Mandzukic fa piangere Allegri: fedelissimi Juve in video per le 405 presenze

Alcuni campioni bianconeri, del presente e del passato, hanno voluto rendere omaggio al loro amato allenatore per l’importante traguardo raggiunto

Un record incredibile, con la statistica ancora in miglioramento. Massimiliano Allegri ha raggiunto le 405 panchine con la Juventus, diventando il secondo nella storia del club bianconero dietro al solo Giovanni Trapattoni. Un'occasione speciale, che non può passare inosservata. E così la Juventus ha deciso di far recapitare al tecnico toscano tanti video saluti di suoi ex calciatori, o giocatori attuali, avuti in bianconero. Non passa inosservato quello di Mandzukic...

Chiellini, Barzagli e Buffon: i messaggi ad Allegri

Si parte con Chiellini: "Ciao Max, volevo farti tante congratulazioni per questo traguardo. Ti auguro di non raggiungere il Trap perché sono davvero troppe. Ti auguro di fare ancora qualche anno ma poi di goderti il mare della nostra Livorno. Se devo raccontare un paio di aneddoti di questi anni, uno serio è quando dopo aver perso in casa 0-3 nella sfida di andata contro il Real Madrid in Champions League, sei stato l'unico che il giorno dopo ha cominciato a farci credere di poter vincere al ritorno. L'altro aneddoto un po' più simpatico, risale a quel famoso emisodio di Carpi, quando si tolse la giacca: da lì non ci ha dato più la partenza libera prima di Natale, facendoci perdere sempre un giorno di vacanze. Ti mando un abbraccio grande, in bocca al lupo per il finale di stagione".

Allegri risponde così: "Ero convinto che quella sera la squadra potesse ribaltare il risultato, così è stato. È mancato l'ultimo pezzettino, dovevo forse fare un cambio prima, senza pensare che i supplementari fossero lì a portata di mano. Per quanto riguarda quella di Carpi sì, è vero: io ho sempre detto ai ragazzi che le partite vanno vinte. Come disse Gianluca Vialli: alla Juve quando vinci sei sollevato. C'è la gioia, ovviamente, ma subito pensi al sollievo e al fatto di poter passare tre giorni in serenità. Lì a Carpi era vicino Natale, e me lo volevano rovinare (ride, ndr)".

Poi è il momento di Barzagli: "Complimenti per le 405 panchine, entri ulteriormente nella storia della Juventus. Mi ricordo ancora in certe partite del sabato sera, quando ci dicevi 'Ragazzi, domani è domenica: fatemi passare una bella giornata, quindi vinciamo e poi trascorriamo un giorno spensierato con le famiglie'. È successo spesso, e spero possa sucedere ancora. Ah, un'altra gag bellissima: prima delle partite ti veniva data la distinta con la formazione dell'altra squadra. E a quel punto dicevi: 'Beh, la formazione degli altri l'ho presa. Speriamo di aver azzeccato la nostra...'. Ciao mister!".

Divertente la risposta del tecnico: "Di solito indovinavo la formazione degli altri, ma la cosa più importante era scegliere bene la nostra. Azzeccare le scelte con i calciatori che avevo a disposizione era anche abbastanza facile, ho avuto il piacere e l'onore di allenare questi grandi campioni e questi grandi uomini. Gli Scudetti si vincono con i grandi uomini: ogni volta che li vedo e che ci parlo mi emoziono. Hanno fatto la storia della Juventus e molti della Nazionale. Mi ritengo un uomo, oltre che un allenatore, fortunato".

Poi tocca a Buffon: "Ciao grande mister, complimenti! Sei storia nella storia, ma non finisce qua. Mi raccomando: molto è stato fatto e molto resta da fare. Credo che in questo cammino la Juventus abbia migliorato te e tu con la tua visione e il tuo modo di lavorare abbia migliorato la Juve. Mi raccomando, non ci accontentiamo, né in questa stagione né in futuro".

