«Nelle semifinali di Coppa Italia hanno dato entrambe un segnale forte, per questo domenica mi aspetto una partita equilibrata e molto combattuta. Juve e Fiorentina si sono risvegliate dopo un periodo in cui erano apparse piatte e scariche. Probabilmente perché tutte e due le squadre sembrano, seppur per motivi diversi, alla fine di un ciclo». Firmato Angelo Di Livio, uno dei pochi ad aver lasciato il segno sia in bianconero sia in viola: 3 Scudetti, 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe Italiane, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea e 1 Coppa Intercontinentale con la Vecchia Signora; 1 Coppa Italia e la scalata dalla C2 alla A in riva all’Arno.
Con la Lazio si è rivisto un Chiesa decisivo. La Juve deve ripartire da lui?
«Certamente. Per me Federico non si discute. È un giocatore forte e di grande talento, come ce ne sono pochi in giro. Solo gli infortuni l’hanno frenato. Mi piacerebbe vederlo sulla fascia nel 4-3-3».
Una svolta tattica che potrebbe far rima con Thiago Motta sulla panchina bianconera?
«Partiamo dal presupposto che se la Juve arriva terza e vince la Coppa Italia, Allegri ha fatto pienamente il suo e centrato gli obiettivi richiesti. Dopodiché se il club punta ad avviare un percorso fondato sui giovani, allora per questo progetto vedrei bene Motta. Con Thiago ci sarebbe un cambio di mentalità e sarebbe intrigante. L’importante è che la società abbia le idee chiare. Anche perché la Juve di giovani bravi ne ha tanti…».