Un’altra Juve per un altro Allegri: sono finiti gli anni d’oro

Dopo i bilanci in rosso, l’era della competitività sostenibile: come e perché deve cambiare l’approccio
Un’altra Juve per un altro Allegri: sono finiti gli anni d’oro© Marco Canoniero

TORINO - C’era una volta Massimiliano Allegri doc. Nel senso che poteva permettersi il lusso di allenare prevalentemente solo giocatori top, appunto a denominazione di origine controllata. Gli è capitato al Milan e nel primo lustro bianconero in cui ha fatto l’en plein con cinque scudetti in cinque campionati. Poi, col suo rientro a Torino dopo i due anni di sosta forzata e rilassante, ecco un triennio in cui non solo è scesa la qualità dei calciatori da allenare, ma ha dovuto anche occuparsi di altro, con la bufera giustizia che ha devastato lo spirito e non solo della Vecchia Signora nella passata stagione. Vero, in questo campionato si sono registrati solo gli echi degli effetti, con l’Europa vista solo in televisione, ma il livello della rosa è sceso dal punto di vista tecnico anche per fattori extra calcistici.

Giuntoli e Manna a lavoro per rinforzare la rosa

Non soltanto sono partite stelle come Di Maria, tanto per fare un nome, ma il tecnico livornese non ha potuto contare per esempio su Pogba e Fagioli, fuori dai giochi per problemi legati al doping e alle scommesse. In ogni caso la cifra assoluta della Juventus è calata e nella prossima stagione si alzerà di qualche tacca soltanto grazie all’innesto di qualche elemento necessario anche e soprattutto per affrontare una stagione decisamente più ricca dal punto di vista degli impegni: oltre al campionato e la Coppa Italia, sicuramente il Mondiale per club e con ogni probabilità anche la Champions League. Dunque il direttore tecnico Cristiano Giuntoli si sta muovendo di concerto con il direttore sportivo Giovanni Manna per migliorare il valore della rosa ma è innegabile come è cambiato e dovrà ulteriormente cambiare l’approccio di Allegri alla sua Juventus.

McKennie, sorpresa Juve non solo in campo: ora alza trofei e anche richieste

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Juve, Allegri e la valorizzazione dei giovani

Da sempre convinto del fatto che il calcio sia un gioco semplice “molto semplice”, in cui alla fine è l’abilità nell’effettuare il singolo gesto tecnico a determinare la superiorità finale al termine dei 90 minuti, Allegri ha dovuto cominciare a sperimentare una declinazione differente di ciò che rappresenta l’essenza del suo lavoro, tornando di fatto alle sue origini, quando seppe imporsi con il Sassuolo e il Cagliari in cui non correva né Cristiano Ronaldo né Higuain. Allegri si sta dunque confrontando con una Juventus differente che necessità alla guida un Max diverso. L’utilizzo e l’inserimento dei giovani, per esempio, pur non rappresentando la base su cui si fonda questa squadra, risulta comunque una componente importante.

Ecco dunque la necessità di saper gestire al meglio gli Under 21 a disposizione, utilizzandoli al meglio e dunque preservandoli dal peso a volte insostenibile di una maglia particolare com’è quella bianconera. Dunque saperli lanciare e farli maturare con i tempi giusti. Ma non solo. Serve e servirà un Allegri più attento anche al valore aggiunto che devono offrire il gioco e gli schemi perché i campionissimi in grado di fare la differenza e creare la superiorità numerica grazie alla loro tecnica sono di fatto un ricordo evaporato. Nessuno in questa stagione ha saputo creare dal nulla, solo con l’abilità dei propri piedi, un’azione o una giocata così efficace da rompere gli equilibri. Così quest’anno e probabilmente il bis pure il prossimo, quando arriverà un po’ di qualità in più ma gli avversari in Europa ne avranno almeno altrettanta. Un’altra Juve per un altro Max.

Pagnucco, capitan Juve e il grazie che non ti aspetti: "Tutto inizia da Grabbi"

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - C’era una volta Massimiliano Allegri doc. Nel senso che poteva permettersi il lusso di allenare prevalentemente solo giocatori top, appunto a denominazione di origine controllata. Gli è capitato al Milan e nel primo lustro bianconero in cui ha fatto l’en plein con cinque scudetti in cinque campionati. Poi, col suo rientro a Torino dopo i due anni di sosta forzata e rilassante, ecco un triennio in cui non solo è scesa la qualità dei calciatori da allenare, ma ha dovuto anche occuparsi di altro, con la bufera giustizia che ha devastato lo spirito e non solo della Vecchia Signora nella passata stagione. Vero, in questo campionato si sono registrati solo gli echi degli effetti, con l’Europa vista solo in televisione, ma il livello della rosa è sceso dal punto di vista tecnico anche per fattori extra calcistici.

Giuntoli e Manna a lavoro per rinforzare la rosa

Non soltanto sono partite stelle come Di Maria, tanto per fare un nome, ma il tecnico livornese non ha potuto contare per esempio su Pogba e Fagioli, fuori dai giochi per problemi legati al doping e alle scommesse. In ogni caso la cifra assoluta della Juventus è calata e nella prossima stagione si alzerà di qualche tacca soltanto grazie all’innesto di qualche elemento necessario anche e soprattutto per affrontare una stagione decisamente più ricca dal punto di vista degli impegni: oltre al campionato e la Coppa Italia, sicuramente il Mondiale per club e con ogni probabilità anche la Champions League. Dunque il direttore tecnico Cristiano Giuntoli si sta muovendo di concerto con il direttore sportivo Giovanni Manna per migliorare il valore della rosa ma è innegabile come è cambiato e dovrà ulteriormente cambiare l’approccio di Allegri alla sua Juventus.

McKennie, sorpresa Juve non solo in campo: ora alza trofei e anche richieste

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Un’altra Juve per un altro Allegri: sono finiti gli anni d’oro
2
Juve, Allegri e la valorizzazione dei giovani

Juve, i migliori video