Così Allegri: "C'era una frase che Gigi diceva sempre, e ogni tanto la ripeto alla squadra. Cioè che ci sono partite che non si devono giocare, si devono vincere. Oltre che ammirarlo per lo straordinario portiere che è stato, da lui ho imparato molto. Il 70/80% delle partite si vincono, poi ci sono gli scontri diretti che si giocano. Quando sento delle 7 finali perse, io dico che invece la Juve ne ha giocate 9. Poi certo, ne poteva vincere qualcuna in più, ma ha partecipato a 9 eventi mondiali. Vincere le due finali giocate sarebbe stato meraviglioso, ma quando ricordo quei momenti lì, il fatto di essere presente vuol dire che hai fatto il massimo e sei una persona fortunata, perché viviamo di quegli eventi".

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Danilo, Marchisio, Rabiot e il retroscena Matri

Danilo ha parole di elogio per Allegri: "Ciao Mister, volevo farti i complimenti. Rappresenti benissimo quello ciò che vuol dire resilienza, lavoro. E questa è la Juventus. Sono felice di partecipare ad una piccola parte di questo percorso, e mi raccomando che stai migliorando nel non andare via prima della partita. Così va bene, perché vuol dire che sei molto più sereno. Altrimenti la prossima volta prendi la multa".

Così Allegri sul brasiliano: "Lui è un ragazzo d'oro, il leader di questa squadra. Si può percepire la differenza nel fatto che ha giocato nel Real Madrid, è un uomo di spessore molto alto. Mi affido a lui, ho un rapporto davvero straordinario".

Poi è il momento di Marchisio: "Mister, congratulazioni per il traguardo raggiunto. Complimenti anche al suo staff. Grazie per tutte le vittorie vissute insieme, purtroppo c'è stata anche qualche sconfitta. Ma le vittorie son state davvero tante, grazie di tutto".

La risposta del tecnico: "Giocatore straordinario, ho vissuto 4 anni con lui. Il primo anno, che c'era ancora Pirlo davanti la difesa, Claudio con caratteristiche differenti aveva cominciato a giocare lì. Con me ha fatto gli anni più importanti in quel ruolo, con gli infortuni che ha avuto il nostro rapporto lavorativo si è dovuto interrompere. Ma ho un ricordo straordinario perché in quel momento lì era uno dei migliori centrocampisti d'Europa".

E a proposito di centrocampo, il saluto arriva anche da Rabiot: "Ciao mister, volevo farti i complimenti per il tuo traguardo e dirti che sono contento di lavorare con te. Sei un grande professionista e una grande persone. Anche se, non so se ti ricordi quando sono arrivato nel 2019, tu mi avevi convinto a venire alla Juve, però poi tu sei andato via... Solo questo, ma per il resto tutto bene. Ancora complimenti".

Allegri ammette: "Vero, ci avevo parlato poi sono andato via. Però ci siamo ritrovati e sono molto contento. È cresciuto come persona: come giocatore era già molto forte, è cresciuto in personalità, è maturato. L'anno scorso ha fatto un campionato straordinario, si sta ripetendo ed è diventato un punto di riferimento nello spogliatoio

Poi tocca a Matri, che Allegri ha avuto anche a Cagliari: "Ti faccio le congratulazioni, ti auguro di migliorare sempre più i tuoi record. Non dimenticherò mai il rapporto che si era costruito a Cagliari, il tuo modo di riprendermi e stimolarmi, come solo tu sai fare".

Allegri così: "Veramente è un ragazzo a cui sono legato affettivamente. Mi vien da ridere perché a Cagliari, alla quinta sconfitta di seguito, lui e Lazzari erano in panchina e li feci entrare a 20' dalla fine. Alla riunione del mercoledì, dopo aver perso 2-0, gliene dissi di tutti i colori e sembrava che avessimo perso per colpa loro. E ogni volta che lo vedo me lo ricorda, e ci ridiamo sopra. Poi gli dicevo sempre: 'Sei fortunato. Tu vuoi giocare 90', ma se te li facci giocare non esprimi tutto quello che esprimi in 30'. E quindi in mezz'ora sembri più bravo di quello che sei e ottieni contratti migliori'".

