Yildiz ha stregato tutti: Juve nel destino e rinnovo in vista. Sulla 10...

Il gioiello bianconero debuttò all’andata contro l'Udinese: oggi è un titolare aggiunto e uno dei pilastri su cui si fonderà il nuovo ciclo

Capelli lunghi non porta più, si potrebbe canticchiare ispirati dall’atmosfera sanremese e dal fatto che il cambio di pettinatura di Kenan Yildiz risale giusto all’ultimo (e per lui primo) incrocio con l’Udinese, attesa lunedì all’Allianz Stadium per la sfida di ritorno. All’andata, alla 1ª giornata, il diciottenne talento turco debuttò nella Juventus e il giorno dopo, seppur di lunedì, trovò un barbiere per eseguire con umiltà il bonipertiano ordine post partita di Allegri: «Intanto domani si taglia i capelli, perché li ha toccati cento volte».

Per quanto prima della partita contro l’Inter abbia ulteriormente accorciato la chioma, però, la pettinatura è probabilmente la cosa che è cambiata meno nel mondo di Yildiz in questi cinque mesi e mezzo. Nei cinque minuti giocati quel 20 agosto al Friuli il diciottenne turco mostrò il primo lampo, vincendo un contrasto con Samardzic e subito dopo facendo sparire il pallone davanti a Perez con un tocco destro-sinistro, costringendo l’argentino al fallo.

Juve, la crescita di Yildiz

Con la stessa velocità con cui eseguì quel dribbling Yildiz ha scalato nei mesi successivi la montagna del calcio professionistico: il 12 ottobre il debutto nella Turchia di Montella, preferita alla Germania dove è nato e cresciuto, il 7 novembre inserimento ufficiale nella prima squadra della Juve, il 18 prima partita da titolare e primo gol in Nazionale, nella vittoria per 3-2 proprio contro la Germania, in amichevole a Berlino. E poi, il 23 dicembre, il bis dell’accoppiata esordio da titolare-gol anche in bianconero, a Frosinone, con un dribbling tra tre avversari e un destro preciso sul primo palo, seguito dall’esultanza mostrando la lingua alla Del Piero. «È il mio idolo», spiegò facendo sognare ancora di più i tifosi bianconeri. Un sogno sempre più bello, tra numeri e altri due gol splendidi in Coppa Italia, ancora al Frosinone e alla Salernitana. Un sogno certo non spezzato dalla prestazione nulla più che sufficiente con l’Inter.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Yildiz, il rinnovo e la maglia numero 10

Essere titolari a San Siro a 18 anni è già qualcosa di fuori dal comune. E fuori dal comune è il salto di Yildiz da quell’esordio con l’Udinese ad agosto alla sfida di lunedì. Da giocatore della Next Gen aggregato alla prima squadra è diventato la prima alternativa a Chiesa e un calciatore su cui costruire la Juve della prossima stagione. Anzi, delle prossime stagioni. Sul campo, dove la squadra bianconera non potrà prescindere dalla sua presenza nella formazione tipo, e anche fuori. Giovane, faccia pulita, quella linguaccia iconica e quel talento capace di stregare grandi e piccini come da sempre accade a chi dribbla e segna, Yildiz è destinato a essere il simbolo del nuovo ciclo che la Juventus sta cercando di avviare. Un’investitura che passerà da un rinnovo del contratto (scadenza 2027) con cui il 30 agosto la Juventus aveva adeguato lo status del turco a giocatore di Serie A. Con il prossimo, che potrebbe spostare la scadenza fino al 2029, gli riconoscerà lo status di giocatore importante della Juve. Probabilmente di numero 10 della Juve. Prima però c’è una stagione, ancora lunga, da chiudere in bellezza con il 15 sulla schiena, a cominciare da lunedì con l’Udinese: stavolta non basterà un bel dribbling.

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Capelli lunghi non porta più, si potrebbe canticchiare ispirati dall’atmosfera sanremese e dal fatto che il cambio di pettinatura di Kenan Yildiz risale giusto all’ultimo (e per lui primo) incrocio con l’Udinese, attesa lunedì all’Allianz Stadium per la sfida di ritorno. All’andata, alla 1ª giornata, il diciottenne talento turco debuttò nella Juventus e il giorno dopo, seppur di lunedì, trovò un barbiere per eseguire con umiltà il bonipertiano ordine post partita di Allegri: «Intanto domani si taglia i capelli, perché li ha toccati cento volte».

Per quanto prima della partita contro l’Inter abbia ulteriormente accorciato la chioma, però, la pettinatura è probabilmente la cosa che è cambiata meno nel mondo di Yildiz in questi cinque mesi e mezzo. Nei cinque minuti giocati quel 20 agosto al Friuli il diciottenne turco mostrò il primo lampo, vincendo un contrasto con Samardzic e subito dopo facendo sparire il pallone davanti a Perez con un tocco destro-sinistro, costringendo l’argentino al fallo.

Juve, la crescita di Yildiz

Con la stessa velocità con cui eseguì quel dribbling Yildiz ha scalato nei mesi successivi la montagna del calcio professionistico: il 12 ottobre il debutto nella Turchia di Montella, preferita alla Germania dove è nato e cresciuto, il 7 novembre inserimento ufficiale nella prima squadra della Juve, il 18 prima partita da titolare e primo gol in Nazionale, nella vittoria per 3-2 proprio contro la Germania, in amichevole a Berlino. E poi, il 23 dicembre, il bis dell’accoppiata esordio da titolare-gol anche in bianconero, a Frosinone, con un dribbling tra tre avversari e un destro preciso sul primo palo, seguito dall’esultanza mostrando la lingua alla Del Piero. «È il mio idolo», spiegò facendo sognare ancora di più i tifosi bianconeri. Un sogno sempre più bello, tra numeri e altri due gol splendidi in Coppa Italia, ancora al Frosinone e alla Salernitana. Un sogno certo non spezzato dalla prestazione nulla più che sufficiente con l’Inter.

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