Lecce-Juventus, la probabile formazione di Allegri: duello Yildiz-Chiesa

Il tecnico dei bianconeri nell’abbondanza per la sfida al Via del Mare: studia la staffetta tra il turco e l’azzurro. Alex Sandro ritrovato, squalifica scontata per Gatti e McKennie. Solo De Sciglio e Kean a parte

TORINO - La staffetta è servita. E no, il ritornello non accompagnerà la Juventus soltanto verso la gara di domenica sera a Lecce, quando i bianconeri potrebbero mettere la freccia e scavalcare, almeno virtualmente, l’attuale capolista Inter. Nelle intenzioni e nelle speranze di Allegri, che confida di non dover fare i conti con ulteriori infortuni nel reparto offensivo, il passaggio di testimone tra Federico Chiesa e Kenan Yildiz si ripeterà per tutto il girone di ritorno. Una volta potrà scattare dai blocchi uno e una volta l’altro, ma le caratteristiche dell’azzurro e del turco portano a disegnare uno scenario in cui – entro i confi ni dell’ormai dogmatico 3-5-2 di partenza – i due talenti bianconeri si avvicenderanno con frequenza. Come già accaduto, non a caso, nelle ultime tre partite in cui entrambi sono stati a disposizione del tecnico livornese.

Un bel problema, lì davanti, per Allegri. Nel senso che, all’apice della condizione di entrambi, non sarà banale tenere eventualmente in panchina l’ex viola, uno degli uomini deputati a far le fortune di questa squadra, ma nemmeno l’enfant prodige, che si è meritato in fretta i galloni del potenziale titolare. Al contempo, però, la possibilità di far affidamento su tutti e due nell’arco dei 90’, orizzonte quasi scontato in contumacia dei cinque cambi a disposizione, potrà rappresentare uno dei valori aggiunti per i bianconeri nella volata infinita verso lo scudetto. A maggior ragione dall’alto dell’armonia e della comunione d’intenti che sta cementando spogliatoio ed ambiente, come certificato da numerose diapositive scattate anche martedì sera durante la sfida al Sassuolo: dal sorriso incredulo di Yildiz di fronte alla prodezza di Vlahovic su punizione all’esultanza fanciullesca di DV9 per la rete di Chiesa, passando per quest’ultimo che si è reinventato capo-ultrà, con tanto di megafono, per aizzare i tifosi in curva.

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Allegri e la ritrovata abbondanza in tutti i reparti

Ma il discorso della ritrovata abbondanza non riguarda soltanto il ruolo della seconda punta o, più in generale, del reparto d’attacco che si può ora fregiare di un Vlahovic finalmente trascinatore, di un Milik fresco di tripletta in Coppa Italia e di un Kean - mercato permettendo - sulla via del recupero. L’attaccante vercellese, nella giornata di ieri, è stato infatti l’unico a lavorare a parte oltre a De Sciglio, lungodegente ormai a poche settimane dal rientro.

Per il resto, infatti, Allegri può contare su un gruppo al completo, con l’infermeria che si è svuotata di pari passo con la “panca puniti”, da cui si sono rialzati Gatti e McKennie dopo aver scontato in occasione della partita contro gli emiliani di Dionisi il turno di squalifica appioppato loro dal Giudice Sportivo. A Lecce, insomma, Allegri potrà sfruttare un ventaglio di soluzioni più ampio rispetto al recente passato per disegnare l’undici di partenza e per studiare le mosse da attuare in corso d’opera. Primo rebus da risolvere? Lì davanti, naturalmente, tra Chiesa, titolare con la Salernitana in Coppa e poi sostituito da Yildiz, e Yildiz, titolare con Frosinone e Sassuolo e poi sostituito da Chiesa. La nuova staffetta bianconera con vista sul tricolore.

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TORINO - La staffetta è servita. E no, il ritornello non accompagnerà la Juventus soltanto verso la gara di domenica sera a Lecce, quando i bianconeri potrebbero mettere la freccia e scavalcare, almeno virtualmente, l’attuale capolista Inter. Nelle intenzioni e nelle speranze di Allegri, che confida di non dover fare i conti con ulteriori infortuni nel reparto offensivo, il passaggio di testimone tra Federico Chiesa e Kenan Yildiz si ripeterà per tutto il girone di ritorno. Una volta potrà scattare dai blocchi uno e una volta l’altro, ma le caratteristiche dell’azzurro e del turco portano a disegnare uno scenario in cui – entro i confi ni dell’ormai dogmatico 3-5-2 di partenza – i due talenti bianconeri si avvicenderanno con frequenza. Come già accaduto, non a caso, nelle ultime tre partite in cui entrambi sono stati a disposizione del tecnico livornese.

Un bel problema, lì davanti, per Allegri. Nel senso che, all’apice della condizione di entrambi, non sarà banale tenere eventualmente in panchina l’ex viola, uno degli uomini deputati a far le fortune di questa squadra, ma nemmeno l’enfant prodige, che si è meritato in fretta i galloni del potenziale titolare. Al contempo, però, la possibilità di far affidamento su tutti e due nell’arco dei 90’, orizzonte quasi scontato in contumacia dei cinque cambi a disposizione, potrà rappresentare uno dei valori aggiunti per i bianconeri nella volata infinita verso lo scudetto. A maggior ragione dall’alto dell’armonia e della comunione d’intenti che sta cementando spogliatoio ed ambiente, come certificato da numerose diapositive scattate anche martedì sera durante la sfida al Sassuolo: dal sorriso incredulo di Yildiz di fronte alla prodezza di Vlahovic su punizione all’esultanza fanciullesca di DV9 per la rete di Chiesa, passando per quest’ultimo che si è reinventato capo-ultrà, con tanto di megafono, per aizzare i tifosi in curva.

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