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Alex Sandro, aneddoto Matuidi e le imitazioni di Tek

Arriva in seguito il turno di Matuidi: "Ciao mister, congratulazioni per il record. Hai vinto titoli e partite, sempre con la gioia. Ho imparato tanto da te dentro e fuori il campo. È un piacere fare questo video per te, perché te lo meriti".

Parole dolci da Allegri per il francese: "Uomo straordinario. Aveva un'umiltà, uno spirito di sacrificio incredibile verso i compagni. Racconto quest'aneddoto: l'arrivo di Cristiano Ronaldo aveva condizionato un po' anche dentro il campo le scelte dei giocatori. Giocavamo a Roma con la Lazio, a Blaise arriva una palla dentro l'area, la stoppa, si gira e la dà a Cristiano che era fuori area. Allora gli dico: 'Guarda Blaise che non si deve fare gol per forza facendo passare la palla per Cristiano, se sei davanti al portiere e fai gol, il gol ce lo danno lo stesso'. Poi faceva il terzino, il mediano, la mezzala: aiutava tutti. Sono stato fortunato ad avere tutti questi giocatori. Mi state facendo emozionare: vederli è sempre un piacere".

Alex Sandro ha vissuto entrambe le parentesi bianconere di Allegri: "Complimenti mister, sono contento di lavorare con te, ti ringrazio per tutto ciò che hai fatto per me. Abbiamo passato tanto tempo assieme: sconfitte, vittorie, è stato sempre tutto bello. Ti voglio bene e ti auguro il meglio".

E Allegri ricorda: "Lui è arrivato l'anno dopo la finale di Champions, fu un acquisto straordinario perché tra i terzini giovani era il migliore in circolazione. Questo è il suo nono anno alla Juve, ha ottenuto risultati incredibili oltre ad essere un ragazzo intelligente ed essere votato alla causa della squadra, e questa è la cosa più importante".

Szczesny cita le frasi più iconiche di Allegri nello spogliatoio: "Mister complimenti per il traguardo raggiunto. Ora ti mancano 190 partite per raggiungere Trapattoni. Quando deciderai di smettere, sarò io ad insegnare ai ragazzi che le partite non finiscono mai, che correre non è obbligatorio ma aiuta e che le chiacchiere le porta via il vento".

Il portiere polacco imita Allegri, e il tecnico ne è consapevole: "Tek mi imita quando non ci sono, lo so. Tra l'altro quando dovevo scrivere il suo nome, ora non lo scrivo più, c’era uno dietro che me lo ripeteva, perchè in 10 anni ancora non l’ho imparato, c'è soltanto una vocale se non sbaglio. Poi sulle frasi, è vero che dico quelle frasi: nel calcio non è obbligatorio, correre ma aiuta".

Nella prima esperienza bianconera di Allegri membro importante è stato Khedira: "Ciao mister, congratulazioni per le 405 panchine alla Juve: un record di cui dovresti andare orgoglioso. Hai vinto tanti titoli, alcuni li abbiamo festeggiati insieme. Sono felice di essere stato un tuo giocatore, mi manchi e a presto! Ciao amico mio".

Allegri così: "Veniva dal Real, era un professore in campo. A volte ho sentito delle critiche su di lui, mi arrabbio perché la gente spesso non riconosce il livello dei giocatori. Allegri magari non capisce il livello dei giocatori, ma Mourinho e Ancelotti... Credo che avrà un futuro nel calcio, assolutamente".

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Rugani, De Sciglio e Pjanic per Allegri

Da anni alla Juve c'è anche Rugani: "Volevo farti i complimenti per questo traguardo enorme. Sono anni che ci conosciamo, sono cresciuto e un po' invecchiato con te, sentendo le tue perle di saggezza. Potrei scriverci un libro, ma ciò che volevo fare era salutarti lasciandoti una riflessione: se le presenze sono 405, prova a pensare a quante volte hai chiesto a Matteo Fabris quanti minuti mancavano alla fine".

