il baricentro fino a 57,7 metri. E persero 4-2 (unica sconfitta per Vlahovic e compagni): l'analisi tattica del match

La Juventus va a caccia della rivincita contro il Sassuolo, squadra che all’andata ebbe la meglio sui bianconeri con un roboante 4-2. Molti mesi sono passati da allora (eravamo a settembre) e le cose sono cambiate per entrambe le squadre: in meglio per i bianconeri, in peggio per i neroverdi. La Juve da quel giorno ha infatti lasciato il posto ad una versione pragmatica, autoritaria, in grado di mettersi velocemente alle spalle il passo falso del Mapei Stadium per continuare a competere ai vertici della classifica. Da parte sua invece il Sassuolo non sta vivendo un gran momento, non essendosi più ripetuto sui livelli di quella sfida. Ad oggi infatti i neroverdi, pur essendo stati costruiti per un campionato tranquillo, sono invischiati nella lotta per non retrocedere. Il successo contro la Fiorentina nell’ultimo turno ha dato un po’ di respiro ad un undici reduce da quattro sconfitte nelle cinque partite precedenti.

Gli errori che decisero il ko contro il Sassuolo

Fatte queste doverose premesse è necessario che la Juventus ricordi gli errori commessi al Mapei per non incorrervi di nuovo e per non replicare la prestazione fornita in quella circostanza. Al di là degli svarioni di Szczesny e Gatti, che condizionarono il risultato, quella sera la Juve concesse troppo difensivamente ad un Sassuolo propositivo, che finì per registrare un baricentro molto alto sul proprio possesso (57.7m). Di questo atteggiamento offensivo beneficiò soprattutto Berardi. Il talento calabrese infatti ebbe a disposizione ben 73 palloni giocabili nei cento minuti di partita. Ma fu tutto il Sassuolo a guadagnare da quel tipo di gara. Non a caso gli uomini di Dionisi arrivarono a registrare ben 18 tiri totali, 7 dei quali nello specchio della porta difesa da Szczesny. Quattro di questi tiri furono poi generati dall’interno degli ultimi sedici metri di campo difensivi. Una errata difesa della propria area di rigore che contribuì al cattivo esito finale per la Juventus.

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Cosa serve per battere il Sassuolo

Rispetto all’andata quindi la Juve dovrà cercare di difendere con un baricentro più alto dei 44.38m registrati allora quando non in possesso. In questo modo i bianconeri avranno più possibilità di tenere il tridente formato da Berardi, Laurienté e Pinamonti fuori dal vivo del gioco. Altro accorgimento che sarà necessario attuare (e che non si verificò nella prima sfida di questo campionato fra emiliani e piemontesi) riguarderà il tentativo di limitare la costruzione neroverde. In questo senso, fortunatamente per gli uomini di Allegri il Sassuolo sarà costretto a fare a meno di Toljan. Il terzino tedesco della squadra di Dionisi infatti ha all’attivo già cinque assist in questo campionato e all’andata fu il calciatore avversario a toccare più palloni (84), a riprova della sua importanza nella fase offensiva emiliana.

Sassuolo, emergenza sulle fasce

Senza Toljan e senza Viña, la Juve si troverà di fronte un Sassuolo privo di entrambi i terzini titolari. Una occasione da sfruttare attaccando lungo le corsie esterne, soprattutto a sinistra dove potrebbe essere impiegato Viti, un centrale che deve dimostrare di poter gestire la fascia. Migliorata la fase difensiva, sarà poi necessario ripetere (con maggiore cinismo) la prestazione offensiva prodotta nel primo confronto fra le due squadre, quando la Juve riuscì a far toccare ai propri giocatori ben 27 palloni nell’area avversaria e a produrre un dato di 0.10 expected goals (xG) per tiro.

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La Juventus va a caccia della rivincita contro il Sassuolo, squadra che all’andata ebbe la meglio sui bianconeri con un roboante 4-2. Molti mesi sono passati da allora (eravamo a settembre) e le cose sono cambiate per entrambe le squadre: in meglio per i bianconeri, in peggio per i neroverdi. La Juve da quel giorno ha infatti lasciato il posto ad una versione pragmatica, autoritaria, in grado di mettersi velocemente alle spalle il passo falso del Mapei Stadium per continuare a competere ai vertici della classifica. Da parte sua invece il Sassuolo non sta vivendo un gran momento, non essendosi più ripetuto sui livelli di quella sfida. Ad oggi infatti i neroverdi, pur essendo stati costruiti per un campionato tranquillo, sono invischiati nella lotta per non retrocedere. Il successo contro la Fiorentina nell’ultimo turno ha dato un po’ di respiro ad un undici reduce da quattro sconfitte nelle cinque partite precedenti.

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Fatte queste doverose premesse è necessario che la Juventus ricordi gli errori commessi al Mapei per non incorrervi di nuovo e per non replicare la prestazione fornita in quella circostanza. Al di là degli svarioni di Szczesny e Gatti, che condizionarono il risultato, quella sera la Juve concesse troppo difensivamente ad un Sassuolo propositivo, che finì per registrare un baricentro molto alto sul proprio possesso (57.7m). Di questo atteggiamento offensivo beneficiò soprattutto Berardi. Il talento calabrese infatti ebbe a disposizione ben 73 palloni giocabili nei cento minuti di partita. Ma fu tutto il Sassuolo a guadagnare da quel tipo di gara. Non a caso gli uomini di Dionisi arrivarono a registrare ben 18 tiri totali, 7 dei quali nello specchio della porta difesa da Szczesny. Quattro di questi tiri furono poi generati dall’interno degli ultimi sedici metri di campo difensivi. Una errata difesa della propria area di rigore che contribuì al cattivo esito finale per la Juventus.

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