Barido, il talento argentino alla Juve con tutta la famiglia

L'ultimo colpo a zero dei bianconeri porta al 2008 del Boca, perno dell’Argentina U15 del ct Aimar

A Brandsen 805, República de la Boca, Buenos Aires, Argentina, stanno letteralmente sbattendo la testa contro il muro. In via Druento 175, Torino, agli Juventus Headquarters si stanno letteralmente sfregando le mani con un sorriso beffardo. Sì, perché, come anticipato giovedì dalle colonne del nostro giornale, la Vecchia Signora ha bruciato tutti e ha ingaggiato Francisco Martín Barido, 16 anni compiuti appena 25 giorni fa, enganche, fantasista tutto mancino nato ad Adrogué, capoluogo del Partido di Almirante Brown, provincia di Buenos Aires. Barido, che è in possesso di passaporto comunitario, è il numero 10 della Séptima del Boca Juniors ed è pure il numero 10 della Selección Sub 15 allenata dal Payaso Pablito Aimar.

Barido presto a Torino

Andrà alla Juve, sì, e il Boca non può farci proprio nulla: non è ancora maggiorenne e quindi il Xeneize non può fargli firmare un contratto. Barido nei prossimi giorni atterrerà a Torino, il luogo dove i suoi genitori, insegnanti di educazione fisica, inizieranno una nuova vita dopo aver accettato una proposta di lavoro giunta dal capoluogo piemontese. Nel 2020, a 12 anni, Barido è diventato virale per un video in cui giocava a Baby Fútbol con il club Cultural Marmol: mostrava un mancino delizioso e una capacità di saltare l’uomo fuori dal comune. Quelle immagini arrivarono pure in Catalunya, al Barcellona, ??che era interessato a ingaggiarlo per il modo in cui giocava e per come si sbarazzava a colpi di gambetas, di dribbling, degli avversari. Non ha cambiato modo di giocare passando dal campo a 7 a quello a 11, mantenendo tutte le enormi aspettative che lo hanno accompagnato fin dalla fanciullezza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Barido sulle orme di Soulè

Ora lo aspetta una nuova enorme avventura, non solo sotto il punto di vista meramente futbolistico: balzerà un oceano, saluterà i suoi amici, il suo barrio, la gente con cui è cresciuto. Abbandonerà la sua comfort zone per mettersi alla prova, ancora una volta. Al suo fianco ci sarà anche Martina, la sua fidanzata: «Inizia la nostra grande sfida, quella di cui parliamo da tempo ma non avremmo mai pensato che sarebbe arrivata così in fretta. Io sarò qui a sostenerti e ad aspettarti, ho realizzato tutti i tuoi sogni e sarò la persona più felice di tutte».

Barido sogna di sfondare, di ripetere le gesta di Mati Soulé, che a 16 anni lasciò il Vélez Sarsfield sfruttando la patria potestà e approdò proprio in Italia, a Torino, alla Juve. E quest’anno ha stregato e shockato la Serie A tutta.

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A Brandsen 805, República de la Boca, Buenos Aires, Argentina, stanno letteralmente sbattendo la testa contro il muro. In via Druento 175, Torino, agli Juventus Headquarters si stanno letteralmente sfregando le mani con un sorriso beffardo. Sì, perché, come anticipato giovedì dalle colonne del nostro giornale, la Vecchia Signora ha bruciato tutti e ha ingaggiato Francisco Martín Barido, 16 anni compiuti appena 25 giorni fa, enganche, fantasista tutto mancino nato ad Adrogué, capoluogo del Partido di Almirante Brown, provincia di Buenos Aires. Barido, che è in possesso di passaporto comunitario, è il numero 10 della Séptima del Boca Juniors ed è pure il numero 10 della Selección Sub 15 allenata dal Payaso Pablito Aimar.

Barido presto a Torino

Andrà alla Juve, sì, e il Boca non può farci proprio nulla: non è ancora maggiorenne e quindi il Xeneize non può fargli firmare un contratto. Barido nei prossimi giorni atterrerà a Torino, il luogo dove i suoi genitori, insegnanti di educazione fisica, inizieranno una nuova vita dopo aver accettato una proposta di lavoro giunta dal capoluogo piemontese. Nel 2020, a 12 anni, Barido è diventato virale per un video in cui giocava a Baby Fútbol con il club Cultural Marmol: mostrava un mancino delizioso e una capacità di saltare l’uomo fuori dal comune. Quelle immagini arrivarono pure in Catalunya, al Barcellona, ??che era interessato a ingaggiarlo per il modo in cui giocava e per come si sbarazzava a colpi di gambetas, di dribbling, degli avversari. Non ha cambiato modo di giocare passando dal campo a 7 a quello a 11, mantenendo tutte le enormi aspettative che lo hanno accompagnato fin dalla fanciullezza.

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