Una battuta a cui Allegri risponde così: "Quello è impossibile: se dovessi fare la moltiplicazione verrebbe un numero impossibile. Daniele venne dopo un campionato ottimo ad Empoli dove non era mai stato ammonito. E veniva lodato dai giornali... Gli dissi che i difensori li devono prendere, perché bisogna 'picchiare' per non prendere gol. Difensivamente credo lui sia uno dei migliori".

Poi tocca a De Sciglio, che ha avuto anche al Milan: "Allora Mister parto dicendo che ti faccio tantissime congratulazioni e poi per le prossime. So che sia arrivato il momento giusto per iniziare ad urlare di meno prima che ti cascano tuti i capelli, già te ne sono rimasti pochi. Considerando che dodici anni fa quando ti ho conosciuto avevi anche una bella chioma quindi pensa da quanto tempo ci conosciamo. Davvero tante congratulazioni per questo tuo bel traguardo. Sono davvero contento di poterlo condividere insieme a te".

L'allenatore bianconero parla di lui rievocando la prima esperienza in rossonero: "Mattia è cresciuto con me al Milan, spesso è criticato ma è affidabile, me lo sono portato dietro per tanti anni. I capelli? Me li hanno fatti perdere, così ho deciso di tagliarli".

In penultima battuta Pjanic: "Ciao boss, come stai? Ti mando un piccolo messaggio per farti gli auguri per questo grandissimo traguardo che hai raggiunto. Solo i grandi ci riescono e tu lo sei. Sai che ti stimo tantissimo, sei un amico, una grande persona e un fantastico allenatore. Ti faccio solamente i complimenti a te. Ti ho anche un po’ allungato la carriera come allenatore, mi hai fatto diventare un vero giocatore e non lo dimenticherò mai. Mi manchi e mi mancate tutti e ci vediamo presto".

Il tecnico gli risponde: "Quando è arrivato da noi era già un ottimo giocatore, ma con noi è diventato di livello internazionale. Suo figlio è cresciuto con il mio. Sono onorato di averlo potuto allenare".

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Mandzukic fa commuovere Allegri

Dulcis in fundo, Mandzukic: "Mi sono divertito a lavorare con te alla Juve. Sono felice tu abbia raggiunto questo record, mi congratulo con te. Sai che non mi piace fare video o interviste, ma per te dovevo fare un'eccezione. Ti auguro il meglio, sul campo e nella tua vita privata. Ah mister, non dimenticarti di lavorare sulle tue capacità a basket".

Allegri risponde visibilmente commosso: "Qui mi avete messo in difficoltà. Con Mario sono legato, è stato meraviglioso perché era buffo. Faceva finta di non sapere l'italiano e invece lo sapeva meglio degli altri. Racconto un aneddoto: a Roma si è fatto male al gomito. Inizia questa infezione, non rientrava più in campo, e non capivo come convincerlo a farlo rientrare. Lui discuteva con i dottori, loro venivano da me e io gli dicevo il contrario. In un’altra occasione a Monaco non era in condizione, l’ho portato in panchina e l’ho fatto entrare. A Londra invece lo lasciai a casa perchè non era pronto. Ogni tanto veniva al campo e diceva ‘No good’, io lo dicevo ai dottori, affermando che domenica non avrebbe giocato, arrivavo al campo e me lo trovavo dietro. Mario è stato un giocatore tecnico, faceva paura quando lo schieravi in campo. Se non aveva voglia io lo lasciavo dentro perchè poi nelle fasi calde si accendeva. Per un tecnico, quando hai modo di lavorare con questi campioni, devi sempre imparare qualcosa".

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Un record incredibile, con la statistica ancora in miglioramento. Massimiliano Allegri ha raggiunto le 405 panchine con la Juventus, diventando il secondo nella storia del club bianconero dietro al solo Giovanni Trapattoni. Un'occasione speciale, che non può passare inosservata. E così la Juventus ha deciso di far recapitare al tecnico toscano tanti video saluti di suoi ex calciatori, o giocatori attuali, avuti in bianconero. Non passa inosservato quello di Mandzukic...

