"A un calciatore pesa la maglia Juve. Il 4-3-3 con Motta? Lo immagino così"

Intervista ad Angelo Di Livio, che sposa l'idea dell'allenatore del Bologna in bianconero. Sulla squadra del prossimo anno: "Chiesa e Bremer punti fermi"

«Nelle semifinali di Coppa Italia hanno dato entrambe un segnale forte, per questo domenica mi aspetto una partita equilibrata e molto combattuta. Juve e Fiorentina si sono risvegliate dopo un periodo in cui erano apparse piatte e scariche. Probabilmente perché tutte e due le squadre sembrano, seppur per motivi diversi, alla fine di un ciclo». Firmato Angelo Di Livio, uno dei pochi ad aver lasciato il segno sia in bianconero sia in viola: 3 Scudetti, 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe Italiane, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea e 1 Coppa Intercontinentale con la Vecchia Signora; 1 Coppa Italia e la scalata dalla C2 alla A in riva all’Arno.

Con la Lazio si è rivisto un Chiesa decisivo. La Juve deve ripartire da lui?
«Certamente. Per me Federico non si discute. È un giocatore forte e di grande talento, come ce ne sono pochi in giro. Solo gli infortuni l’hanno frenato. Mi piacerebbe vederlo sulla fascia nel 4-3-3».

Una svolta tattica che potrebbe far rima con Thiago Motta sulla panchina bianconera?
«Partiamo dal presupposto che se la Juve arriva terza e vince la Coppa Italia, Allegri ha fatto pienamente il suo e centrato gli obiettivi richiesti. Dopodiché se il club punta ad avviare un percorso fondato sui giovani, allora per questo progetto vedrei bene Motta. Con Thiago ci sarebbe un cambio di mentalità e sarebbe intrigante. L’importante è che la società abbia le idee chiare. Anche perché la Juve di giovani bravi ne ha tanti…».

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Di Livio e la Juve del prossimo anno

Tipo Soulè di rientro da Frosinone o Yildiz…
«Esattamente. Sarebbero perfetti da esterni offensivi assieme a Chiesa e magari a Felipe Anderson, a parametro zero dalla Lazio. Il brasiliano ha una bella gamba e la giusta esperienza per dare un contributo importante. Con 4 esterni offensivi del genere la Juve sarebbe super competitiva in Italia e pure in Champions e l’ideale sarebbe giocare col 4-3-3. O in alternativa il 4-2-3-1».

Oltre a Felipe cosa serve per diventare all’altezza dell’Inter?
«Servono rinforzi in mezzo al campo. Gente che abbini quantità e qualità, forza e cambio di passo. Terrei Locatelli e McKennie, oltre a rinnovare il contratto di Rabiot, però 2 innesti a centrocampo sono necessari».

Su chi punterebbe?
«Koopmeiners e Ferguson sarebbero perfetti. Sono esattamente i centrocampisti che mancano alla Juve».

In difesa si parla di Calafiori…
«Fortissimo. Se però dev’essere il sostituto di Bremer, lascerei perdere. Il brasiliano lo considero intoccabile. Non lo venderei mai e spero che la Juve abbia la forza di resistere agli assalti della Premier League. Anche se di fronte a certe cifre, è dura».

Apriamo il capitolo esterni: Kostic sembra essersi smarrito…
«Purtroppo non riesce a fare il salto di qualità e mi spiace molto. Ha tutto per fare l’esterno a grandi livelli: un bel piede, crossa bene e arriva spesso sul fondo. Lo vedo timido, forse gli pesa un po’ la maglia della Juve…».

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Di Livio: "Cambiaso come Torricelli"

Chi invece non smette di stupire è Cambiaso.
«Sta facendo una stagione fantastica. È arrivato in sordina e in pochi mesi è diventato indispensabile. Rivedo in lui per capacità di giostrare su entrambe le fasce, umiltà e dedizione Moreno Torricelli».

Passiamo alla Fiorentina: cosa manca per lottare per la Champions?
«Non ha mai fatto il salto di qualità e perso punti pesanti in gare abbordabili. A volte manca un po’ di anima».

Italiano andrà via: su chi punterebbe come erede?
«Palladino o Juric. Entrambi danno un’impronta netta alle loro squadre, nelle quali si vede la mano dell’allenatore. Juric caratterialmente mi piace tanto: c’è molto di suo nel fatto che il Toro, nonostante un organico inferiore alle concorrenti, possa arrivare in Europa».

Da grande esterno ci fa il nome di uno che prenderebbe a occhi chiusi?
«Dico Bellanova, è diventato uno dei più forti in circolazione. Chi lo prende fa il colpo della vita».

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«Nelle semifinali di Coppa Italia hanno dato entrambe un segnale forte, per questo domenica mi aspetto una partita equilibrata e molto combattuta. Juve e Fiorentina si sono risvegliate dopo un periodo in cui erano apparse piatte e scariche. Probabilmente perché tutte e due le squadre sembrano, seppur per motivi diversi, alla fine di un ciclo». Firmato Angelo Di Livio, uno dei pochi ad aver lasciato il segno sia in bianconero sia in viola: 3 Scudetti, 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe Italiane, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea e 1 Coppa Intercontinentale con la Vecchia Signora; 1 Coppa Italia e la scalata dalla C2 alla A in riva all’Arno.

Con la Lazio si è rivisto un Chiesa decisivo. La Juve deve ripartire da lui?
«Certamente. Per me Federico non si discute. È un giocatore forte e di grande talento, come ce ne sono pochi in giro. Solo gli infortuni l’hanno frenato. Mi piacerebbe vederlo sulla fascia nel 4-3-3».

Una svolta tattica che potrebbe far rima con Thiago Motta sulla panchina bianconera?
«Partiamo dal presupposto che se la Juve arriva terza e vince la Coppa Italia, Allegri ha fatto pienamente il suo e centrato gli obiettivi richiesti. Dopodiché se il club punta ad avviare un percorso fondato sui giovani, allora per questo progetto vedrei bene Motta. Con Thiago ci sarebbe un cambio di mentalità e sarebbe intrigante. L’importante è che la società abbia le idee chiare. Anche perché la Juve di giovani bravi ne ha tanti…».

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