Alta tensione Juve, tutti sulla corda: la squadra e il nervosismo di Allegri

Una strategia, forse, quella del tecnico livornese, perché vede i suoi giocatori troppo poco focalizzati, senza stimoli, con la spina staccata insomma

C’è un po’ di tensione nell’ambiente, ma è lo stesso Massimiliano Allegri a tenerla alta. Una strategia, forse perché vede la squadra troppo poco focalizzata, senza stimoli, con la spina staccata insomma. Invece per il tecnico bisogna sempre restare sul pezzo, con l’adrenalina in corpo: forse anche troppo, a giudicare da quanto si è visto a bordo campo all’Olimpico di Roma. Per Max non è la prima volta: dal cappotto di Modena contro il Carpi alle urla di San Siro, l’allenatore è stato spesso sopra le righe.

Lazio-Juve, i momenti di nervosismo

Adesso però la tensione ha contagiato pure alcuni giocatori, come si è visto contro la Lazio. Al primo gol di Castellanos la furia di Max aveva colpito in particolare Alex Sandro e Chiesa, poi al secondo gol del centravanti biancoceleste il tecnico bianconero se l’è presa un po’ con tutti, chiedendosi come fosse possibile prendere una rete del genere. Allegri era tarantolato davanti alla panchina, anche nelle scelte tecniche: nel primo tempo ha fatto scaldare Miretti dopo un erroraccio di McKennie, nel secondo prima fa scaldare Yildiz, gli fa togliere la pettorina, poi lo rimanda a scaldarsi. Idem con Weah, chiamato per entrare e poi “congelato” almeno per qualche minuto. Il nervosismo è arrivato alle stelle con la sostituzione di Cambiaso, con lo stesso giocatore che ha detto «però devi stare tranquillo, mister», spiegando poi che «a volte sono troppo plateale negli atteggiamenti. Spesso trovo da dire quando non c’è bisogno, il mister mi ha visto nervoso e ha fatto il cambio». Nervoso Cambiaso, sì. Ma non è certo l’unico.

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