Chiellini, Barzagli e Buffon: i messaggi ad Allegri

Si parte con Chiellini: "Ciao Max, volevo farti tante congratulazioni per questo traguardo. Ti auguro di non raggiungere il Trap perché sono davvero troppe. Ti auguro di fare ancora qualche anno ma poi di goderti il mare della nostra Livorno. Se devo raccontare un paio di aneddoti di questi anni, uno serio è quando dopo aver perso in casa 0-3 nella sfida di andata contro il Real Madrid in Champions League, sei stato l'unico che il giorno dopo ha cominciato a farci credere di poter vincere al ritorno. L'altro aneddoto un po' più simpatico, risale a quel famoso emisodio di Carpi, quando si tolse la giacca: da lì non ci ha dato più la partenza libera prima di Natale, facendoci perdere sempre un giorno di vacanze. Ti mando un abbraccio grande, in bocca al lupo per il finale di stagione".

Allegri risponde così: "Ero convinto che quella sera la squadra potesse ribaltare il risultato, così è stato. È mancato l'ultimo pezzettino, dovevo forse fare un cambio prima, senza pensare che i supplementari fossero lì a portata di mano. Per quanto riguarda quella di Carpi sì, è vero: io ho sempre detto ai ragazzi che le partite vanno vinte. Come disse Gianluca Vialli: alla Juve quando vinci sei sollevato. C'è la gioia, ovviamente, ma subito pensi al sollievo e al fatto di poter passare tre giorni in serenità. Lì a Carpi era vicino Natale, e me lo volevano rovinare (ride, ndr)".

Poi è il momento di Barzagli: "Complimenti per le 405 panchine, entri ulteriormente nella storia della Juventus. Mi ricordo ancora in certe partite del sabato sera, quando ci dicevi 'Ragazzi, domani è domenica: fatemi passare una bella giornata, quindi vinciamo e poi trascorriamo un giorno spensierato con le famiglie'. È successo spesso, e spero possa sucedere ancora. Ah, un'altra gag bellissima: prima delle partite ti veniva data la distinta con la formazione dell'altra squadra. E a quel punto dicevi: 'Beh, la formazione degli altri l'ho presa. Speriamo di aver azzeccato la nostra...'. Ciao mister!".

Divertente la risposta del tecnico: "Di solito indovinavo la formazione degli altri, ma la cosa più importante era scegliere bene la nostra. Azzeccare le scelte con i calciatori che avevo a disposizione era anche abbastanza facile, ho avuto il piacere e l'onore di allenare questi grandi campioni e questi grandi uomini. Gli Scudetti si vincono con i grandi uomini: ogni volta che li vedo e che ci parlo mi emoziono. Hanno fatto la storia della Juventus e molti della Nazionale. Mi ritengo un uomo, oltre che un allenatore, fortunato".

Poi tocca a Buffon: "Ciao grande mister, complimenti! Sei storia nella storia, ma non finisce qua. Mi raccomando: molto è stato fatto e molto resta da fare. Credo che in questo cammino la Juventus abbia migliorato te e tu con la tua visione e il tuo modo di lavorare abbia migliorato la Juve. Mi raccomando, non ci accontentiamo, né in questa stagione né in futuro".

Così Allegri: "C'era una frase che Gigi diceva sempre, e ogni tanto la ripeto alla squadra. Cioè che ci sono partite che non si devono giocare, si devono vincere. Oltre che ammirarlo per lo straordinario portiere che è stato, da lui ho imparato molto. Il 70/80% delle partite si vincono, poi ci sono gli scontri diretti che si giocano. Quando sento delle 7 finali perse, io dico che invece la Juve ne ha giocate 9. Poi certo, ne poteva vincere qualcuna in più, ma ha partecipato a 9 eventi mondiali. Vincere le due finali giocate sarebbe stato meraviglioso, ma quando ricordo quei momenti lì, il fatto di essere presente vuol dire che hai fatto il massimo e sei una persona fortunata, perché viviamo di quegli eventi".

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