Szczesny, eroe Polonia e futuro Juve a più passaggi: scenario sempre più chiaro

Martedì sera contro il Galles ha parato il rigore decisivo per portare la sua nazionale agli Europei, prolungando così il suo percorso. E per gli anni a venire in bianconero...

A undici metri dall’appendere al chiodo i suoi guanti biancorossi! Martedì sera Szczesny, portiere della Juventus e della Polonia, è andato a un passo dal dire addio alla porta della Nazionale dopo 81 partite. Se il match spareggio con il Galles, per il pass al prossimo Europeo, fosse stato perso, con ogni probabilità avrebbe lasciato per sempre la Polonia. Invece la sua parata sul quinto e ultimo rigore, calciato dal britannico James, nella sfida terminata 0-0 dopo il 90’ e i supplementari ha fatto esultare all’unisono milioni di polacchi.

Szczesny leader calmo

Sorprendente, in parte, la sua reazione nei secondi immediati alla deviazione decisiva: una calma gelida, alla Balotelli dopo un gol, quasi a imporsi di non voler essere travolto dalla gioia che nel frattempo aveva fatto scattare come molle tutti i suoi compagni che infatti, poco dopo, lo abbracciavano riempiendo la porta in una festa scalmanata e collettiva. «La qualificazione all’Europeo? Abbiamo adempiuto al nostro dovere. Se sono felice? Certo. Ma sono sempre calmo. Vivo le emozioni dentro e fuori dal campo in modo abbastanza lieve. Sono felice, ma non mi emoziono. Avremmo dovuto passare il turno senza problemi nella fase a gironi. Non l’abbiamo fatto, ma abbiamo portato a termine il lavoro. È importante perché probabilmente avrei concluso la mia carriera in nazionale se avessimo perso la partita. Quindi c’era una certa pressione. Ho già giocato alcune fasi finali degli Europei ed è sempre un’occasione divertente. I rigori? È divertente per un portiere: è il tipo di cosa che sogni, quindi per me è una bella cosa. Siamo felici e sollevati. Alla fine eravamo un po’ sotto pressione e quando si tratta dei calci di rigore è una lotteria. Mi dispiace per i gallesi; hanno giocato una partita molto buona e solida». Così parlò Szczesny, il leader calmo.

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Szczesny, la Juve e il futuro alla Buffon

Uno che parla poco e quando lo fa regala parole dal peso specifico alto. Per certi versi, vuoi per ruolo, per atteggiamento e attitudine e ora per situazione, la sua posizione ricorda quella di Buffon. Anche lui uno dalla battuta potente ma centellinata. Alla Juventus sempre più green serve come il pane un uomo spogliatoio come Szczesny. Capace di gestire con personalità i momenti difficili, di tenere i polsi fermi e non farsi trasportare dalle emozioni. E allora torna d’attualità il futuro in bianconero del nuovo eroe della Polonia. Il suo contratto (6.5 milioni netti a campionato) scadrà al termine della prossima stagione, dunque giugno 2025, ma esiste la doppia volontà di trovare una nuova intesa in grado di ammortizzare il costo del suo ingaggio in più anni e al tempo stesso garantire all’estremo difensore l’opportunità di restare in una città che ama insieme alla moglie, pronta a farlo diventare nuovamente papà, e chiudere la carriera con una squadra che lo ha visto maturare e affermarsi come uno dei portieri più continui ad alto livello.

Alla sua settima stagione sotto la Mole, il nuovo accordo con la Juventus vedrebbe l’allungamento dell’attuale legame sino al 2026 e probabile opzione per un ulteriore stagione in cui svolgere lo stesso ruolo che ebbe Buffon con lui quando arrivò dalla Roma. Un’annata di transizione da vivere come chioccia per abituare il suo erede a capire quanto sia grande la porta della Juventus. Dopo aver nel frattempo educato e allevato i giovani bianconeri. Quando si dice, i cicli della storia...

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A undici metri dall’appendere al chiodo i suoi guanti biancorossi! Martedì sera Szczesny, portiere della Juventus e della Polonia, è andato a un passo dal dire addio alla porta della Nazionale dopo 81 partite. Se il match spareggio con il Galles, per il pass al prossimo Europeo, fosse stato perso, con ogni probabilità avrebbe lasciato per sempre la Polonia. Invece la sua parata sul quinto e ultimo rigore, calciato dal britannico James, nella sfida terminata 0-0 dopo il 90’ e i supplementari ha fatto esultare all’unisono milioni di polacchi.

Szczesny leader calmo

Sorprendente, in parte, la sua reazione nei secondi immediati alla deviazione decisiva: una calma gelida, alla Balotelli dopo un gol, quasi a imporsi di non voler essere travolto dalla gioia che nel frattempo aveva fatto scattare come molle tutti i suoi compagni che infatti, poco dopo, lo abbracciavano riempiendo la porta in una festa scalmanata e collettiva. «La qualificazione all’Europeo? Abbiamo adempiuto al nostro dovere. Se sono felice? Certo. Ma sono sempre calmo. Vivo le emozioni dentro e fuori dal campo in modo abbastanza lieve. Sono felice, ma non mi emoziono. Avremmo dovuto passare il turno senza problemi nella fase a gironi. Non l’abbiamo fatto, ma abbiamo portato a termine il lavoro. È importante perché probabilmente avrei concluso la mia carriera in nazionale se avessimo perso la partita. Quindi c’era una certa pressione. Ho già giocato alcune fasi finali degli Europei ed è sempre un’occasione divertente. I rigori? È divertente per un portiere: è il tipo di cosa che sogni, quindi per me è una bella cosa. Siamo felici e sollevati. Alla fine eravamo un po’ sotto pressione e quando si tratta dei calci di rigore è una lotteria. Mi dispiace per i gallesi; hanno giocato una partita molto buona e solida». Così parlò Szczesny, il leader calmo.

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