"Penalizzazione al Milan? Alla Juve hanno fatto di tutto": i possibili scenari

Intervista a Pierluigi Matera, professore ordinario di diritto comparato ed ex vice procuratore generale del Coni, sul caso che sta coinvolgendo la società rossonera: "Contano anche le suggestioni"

Pierluigi Matera, professore ordinario di diritto comparato ed ex vice procuratore generale del Coni, che idea si è fatto della vicenda che rischia di travolgere il Milan?

«Mi preme un antefatto, intanto: il cosiddetto “vendor loan” e i veicoli lussemburghesi attraverso cui, nell’estate del 2022, è stata perfezionata la cessione del club da Elliott a RedBird rappresentano un modo di operare abbastanza tipico nel mondo della finanza».

Quindi sarà difficile per la Procura di Milano sostenere le proprie tesi?

«In assenza della cosiddetta “scrittura di verità”, ovvero del contratto dissimulato che viene sottoscritto quando si procede a una vendita simulata, all’accusa serviranno altre prove. Alcune di quelle che trapelano in queste ore mi sembrano evanescenti: la coincidenza dell’indirizzo nel Delaware, per esempio, riguarda i due fondi in questione così come circa il 70% delle principali società americane. La conferma di alcune figure nel passaggio da vecchio a nuovo management è già più suggestiva, ma immagino che la Procura abbia in mano anche altro».

Ma è sufficiente per sostenere l’ipotesi di reato?

«Si tratta di un’accusa complessa da sostenere anche attraverso la tesi più importante, ovvero quella secondo la quale Elliott si sarebbe comportato da proprietario e non da creditore nella trattativa con il fondo arabo Pif per una possibile trattativa di cessione. Quella, per la Procura, sarebbe una sorta di condotta confessoria, ma ce ne passa… Elliott e RedBird non sono piccoli fondi, ma giganti globali che portano abitualmente avanti strategie aggressive e che, quando citati in giudizio, “vincono” praticamente sempre».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Come si concluderà, dunque, la vicenda?

«In ambito penale, a meno che si trovi la già citata “scrittura di verità”, sempre che esista, o altre prove, Elliott e RedBird hanno molte armi per difendersi dall’accusa».

E a livello sportivo, invece?

«Il discorso è differente, l’abbiamo già visto con il caso Juventus dell’anno scorso: il procedimento deve essere più veloce e si concluderà prima ancora della formazione delle prove nel penale, ammesso che ci si arrivi. E così gli articoli 4, 31 e 32 comma 5 del Codice di Giustizia Figc possono portare ad ammenda e penalizzazione. In che termini? Se si crede alla ricostruzione di una proprietà “schermata”, lo scenario è certamente più grave rispetto a quello di qualche plusvalenza che ha portato al -10 per il club bianconero. Poi c’è il fronte Uefa: la tesi della contemporanea proprietà di Milan e Lille, secondo l’articolo 5, può portare anche all’esclusione dalle coppe».

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Pierluigi Matera, professore ordinario di diritto comparato ed ex vice procuratore generale del Coni, che idea si è fatto della vicenda che rischia di travolgere il Milan?

«Mi preme un antefatto, intanto: il cosiddetto “vendor loan” e i veicoli lussemburghesi attraverso cui, nell’estate del 2022, è stata perfezionata la cessione del club da Elliott a RedBird rappresentano un modo di operare abbastanza tipico nel mondo della finanza».

Quindi sarà difficile per la Procura di Milano sostenere le proprie tesi?

«In assenza della cosiddetta “scrittura di verità”, ovvero del contratto dissimulato che viene sottoscritto quando si procede a una vendita simulata, all’accusa serviranno altre prove. Alcune di quelle che trapelano in queste ore mi sembrano evanescenti: la coincidenza dell’indirizzo nel Delaware, per esempio, riguarda i due fondi in questione così come circa il 70% delle principali società americane. La conferma di alcune figure nel passaggio da vecchio a nuovo management è già più suggestiva, ma immagino che la Procura abbia in mano anche altro».

Ma è sufficiente per sostenere l’ipotesi di reato?

«Si tratta di un’accusa complessa da sostenere anche attraverso la tesi più importante, ovvero quella secondo la quale Elliott si sarebbe comportato da proprietario e non da creditore nella trattativa con il fondo arabo Pif per una possibile trattativa di cessione. Quella, per la Procura, sarebbe una sorta di condotta confessoria, ma ce ne passa… Elliott e RedBird non sono piccoli fondi, ma giganti globali che portano abitualmente avanti strategie aggressive e che, quando citati in giudizio, “vincono” praticamente sempre».

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