La crisi Juve? Per Allegri si risolve mandando i giocatori al pascolo...

Lo 0-0 della Juventus contro il Milan ha allungato la crisi di risultati dei bianconeri in questa seconda parte di stagione. La squadra di Allegri è infatti reduce da tre pareggi consecutivi e da un girone di ritorno che sta riscrivendo dei record negativi storici. Nonostante questo, Allegri ha preso la curiosa decisione di concedere due giorni liberi alla squadra, con gli allenamenti che riprenderanno solo martedì mattina alla Continassa. 

Juve, la soluzione di Allegri per la crisi

Allegri ha scelto di concendere il doppio giorno di riposo alla sua squadra, probabilmente per staccare la spina da tutta la negatività degli ultimi mesi. Sono stati infatti molti gli episodi di tensione, come quelli manifestati anche pubblicamente da Chiesa, Cambiaso e Vlahovic al momento dei cambi. L'obiettivo dell'allenatore è quello di ritrovare maggiore serenità per preparare la sfida di domenica prossima all’Olimpico contro la Roma. Una partita che potrebbe essere decisiva per la qualificazione alla Champions e che la Juve non può più permettersi di sbagliare.

Da Benatia alla crisi di oggi: la Juve va al prato...

La scelta di Allegri richiama quella fatta con Mehdi Benatia nel 2018. Dopo una lite durante una partita contro l'Atalanta, l'allenatore aveva infatti parlato così del difensore: "Tra cavalli e giocatori ci sono analogie? Molte, infatti Benatia l'ho mandato al prato. Perché i cavalli dopo un po' che vincono, si mandano al prato a riposare. Ci sono delle analogie". In quel caso, solo sei mesi dopo queste dichiarazioni, Benatia aveva lasciato la Juve non senza polemiche. Vedremo se adesso la scelta di Allegri servirà a preparare meglio la sfida contro la Roma di De Rossi. La risposta è attesa in campo. 

Torna virale un vecchio discorso di Conte

Una mossa che appare in netta antitesi con la filosofia dell’ex Antonio Conte, “ripescato” dai social su un vecchio discorso fatto alla squadra durante gli anni alla Juventus, in particolar modo alle fine di un primo tempo di una partita di campionato che i bianconeri stavano vincendo di misura. “Sì, io ero arrabbiato alla fine del primo tempo perché vedevo un po’ troppa euforia e quindi feci capire che non ero contento del fatto che eravamo solamente sull’1-0 - raccontò lo stesso Conte in un’intervista - Lì feci capire l’importanza che se c’è l’occasione di ammazzare l’avversario, in senso sportivo, lo devi ammazzare altrimenti quando si rialza è talmente arrabbiato che poi può far male”. Scena descritta in modo perfetto anche da Claudio Marchisio: “Ci chiamò uno alla volta per nome, chiedendoci di più. Buffon, di più! Lichtsteiner, di più! Tutti e undici. A noi non sembrava vero che ci stesse sgridando perché stavamo vincendo”. Non si staccava mai la spina, neanche tra una frazione di gioco e l’altra.