Pagina 2 | Davids, nostalgia Juve e retroscena Capello: “Avevo fatto una richiesta precisa”

TORINO - Edgar Davids che abbraccia alle spalle Paolo Montero sul prato del centro tecnico di Vinovo è un tuffo al cuore per i tifosi bianconeri. Una altro di quelli a cui li costringe, in maniere esageratamente autocommisserativa va detto, questo presente sbocconcellato in rapporto ai fasti di certi (non tutti, appunto) passati di gloria e di grandi campioni. Di cui l’olandese è stato esempio eponimo seppure, pensa un po’, tutt’altro che giochista. Perché a quello ci pensavano gli altri (ricordate un certo Zidane, per esempio?) mentre lui lottava duro a conferma del basilare assioma del calcio secondo cui le rose non si giudicano (solo) in relazione agli stipendi ma soprattutto in relazione alla loro varietà e completezza. Poi certo, la qualità dei giocatori fa sempre la differenza e, mannaggia, quanta ne faceva Davids...

Le parole di Capello

Tanto è vero che ieri Montero, appena se lo è visto sbucare alle spalle, gli ha chiesto se volesse scendere in campo. Edgar ha sorriso e comunque ha spiegato un paio di “movimenti” ai ragazzi dell’Under 19 allenata dall’ex compagno. Poi, in panchina accanto a Massimiliano Scaglia (ds del settore giovanile bianconero), Cristiano Giuntoli, Gianluca Pessotto e lo stesso Montero ha assistito all’allenamento dei ragazzi. Libero da impegni dopo la collaborazione con la Nazionale olandese, Davids è uno di quegli ex bianconeri che i tifosi vedrebbero con entusiasmo nello staff del futuro. Circa il valore del Davids giocatore si è espresso proprio ieri, a Sky, Fabio Capello: "Davids non era forte solo lì (alla Juve, ndr), era forte anche al Milan. Io l’ho dovuto mandare via perché c’erano stati dei problemi dal lato comportamentale. Però avevo chiesto espressamente di non darlo a nessuna italiana, di cederlo all’estero per piacere. Poi i dirigenti mi hanno detto 'lo mandiamo alla Juventus' ed è andata così".

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Chiellini su Conte e la BBC

E a proposito di ex bianconeri, ieri ha parlato anche Giorgio Chiellini in una intervista rilasciata a Gianluca Gazzoli per il podcast The BSMT nella quale ha iniziato ripercorrendo la storia della BBC: "Bonucci è arrivato nel 2009, Barzagli nel gennaio 2010. Nella prima stagione tutti abbiamo fatto fatica, poi abbiamo iniziato a giocare. Abbiamo cominciato alternandoci, poi Antonio Conte ebbe l’idea di giocare a 3: fu un’ottima intuizione perché eravamo complementari per caratteristiche, la squadra ne ha tratto vantaggio. Leo aveva ottime letture oltre alle qualità tecniche che mi toglievano compiti di impostazione, io potevo essere più libero e gli toglievo la marcatura. Andrea tra noi tre era quello più completo e intelligente, abbinava la prestanza fisica all’eleganza: riusciva a gestire bene tutte le situazioni. Paradossalmente lui è quello che, a livello internazionale, ha avuto meno risalto ma penso che lo avrebbe meritato. Dietro di noi c’era un ragazzino (ride, ndr), il portiere più forte della storia del calcio. Insieme a Buffon lavoravamo parecchio, coprivamo il campo in modo che lui potesse coprire tutta la porta. Oltre alle fatiche del campo, stavamo bene insieme come persone".

Lodi a Ronaldo

Ottimo anche il rapporto con Ronaldo: "Essere il capitano della Juventus che aveva Crstiano Ronaldo è stato un onore, un’occasione unica. L’ho apprezzato: è una multinazionale, ma sta bene all’interno del gruppo. Certo non è come gli altri, non gli puoi chiedere se gli va di fare aperitivo in centro, ma quando necessario non è mai mancato, neppure alle cene di squadra. Lui è un tipo rispettoso, con una cura del corpo e una preparazione quasi maniacali". Chiusura su Antonio Conte: "Con lui avevo un buonissimo rapporto, ero uno dei suoi pretoriani. Ti entra dentro, facendoti vivere una realtà diversa: per lui saresti pronto a morire. È un sergente e ti chiede moltissimo tutti i giorni, quindi non è semplice, ma riesce a convincerti perché ti dimostra che in quel modo funziona, sia in campo che fuori. Mi auguro possa rientrare presto. Se tornerà alla Juve? Questo non lo so...".

"Douglas Costa non è umano, Ronaldo fa impressione. E Yildiz..."

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E a proposito di ex bianconeri, ieri ha parlato anche Giorgio Chiellini in una intervista rilasciata a Gianluca Gazzoli per il podcast The BSMT nella quale ha iniziato ripercorrendo la storia della BBC: "Bonucci è arrivato nel 2009, Barzagli nel gennaio 2010. Nella prima stagione tutti abbiamo fatto fatica, poi abbiamo iniziato a giocare. Abbiamo cominciato alternandoci, poi Antonio Conte ebbe l’idea di giocare a 3: fu un’ottima intuizione perché eravamo complementari per caratteristiche, la squadra ne ha tratto vantaggio. Leo aveva ottime letture oltre alle qualità tecniche che mi toglievano compiti di impostazione, io potevo essere più libero e gli toglievo la marcatura. Andrea tra noi tre era quello più completo e intelligente, abbinava la prestanza fisica all’eleganza: riusciva a gestire bene tutte le situazioni. Paradossalmente lui è quello che, a livello internazionale, ha avuto meno risalto ma penso che lo avrebbe meritato. Dietro di noi c’era un ragazzino (ride, ndr), il portiere più forte della storia del calcio. Insieme a Buffon lavoravamo parecchio, coprivamo il campo in modo che lui potesse coprire tutta la porta. Oltre alle fatiche del campo, stavamo bene insieme come persone".

Lodi a Ronaldo

Ottimo anche il rapporto con Ronaldo: "Essere il capitano della Juventus che aveva Crstiano Ronaldo è stato un onore, un’occasione unica. L’ho apprezzato: è una multinazionale, ma sta bene all’interno del gruppo. Certo non è come gli altri, non gli puoi chiedere se gli va di fare aperitivo in centro, ma quando necessario non è mai mancato, neppure alle cene di squadra. Lui è un tipo rispettoso, con una cura del corpo e una preparazione quasi maniacali". Chiusura su Antonio Conte: "Con lui avevo un buonissimo rapporto, ero uno dei suoi pretoriani. Ti entra dentro, facendoti vivere una realtà diversa: per lui saresti pronto a morire. È un sergente e ti chiede moltissimo tutti i giorni, quindi non è semplice, ma riesce a convincerti perché ti dimostra che in quel modo funziona, sia in campo che fuori. Mi auguro possa rientrare presto. Se tornerà alla Juve? Questo non lo so...".

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